di Edoardo Ferri.
Le donne, i cavalier, l’armi e gli amori
le cortesie, l'audaci imprese io canto.
Con questi famosi versi si apre l’Orlando Furioso, il poema cavalleresco di Ariosto, gemma del Quattrocento italiano e punto fermo dei programmi scolastici nostrani. Come ogni proemio che si rispetti, presenta fin da subito l’argomento: amore e guerra. Donne e amori si intrecciano a cavalieri e armi, in una struttura chiastica da manuale. In questo proemio si possono rintracciare le origini della figura canonica dell’eroe fantasy. L’eroe che “saves the day and gets the girl” (o the boy nel caso di protagoniste femminili). Nel canovaccio classico del fantasy, infatti, il tema bellico è spesso inframmezzato agli interessi sentimentali dei protagonisti. Insomma, pensiamoci seriamente: Harry Potter sarebbe piaciuto tanto a orde di ragazzine senza le storie adolescenziali del protagonista? E come avrebbe fatto Licia Troisi, se non avesse potuto descrivere l’amore di giovani ragazzine per uomini maturi e figure paterne?
In questo archetipo narrativo, tuttavia, Tolkien sembra caratterizzarsi come eccezione. Infatti, i suoi romanzi sono spesso noti (molte volte a torto) per la scarsità delle figure femminili e la secondarietà del tema amoroso. In questa osservazione c’è del vero. I protagonisti dei due romanzi tolkieniani più celebri, Bilbo e il nipote Frodo, non presentano interessi sentimentali. Nel romanzo de Lo Hobbit, poi, non compaiono proprio vicende amorose, al punto da costringere il regista Peter Jackson a “metterci una pezza” con il triangolo amoroso tra Kili, Tauriel e Legolas nell’adattamento cinematografico. Anche nel Signore degli Anelli non si può dire che il tema amoroso sia centrale; è vero che qua e là ci sono degli spunti sentimentali (con Eowyn come principale protagonista), ma sembrano relegati dal Professore allo sfondo. Insomma, Tolkien sembra poco interessato alle vicende amorose e, di conseguenza, pare avere poco da dire su questo tema.
In realtà, come spesso succede con Tolkien, le cose non sono come sembrano. Se è vero che il tema amoroso non è dominante nei suoi romanzi più celebri, è altrettanto vero che essi presentano notevoli ed interessanti spunti di riflessione su questo tema e che, ad ogni modo, l’amore ha un ruolo molto più forte se si considera il legendarium nel suo complesso, abbracciando anche quel mare sconfinato di leggende, confluite poi nel Silmarillion. Se si legge con attenzione Il signore degli anelli e si tengono in considerazione anche le storie del Silmarillion, allora, è possibile avere un’idea piuttosto chiara della concezione dell’amore di Tolkien.
Per approfondire questo tema, si possono seguire le storie d’amore di cinque coppie tolkieniane illustri: Beren e Luthien, Turin e Finduilas, Aragorn e Arwen, Aldarion ed Erendis e Faramir ed Eowyn. Tratteggiando queste coppie nel loro percorso amoroso, Tolkien rivela qual è la sua concezione amorosa. Scopriamola insieme.
Eros e innamoramento
Un primo elemento che balza agli occhi leggendo le vicende amorose presenti in Tolkien riguarda il modo in cui l’amore nasce. L’innamoramento in Tolkien è una realtà in cui la componente erotica, per quanto non assente, non ha un ruolo preponderante. Tutti i sintomi fisici che nel nostro mondo (il mondo primario come lo definirebbe Tolkien) caratterizzano l’innamoramento e il desiderio fisico passano in secondo piano. Quell’amore bruciante, paragonato a una fiamma interiore, non è presente in Tolkien. In Tolkien prevalgono invece l’apprezzamento estetico per la bellezza dell’amata, e sentimenti di affetto e tenerezza.
Estratto da "Riflessi di Tolkien. Saggi Hobbit" di Edoardo Ferri.
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