martedì 25 febbraio 2020

Intervista a Serena Biagini e a Lorenzo Paoli

Intervista a Serena Biagini e a Lorenzo Paoli, autori del libro “Il mistero di Artesia”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlateci della vostra opera, come nasce? 

Serena Biagini
Questa storia nasce dall’esigenza educativa di ridare valore al mondo delle emozioni, veicolate dalle varie forme di Arte, in una realtà odierna e futura dove può esistere un serio rischio di essere sopraffatti ,come genere umano, da un mondo prevalentemente tecnologico riduttivo e non del tutto rappresentativo della complessità dell’animo umano.

Lorenzo Paoli
In quel periodo avevo la difficoltà, che molte persone hanno, di vivere di Arte ogni giorno. L’Arte mi era diventata opaca, molto legata al business ad aspetti competitivi e di potere, perdendo ai miei occhi l’aspetto magico e altruistico che la eleva.
Molte società oggi, si stanno sempre più appoggiando ad interventi tecnologici per motivi di interesse industriale che non sempre rendono il prodotto di migliore qualità.
Non so quanto le persone oggi si soffermino ad osservare la bellezza della natura e tutte le forme di Arte che la rappresentano, dato che il ritmo tecnologico moderno è sempre più veloce.
La saga di Artesia apre una riflessione su ciò che potrebbe accaderci in un prossimo futuro.


Quali sono le tematiche più importanti del libro?

Serena Biagini

A: l’Arte espressa  dalla simbologia di Artesia rappresenta una Bellezza Buona, contrapposta alla simbologia di Koros, principe del Male, queste due Parti però si incontreranno e dal conflitto nascerà una Sintesi nuova che si manifesterà dentro e fuori gli animi dei personaggi.
B: l’Amicizia, i ragazzi impareranno a diventare un vero gruppo.
C: la prima adolescenza con tutta la sua metamorfosi corporea e psicologica che porterà ciascuno di loro a scoprire il proprio Io, non senza un conflitto interiore. L’incontro con i primi amori.
D : il valore della famiglia e il primo distacco da essa dei figli.
E : la Speranza, portata avanti dal gruppo dei ragazzi di poter realizzare un mondo migliore e la forza di lottare e non arrendersi anche nei momenti più difficili.
F: valorizzare la protagonista femminile dell’avventura per incoraggiare le donne anche le piccole donne verso il cammino di una parità di genere con il maschile nel rispetto di una complementarietà di genere.

Lorenzo Paoli
Sicuramente l aspetto più importante è l'equilibrio da trovare tra tecnologia ed Arte, sperando che quest’ultima non perda mai il suo antico splendore. Se da una parte la tecnologia ci è utile ma rischia di annichilirci a livello emotivo comunicando con messaggi immediati e troppo semplificati, l'Arte ha il vantaggio di poter ridestare con la sua BELLEZZA le nostre sopite emozioni.
L’Arte ci comunica quasi sempre un messaggio complesso mai troppo semplificato e ci aiuta a contattare le nostre emozioni oltre che stimolare le nostre riflessioni.


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della vostra vita?

Serena Biagini
La scrittura rappresenta  il rapporto con il mio mondo interiore, mi stimola a riflettere e ad esprimere ciò che rielaboro dall’incontro con gli altri, anche in relazione alla mia professione.
Amo scrivere anche poesie dove si rispecchiano le gioie e i dolori della mia vita.
Mi aiuta a mantenere viva la mia creatività.

Lorenzo Paoli
La scrittura è una forma di Arte e come la Pittura, che rappresenta la mia passione e il mio lavoro, può creare e comunicare immagini ed emozioni, mondi, idee.
Scrivere è impegnativo perché richiede soprattutto molto tempo, ma può fornire informazioni e suscitare emozioni in modo sempre diverso e preciso.
Per me la scrittura rappresenta il primo step quando un’idea si affaccia alla mia mente e cerco di collegarla al momento che sto vivendo, poi la sviluppo anche attraverso altre forme di arte, come disegno, pittura, video.


Che scrittori vi piacciono e vi ispirano?

Serena Biagini
Neil Gaiman (American Gods)
Marion Zimmer Bradley (Le nebbie di Avalon )
Niccolò Ammanniti (Io non ho paura )
Margaret Mazzantini ( Non ti Muovere )
Elena Ferrante (L'Amica Geniale e gli altri )
James Hillman (Il codice dell Anima ecc..) ed altri.

Lorenzo Paoli
Non ho uno scrittore preferito, se una trama o una storia è avvincente, è scritta col cuore, in maniera profonda, sicuramente mi coinvolge. Ciò che amo della lettura e della scrittura è che quando inizio una storia ed essa si rivela interessante mi obbliga quasi a restare incollato al libro per curiosità e per me quella storia è valida.


Progetti futuri?

Serena Biagini
Concludere i libri della saga poterli pubblicare e vendere, sperare in un adattamento cinematografico con lungometraggio o una serie TV animata, continuare a scrivere Fantasy e non solo.

Lorenzo Paoli
Molti e molte idee creative si affacciano alla mia mente, sicuramente le priorità includono la Trilogia di Artesia con la speranza che la saga si diffonda e possa essere conosciuta e tradotta in altre lingue, arrivando così all'estero, dove attualmente vivo.






sabato 22 febbraio 2020

Intervista a Nicola Cicchitelli

Intervista a Nicola Cicchitelli, autore del libro “I colori della passione”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlaci della tua nuova opera, come nasce? 

Buongiorno, le idee basi su cui si fonda il libro le ho concepite circa due anni, due anni e mezzo fa, già prima di pubblicare la precedente opera poetica “Vivido, vibrante violin”. Tutto è nato dal mio recente interesse per la moda femminile. Punto di riferimento importante, a questo riguardo, è stata l’assidua lettura del settimanale “Donna” di “Repubblica”. In un numero si parlava di alcune stiliste africane e lì si è accesa la lampadina: “Perché non scrivere un libro che unisca la moda al mondo africano?” Per completare il quadro, poi, è arrivato uno speciale della stessa rivista dedicato alle donne che si sono distinte per il ruolo importante avuto nella società in tanti campi, tra questi quello relativo alla lotta contro la discriminazione razziale, in particolare dei neri. La protagonista, in questo caso, è Alicia Garza, una delle tre fondatrici dei “Black Lives Matter”, movimento di lotta per i diritti dei neri e contro la violenza della polizia, nato negli Stati Uniti. A questo punto avevo due ottimi elementi su cui far ruotare la narrazione: la lotta per i diritti dei neri e la moda. La protagonista, di origine nigeriana, abbraccia tutti e due questi nuclei.
Un’altra idea che vorrei menzionare, presente nella mia mente ben prima di iniziare a scrivere, è l’esordio drammatico del romanzo che coinvolge la protagonista insieme al suo fidanzato a Washington, capitale politica degli Stati Uniti, dove la medaglia ha due facce: il potere politico e di dominio e la più drammatica discriminazione sugli immigrati, in particolare i neri.



Quali sono le tematiche più importanti di questo tuo nuovo libro?

Come si evince dal titolo del libro, la tematica fondante è la passione della protagonista nella lotta per difendere, affermare e promuovere i diritti dei neri. Feimata, l’eroina dell’opera, dopo aver sperimentato - in prima persona - la crudezza della vita degli afroamericani negli Stati Uniti, decide di spendersi con forza nelle fila dei “Black lives matter” (BLM), perché, come dice il nome del movimento, ogni singola vita dei neri conta. Nel romanzo sono citate, attraverso i discorsi di alcuni attivisti, le figure dei “leoni” che hanno speso la vita per la giustizia razziale, Martin Luther King, Frederick Douglass (l’abolizionista della schiavitù dei neri) e Rosa Parks. Sulle loro orme e sulle fondamenta della cultura e orgoglio nero, nasce l’attuale movimento BLM.
In seconda battuta, l’altra tematica che arricchisce la narrazione è un’altra passione della protagonista, il disegno e la moda femminile. È l’amore per la bellezza dei vestiti, espressione della propria personalità e cultura, in questo caso anche africana. All’inizio del libro è presente una collezione di questo continente. A questo elemento si unisce quello del gioco e della sensualità che traspare dalle linee più scollate dei vestiti e dai collant disegnati egregiamente, come i vestiti africani, dall’illustratrice Sara Tomaselli. La forza della moda, come emerge dal libro, è anche quella di contaminare di bellezza le strade del mondo e di arricchirle con culture differenti.
Per concludere, vorrei aggiungere che questo libro, nel suo piccolo, vuole dimostrare che l’integrazione tra etnie e culture diverse è possibile come ci suggerisce la progettualità di Feimata e il suo essere nomade tra l’Africa, gli Stati Uniti e l’Italia. Il romanzo racconta, inoltre, del ritorno di Feimata alle origini africane e di sorprendenti incroci che la vita a volte regala.



Come è stata la collaborazione con l’illustratrice del volume, Sara Tomaselli?

La collaborazione con l’illustratrice Sara Tomaselli è stata ottima per diversi motivi. Per il confronto ampio su tutti gli aspetti inerenti all’illustrazione: dalla ricerca dei modelli e delle tendenze, dei soggetti da rappresentare a una prima idea con i bozzetti e all’accurata illustrazione definitiva. Sara ha apprezzato fin da subito il soggetto, la trama e i contenuti narrativi e questo ha facilitato il lavoro. È importante la comunanza di idee! Anche io ho potuto dare valore ai disegni che mi ha mostrato la prima volta che ci siamo incontrati. Fondamentale, visto il soggetto narrativo, è stata la sua accurata esperienza nel campo della moda e l’essenziale contributo fornito per la copertina, nata da una sua brillante idea che rispecchia il nocciolo della narrazione.



Progetti futuri?

La mia idea è quella di continuare sul versante della narrativa. Ho già in mente in grandi linee il soggetto narrativo ma non voglio svelarlo. Sto iniziando a documentarmi, ma il lavoro è ancora lungo.

midgard.it/icolori_dellapassione.htm

mercoledì 19 febbraio 2020

Intervista a Fabrizia Fioroni

Intervista a Fabrizia Fioroni, in arte Brisa, autrice del libro “Ricordi di una principessa clandestina”, edito nella Collana Poesia della Midgard Editrice.





Buongiorno, parlaci della tua nuova opera, come nasce?

Salve, “Ricordi di una principessa clandestina” è il mio secondo libro di poesie e nasce proprio come conseguenza del mio primo libro, “Frammenti” (Midgard 2016, seconda edizione 2018). Si tratta della continuazione di un viaggio, il mio viaggio introspettivo, questa volta affrontato con più maturità, ma sempre con molta curiosità. A differenza di “Frammenti”, che ho scritto durante un decennio della mia vita, tra l’adolescenza e la prima gioventù, “Ricordi di una principessa clandestina” nasce in forma onirica, proprio così, mi svegliavo di notte con la poesia praticamente già fatta. Ovviamente, rileggendo le varie poesie nei giorni seguenti, c’era sempre qualcosa da modificare, però l’essenza della poesia si manifestava durante il sonno, infatti sul mio comodino non potevano mancare mai un quaderno ed una penna.



Quali sono le tematiche più importanti di questo tuo nuovo libro?

Il tempo ed i ricordi, infatti è lo scorrere del tempo che dà vita ai ricordi.
Il viaggio inizia con l’unica poesia con rima, soave rispetto ad altre, come se succedesse in un tiepido giorno di sole:

ECLISSE
Tra la luna e il Sole,
mancano le parole,
quelle che non diciamo,
ma quelle che confessiamo.
Quella che sono
e quella che sono stata.
Tra la Luna e il Sole
mancano le parole.
Spero che un giorno
esista un’eclisse
per poter capire
quello che volevo dire.

Ma subito dopo il temporale:

CAOS
E questo frastuono
di idee confuse
trasforma in silenzio
i rumori della strada.

Per finire:

GOCCE
Le gocce
eterno tintinnio.
Gocce di pianto,
gocce di felicità.
Gocce di mare,
gocce di neve.
Gocce di lacrime
tristi e felici.
Gocce.
Ho riempito il mio cuore.
Gocce.

In sostanza si tratta di un viaggio a lieto fine, con il cuore pieno di emozioni.
È come se ogni goccia rappresentasse una poesia.
Altre tematiche, sono per esempio, la contrapposizione fra il sentirsi sicuri ed insicuri, ed i vari personaggi femminili che mi accompagnano in questo viaggio, ognuno con caratteristiche proprie e differenti. E riguardo alla tematica che dà vita al titolo, l’unico modo di scoprirla è leggendo il libro.


Quali sono gli autori e le autrici contemporanee e non di narrativa e di poesia che apprezzi di più?

Senza neanche pensarlo Giacomo Leopardi. Le sue poesie, che non mi stanco mai di leggere, e che riescono sempre a commuovermi, sono la luce in ogni testo che scrivo, la mia ispirazione. Apprezzo moltissimo anche Charles Baudelaire, e un po’ tutti i poeti maledetti e Pablo Neruda, le cui metafore mi fanno venire la pelle d’oca, ogni volta che leggo le sue poesie. Fra le donne Alda Merini è sicuramente la mia Musa.



Progetti futuri?

Appena sfornato “Ricordi di una principessa clandestina” ho già scritto nuove poesie, quindi prevedo l’uscita di un terzo libro. Ancora devo capire se sarà la continuazione del viaggio, o qualcosa di completamente nuovo. Questo non si può decidere, non si può programmare, ma saranno le stesse emozioni, incontrollate ed incontrollabili, che daranno vita al nuovo libro.

midgard.it/ricordi_diunaprincipessa_clandestina.htm

#ricordidiunaprincipessaclandestina #brisa #fabriziafioroni


lunedì 10 febbraio 2020

Intervista ad Anna e Tullio Agostini

Intervista ad Anna e Tullio Agostini, autori del libro “L’incontro”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlateci della vostra opera, come nasce? 

A. Buon giorno, Fabrizio. Sai bene quanto sia oggetto di perplessità e di contraddizione il venire a capo della corretta genesi di una storia. Qualsiasi storia, e dunque anche la nostra. Per provare a farlo, comunque, è necessaria una premessa. 
Siamo due fratelli con molti anni di vita alle spalle e che, come forse accade ai più, “si vedono” o “si sentono” quelle volte imprecisate dell’anno per relazionarsi sulle cose più banali come la salute, gli affari… la routine, insomma. Niente di strano fin qui.  
E’ accaduto poi un giorno (assolutamente per caso, tengo a dire) che, in tale ambito, in una di quelle chiacchierate che potremmo definire informali, siano “scappate” due reciproche ammissioni fuori le righe: una confidenza (quella di tenere entrambi nel cassetto una sorta di manuale di pensieri e considerazioni personali di vario genere, per ciascuno di noi motivo di riflessione e di riferimento) ed un desiderio (voler provare a raccogliere e mettere insieme tali pensieri – dell’uno e dell’altra – cercando di racchiuderli in un unico contesto). 
Il senso dell’eventuale operazione - che traeva origine da un guizzo di spirito fraterno quel giorno, appunto, inspiegabilmente più vivido di sempre – sarebbe stato, in primis, quello di creare un’opera comune allo scopo di rafforzare le nostre convinzioni, ritrovare qualcosa del passato che potesse avere un senso condivisibile e al tempo stesso lanciare un paracadute salvifico per entrambi, costituito da una più cementata intimità in vista del futuro e delle sue inevitabili insidie e solitudini.
Ciò ha fatto sì che nascessero in modo spontaneo i personaggi di Giulio e di Vittoria dalla penna, rispettivamente, di mio fratello e della mia. Ma questo è stato solo l’inizio, in realtà.
Ci siamo resi subito conto che i due protagonisti avrebbero dovuto ben presto staccarsi da noi e vivere una vita propria. Per far ciò avrebbero avuto bisogno quindi di una “loro” storia, di un “loro” percorso.
Così a poco a poco abbiamo creato e delineato i nostri due eroi a cui capitolo per capitolo, abbiamo cominciato a voler bene e per amore dei quali a fabbricare le necessarie vicende di sostegno che hanno dato origine alla costruzione del romanzo.

T. Nessuno ci crederebbe ma il tutto è partito da una chiacchierata informale fatta su un terrazzo al sole di Fregene. Mi ricordo che si parlava del più e del meno e che l’idea del romanzo nacque per una sorta di scommessa fatta con noi stessi naturalmente. Per il resto credo di poter essere d’accordo abbastanza con quanto detto da mia sorella.


Quali sono le tematiche più importanti del libro?

A. Il romanzo, come appare abbastanza evidente, ha la sua parte fondante nell’essenza della corrispondenza che si scambiano i due protagonisti della storia, i due ex compagni di liceo, ormai adulti, che si sono ritrovati per caso faccia a faccia, in un contesto del tutto anonimo.
Siamo dunque partiti da una base di carteggio epistolare per poter in qualche modo mettere a fuoco quel canovaccio originario di cui parlavo prima ampliandolo, però, modificandolo, se del caso e mettendolo a confronto con una realtà oggettiva che cercava di andare in più direzioni accogliendo spunti e convincimenti eterogenei, a volte estranei al nostro stesso bagaglio e, nel far questo, lentamente si smarcava dalle rispettive individualità.
Ecco, potremmo dire che i personaggi di Giulio e di Vittoria sono nati proprio nell’iter di questa ricerca e hanno trovato fisionomia e carattere all’esito di questa ricerca. Come se dai loro volti e sopra tutto dalle loro parole fossero affiorati i temi fondanti della vita ai quali in qualche modo, “a loro modo” essi provavano a dare risposta.
Per quanto riguarda i temi… io posso parlare per il personaggio di Vittoria che ho cercato di costruire al netto di quanto sopra.
Un tema è di certo la fragilità. La fragilità di Vittoria che paradossalmente costruisce forza, ossatura alla sua stessa limitatezza. Vittoria dice di non credere alla resilienza ma in realtà è la sua stessa vita ad esserne una incredibile campionatura.
Altro tema: la speranza che non cessa di tessere la sua tela in qualunque momento, in qualunque situazione. Vittoria è una grande sostenitrice dell’apporto positivo che la speranza implica nella vita di ciascuno.
Da ultimo, il destino che svolge sempre una parte importante nello scompigliare i giochi di ognuno di noi.

T.  Il romanzo, nel personaggio di Giulio, vuol sottolineare il travaglio interiore di una persona che, malgrado ogni sforzo, non riesce ad affrancarsi dalle origini.


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della vostra vita?

A. La scrittura svolge un compito di chiarezza. La scrittura è bella, è seducente. Serve a dare alla vita un senso compiuto e un tentativo di slancio verso obiettivi più forti e significativi. Ci esalta, ci dà ossigeno.

T.   La scrittura mi attrae e mi dà modo a volte di superare me stesso e i miei limiti.


Che scrittori vi piacciono e vi ispirano?

A.  Al podio certamente la Yourcenar per le lezioni apprese da letture e riletture del suo meraviglioso Memorie di Adriano. A seguire, Virginia Woolf per il piacere estetico che ha saputo trasmettermi Gita al faro, in cui si fondono e confondono bellezze di forma e contenuto e Jodi Picault con la sua travolgente storia di La bambina di vetro che ti inchioda dalla prima all’ultima pagina del romanzo. Poi naturalmente i classici.
Poi la fantasmagoria di un Peter Pan tra i giardini di Kensington. E ancora, la filosofia di Galimberti, la mistica e la saggistica di Fosco Del Nero... Ce ne sarebbero ancora tanti altri.

T. Mi vengono in mente la Bartlett e i suoi polizieschi, di cui ho letto tutta la serie ma non solo: il libro “Mai nessuno ti troverà” resta per me il suo capolavoro.   
E poi Gianrico Carofiglio, John Grisham …
Naturalmente non solo questi.


Progetti futuri?

A. Riuscire a portare a termine il racconto che sto scrivendo nei tempi richiesti (che sono brevissimi!) dagli addetti ai lavori.
Collaudare la mia seconda raccolta di favole.
E poi… e questo è veramente un sogno nel cassetto: tentare l’approccio di un romanzo costruendolo alla maniera di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” ma… l’idea che Calvino possa sbeffeggiarmi a lungo nei sogni mi fa un po’ paura. 

T. Mi piacerebbe riprovarci almeno un’altra volta, anche con mia sorella.






lunedì 3 febbraio 2020

La Grande Ragnatela

di Silvina A. Bentivegna






LA VIOLENZA DI GENERE e la violenza familiare, manifestate
attraverso l’aggressione fisica, sessuale, verbale e psicologica,
e propriamente la violenza contro la donna – quella
che gli uomini utilizzano contro le compagne per mantenere
una relazione di discriminazione, di disuguaglianza e di potere
– generalmente si producono in un ambito privato, in casa.
Costituiscono fatti di tale dimensione e gravità, che quando
diventano cronici producono crisi violente nelle coppie o nel
gruppo familiare, mettendo a rischio la vita stessa delle persone.
Come sostengo sempre l’intervento di uno specialista nella famiglia
è un elemento sine qua non, al fine di rompere lo schema
violento installato nella coppia o nel gruppo familiare.
Durante queste crisi possiamo vedere il maltrattamento infantile,
le cui vittime risultano essere i figli, l’abuso sessuale subito
da un bambino o da una bambina, accadere in un contesto familiare
basato su relazioni di fiducia e di potere, provocando di
conseguenza un danno reale o potenziale per la salute, lo sviluppo
e la dignità dei figli.
La violenza familiare e l’abuso sessuale nell’infanzia non sono
un problema recente, e se prima era considerato un problema
privato, pensando che i panni sporchi si lavano in casa, ora si
considera una questione sociale. Negli ultimi decenni la violenza
familiare, domestica, contro la donna e l’abuso sessuale
sono sempre più presenti nella nostra società, essendo statisticamentele donne e i bambini i più violati.

TIPI DI VIOLENZA
Esistono diversi tipi di violenza di cui una donna può essere
vittima. Non solo può rimanere coinvolta nella violenza fisica e
psicologica: esistono altre forme di violenza che di solito sono
presenti in una relazione, anche se molte volte non sono visibili,
come la violenza economica, sessuale e ambientale.

Qui di seguito indicherò i tipi di violenza in questione:

Violenza fisica
Questo tipo di maltrattamento è caratterizzato dall’esercizio
della violenza attraverso il picchiare con i pugni la donna o le
pareti, ferire il corpo, tirare i capelli, mordere, spingere, lanciare
oggetti, bruciare il corpo della donna, cercare di affogarla,
pizzicarla, sputarle addosso, distruggere i suoi oggetti personali,

domestici o quelli di valore sentimentale.

Violenza psicologica
Questo tipo di maltrattamento si manifesta insultando la donna,
umiliandola. L’uomo cerca di far passare la donna per una
pazza o una persona inutile, la colpevolizza di tutto quello che
succede, ignora la sua presenza, la guarda con disprezzo, le fa
scenate di gelosia e sospetta continuamente di qualsiasi cosa, la
minaccia. Di solito ha il controllo di tutto, come del cellulare,
social network, posta elettronica, ecc. ecc.
A volte può succedere che la privi delle sue necessità basiche,
come il sonno o il cibo; può anche indurla al suicidio o minacciarla
di suicidarsi.
Questi uomini presentano certe caratteristiche anche con gli
animali domestici, trattandoli con sconsideratezza o esercitando
su di loro diversi tipi di maltrattamento.
Allo stesso tempo è comune che facciano regali alle vittime per
poi toglierglieli. È frequente che questi signori isolino le donne
dall’ambiente che le circonda – amicizie, familiari – le convincano
a lasciare il lavoro e fi niscano per isolarle completamente,
per poi non permettere che escano di casa.


Violenza sessuale
Questo tipo di volenza consiste nel costringere o sommettere
una donna ad avere relazioni sessuali senza il suo consenso. In
questa occasione farò riferimento solo alla violenza eseguita nella
coppia, dato che esistono molteplici modalità.
Seguendo quest’ordine di idee nell’ambito di un matrimonio,
di una relazione affettiva, generalmente la violenza di tipo
sessuale si manifesta attraverso l’esercizio della forza fisica da
parte dell’uomo verso la donna. Può usare armi o altre forme
intimidatorie: per esempio una minaccia, ricatti, o rifiutando
molte volte l’uso di contraccettivi. Questa forma di agire dell’uomo

irrompe nella sessualità della donna, ferendo la sua autodeterminazione.

Violenza economica
Possiamo definire questo tipo di violenza come quella che esercita
il marito o il compagno di una donna per compromettere il
suo patrimonio o le sue risorse. Questo esercizio si può eseguire
in diversi modi: uno di questi è che il marito si appropri dei suoi
beni, glieli sottragga o li distrugga. Può distruggerle gli strumenti
di lavoro, limitare le sue risorse economiche o privargliele, e a
sua volta limitare o controllare il suo reddito.
A volte loro stessi non danno alle donne il denaro sufficiente
necessario a coprire le necessità basiche e poi recriminano contro
una loro supposta cattiva amministrazione.
Inoltre è comune che questi uomini si indebitino o vendano effetti
personali di nascosto, simulino imprese, società, eccetera,

con i soldi della donna.

Violenza ambientale
Si tratta dell’esercizio violento dell’uomo, che rompe e lancia
oggetti per spaventarla, distruggendo quello che per lei ha un
valore sentimentale. Inoltre includo in questo tipo di violenza
– che più di una donna mi ha descritto durante le consultazioni
nel mio studio – anche il guidare in modo violento.


Estratto dal volume "La Grande Ragnatela" di Silvina A. Bentivegna, Midgard Editrice 2019