di Michela Cinque.
Ricordo ancora, come se fosse oggi, quella sera di tanti anni fa.
La pioggia cadeva fittissima, le strade erano allagate, e le auto passando facevano schizzare l’acqua fino ai marciapiedi, bagnando anche i passanti più prudenti muniti di ombrelli, impermeabili e calosce.
Mi sentivo stranamente agitata, eppure avevo eseguito correttamente le espressioni alla lavagna, risposto alle domande della maestra d’inglese, e la lezione di danza, dopo la scuola, era stata rinviata.
L’idea di fermarmi da un’amica a parlare di moda o di ragazzi non mi faceva impazzire, preferivo piuttosto leggere un buon libro, motivo per cui decisi di andare in biblioteca dove, senza accorgermene, ci rimasi per alcune ore.
Il tempo non accennava a migliorare, era tardi e dovevo rientrare.
Scelsi un tragitto alternativo per ripararmi sotto i balconi, e percorsi le strette viuzze del centro storico a passo svelto.
Una decina di minuti dopo fui sotto casa. L’ombrellino pieghevole, che portavo sempre nello zaino, aveva fatto il suo dovere, le scarpe invece erano bagnate fradice.
Salii le scale e con il cuore in gola varcai la soglia del mio appartamento, il divano era vuoto e la televisione spenta.
«Sono tornata, fuori diluvia! C’è qualcuno?»
«Vai a cambiarti, siamo in cucina.»
Passando notai la tavola apparecchiata con la tovaglia della domenica, e riconobbi l’odore di pollo al forno con le patate.
Corsi in camera, indossai i vestiti asciutti e le ciabatte, lavai le mani e raggiunsi il resto della famiglia che mi attendeva con impazienza.
«Forza, l’arrosto si raffredda» mi esortò la mamma.
«Cosa festeggiamo?» le chiesi incuriosita.
«Nulla, perché?»
«Hai preparato una cena speciale ed è un giorno feriale!»
Poi mi rivolsi a papà: «Avete chiuso l’ufficio prima per il cattivo tempo?»
«Alessandra sei tu in ritardo» mi fece notare lui, «… comunque ci sarebbe una novità.»
«Ti hanno dato una promozione?»
«Magari.»
«Riguarda la mamma? Forse riprende a lavorare al supermercato?»
«Non ci penso minimamente» intervenne lei.
«Forse state per dirmi che …avrò un fratellino?»
«Alessandraaaa!»
«Partiamo per le vacanze natalizie?»
«Siediti e stai un attimo in silenzio. Oggi il postino ci ha recapitato una raccomandata, è indirizzata a te.»
«Dev’essere qualcosa d’importante data l’intestazione ed il timbro sulla busta…mi avranno forse accettata in collegio? Vi prego non mandatemi dalle suore!»
«Calmati ed ascolta attentamente.»
«Va bene papà, non interromperò più.»
«Questa lettera è stata scritta da un notaio che ci invita, anzi ti invita, fra sette giorni esatti, a presentarti nel suo studio.»
«Per quale motivo dovrei andare da quel tizio?»
«La tua presenza è necessaria perché sei stata nominata erede.»
«Cosa vuol dire?»
«Te lo spiego subito: una persona che non c’è più ha pensato di lasciarti parte dei suoi averi.»
«Ho capito bene? Qualcuno, mi fa un regalo senza che ci sia un motivo o una ricorrenza?» chiesi meravigliata.
«Proprio così.»
Estratto dal volume "Le bambole di Jenny" di Michela Cinque, Midgard Editrice.
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