giovedì 20 maggio 2021

Intervista a Elisa Venturi

Intervista a Elisa Venturi, autrice della graphic novel "Gabriel. Shattered Diamonds" pubblicata nella Collana Imago della Midgard Editrice.





Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 

La mia opera possiamo dire che è nata da un’idea che ebbi alle superiori e si è potuta concretizzare solo durante il lockdown che si è verificato nel 2020 a causa del COVID. Purtroppo per i miei numerosi impegni universitari e poi per via del mio attuale lavoro il tempo era sempre poco per dedicarmi a quella che era la mia vera vocazione. Gabriel Shattered Diamonds è la mia prima opera fumettistica nata da tutte le mie passioni  con la necessità di raccontarmi tramite allegorie intraprendendo una strada fantastica... è un qualcosa che fin da bambina avevo il desiderio di far arrivare al lettore.


Quali sono le tematiche più importanti di Gabriel?

Innanzitutto il fumetto è di impronta dramma-horror. Tratta tematiche come la famiglia, l’importanza di essa, ma anche i problemi che ne derivano all’interno, dove tutto si intreccia con questi avvenimenti soprannaturali che spingono il protagonista e la coprotagonista ad incontrarsi e lavorare insieme, ovviamente ci sono anche altri personaggi che avranno un ruolo importante per la storia dei due. E per ultimo, ma non meno importante, è l’aspetto horror-fantasy, che può ricordare un po' la storia di Frankenstein, in quanto i morti che vengono riportati in vita hanno modalità di pensiero concreto che diverge molto dai soliti morti viventi, ed è qui che alla fine ha luogo la storia.. Sul perché avvengono queste cose, lo scopo.


La storia avrà un seguito?

Ovviamente la storia avrà un seguito perché le cose che accadano sono molte, nel primo volume ho narrato veramente l’inizio lasciando il lettore con molte domande... che possono avere risposta solo proseguendo il racconto con il prossimo volume che sarà un po' più lungo del primo. 


Che artisti ti piacciono e ti ispirano? 

Di artisti che mi hanno ispirato ce ne sono molti: da fumettisti, scrittori e anche registi. La prima che ha avuto un forte impatto iniziando dalla mia infanzia è Naoko Takeuchi, disegnatrice e scrittrice di Sailor Moon. Posso dire che fu fondamentale per indirizzarmi alle mie reali passioni. Crescendo ho letto molti autori, sia italiani che americani, alcuni anche coreani. Che mi hanno aiutata a definire un mio stile. Come l’illustratore Luis Royo, che mi ha affascinato con la sua creazione di disegni fantasy con donne molto belle. Poi ci sono i registi come Tim Burton, che effettua disegni per i suoi film animati molto Horror. E in fine vari autori di Marvel e DCcomics. Un fumettista italiano di cui ho avuto il piacere conoscere e assistere a un suo workshop nel periodo universitario proprio a Perugia, è Riccardo Federici, lo considero un Dio del disegno.




sabato 8 maggio 2021

Intervista a Chiara Scialabba

Intervista a Chiara Scialabba, autrice del romanzo “(il) Mondo Dentro”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.







Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 

È un diario che nasce nel corso della quarantena dello scorso anno come uno strumento per dare un senso a quel periodo assurdo che stavamo vivendo. Penso che quel periodo sia stato segnato dall’incredulità e dalla difficoltà ad accettare la tragedia che ci era crollata addosso improvvisamente. Era necessario mettere ordine negli eventi che si susseguivano e lasciare un segno tangibile di un momento che possiamo definire storico registrando, non solo le notizie di cronaca, ma, soprattutto, le emozioni e le implicazioni psicologiche. Come scrivo nella premessa del libro, inizialmente lo scopo era quello di lasciare una testimonianza nello stretto ambito familiare, successivamente, è stata la reazione degli stessi familiari, con cui ho condiviso i primi pensieri, a farmi capire che andava trasmesso anche agli altri che, magari, non hanno vissuto le stesse esperienze ma, sicuramente, le stesse emozioni.



Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?

Il diario prende spunto da tutto ciò che vivo e quindi da ciò che sono, per cui le tematiche sono strettamente legate alla mia vita, dalle dinamiche familiari in un contesto in cui si trovano figli adolescenti alla scuola e quindi la DAD, dalla Parrocchia, anch’essa segnata dalla pandemia, alla vita del piccolo paese e del quartiere. L’essere insegnante in quanto educatore emerge tra le righe delle tante sezioni del libro dedicate alla scuola. E’ chiaro che le mie passioni come l’arte e la politica così come la mia fede entrano prepotentemente nelle riflessioni che faccio perché, come svela il titolo un po' particolare del libro, (il) Mondo è stato chiuso Dentro e questo ha fatto sì che il mio Mondo Dentro sia diventato il protagonista del libro. 



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Mi è sempre piaciuto scrivere, conservo ancora gelosamente i miei temi della scuola elementare e ricordo che il classico tema di italiano a scuola per me non è mai stato un problema. Il mio problema è sempre stata la punteggiatura perché il pensiero si trasferisce in modo fluido sulla carta come se stessi parlando. Anni fa avevo anche scritto un racconto che però ho tenuto dentro un cassetto perché non ho mai sentito l’esigenza di pubblicarlo, magari ci ripenso! A volte è più facile dire qualcosa di importante ma, soprattutto, di intimo scrivendo anziché parlando. La scrittura si coltiva però anche con la lettura, leggere ti aiuta ad elaborare un tuo pensiero e poi diventa più facile trasferirlo sulla carta. Purtroppo uno dei mali del nostro tempo è la mancanza di lettura e questo si trasferisce in un linguaggio limitato, poco corretto e soprattutto povero.



Che scrittori ti piacciono e ti ispirano? 

Non posso dire di avere delle fonti di ispirazione anche perché non sono una scrittrice e nemmeno di avere un genere predefinito. Ho letto i libri più svariati. Il genere avventuroso di Jules Verne, soprattutto da ragazza, come alcuni classici, la narrativa mi ha sempre appassionato ma, sicuramente, i libri che portano ad una lettura introspettiva occupano uno spazio privilegiato. Potrei citarne alcuni che secondo me mi hanno segnato profondamente “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro, “1984” di George Orwell, “Se questo è un uomo” di Primo Levi.







martedì 4 maggio 2021

Intervista a Sabrina Santoro

Intervista a Sabrina Santoro, autrice del volume “Antonino e la melodia magica”, edito nella Collana Fiabe della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlaci di “Antonino e la melodia magica”, come nasce? 

Antonino nasce in un pomeriggio qualsiasi trascorso in casa con mio figlio e la voglia di mettere su carta alcune delle tante favole serali raccontate dalla sua nascita a circa un paio d'anni fa. Così, mentre io tentavo di ricordare storie perse nella memoria di parecchie centinaia di sere assonnate, Elia, mio figlio, ha iniziato a scrivere la sua. 

Il tema non poteva che essere la musica, che lui tanto ama.

Antonino, invece, è il nome del mio nonno paterno, che mi è parso calzare a pennello sul nostro personaggio. 


Quali sono le tematiche più importanti dell’opera?

Le pagine sono percorse dalla musica. Parole e relazioni si intrecciano sulle righe di un pentagramma e proprio dalle note e dalle loro combinazioni nasce una lingua salvifica, comprensibile solo a chi sa farla propria. 

Il racconto è un susseguirsi di imprevisti tra cui il protagonista si muove dapprima con paura e smarrimento, per poi appellarsi a intuizione e spirito di adattamento.  Grazie ad essi ristabilisce equilibrio attorno, si circonda di nuovi affetti e raggiunge la salvezza, che nel suo caso s'incarna nel ritorno a casa. 

Proprio dall'imprevisto nasce la scoperta di una nuova passione, la musica, a provare il fatto che dietro ogni avvenimento inatteso si nasconde un'opportunità.


Come è stata la collaborazione con tuo figlio Elia Fellerini?

La parola collaborazione rivolta a mio figlio me lo fa immaginare molto più grande di quel che è. Abbiamo giocato con impegno, ecco come sento di poter definire la nostra esperienza. Solo alla fine ci siamo resi conto di aver creato qualcosa di bello ed emozionante, così il gioco si è trasformato in progetto.

Elia ha ora quasi 11 anni, l'età perfetta per le prime consapevolezze e per iniziare a relazionarsi col mondo adulto in modo responsabile. Perciò ho voluto ampliare il nostro piccolo obiettivo privato e legarlo ad AIRC, perché anche lui capisse che le energie vanno spese per una giusta causa. Vedere che supera il comprensibile orgoglio per la nostra creazione per riflettere su fini più importanti rende questo momento ancora più speciale. In conclusione, credo di non aver mai avuto partner migliore!


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?

Amo molto romanzi e storie ispirate alla realtà e all'Oriente. Tra i miei scrittori preferiti, primo fra tutti, Cesare Pavese, Kader Abdolah, Jennifer Egan, Alessandro D'Avenia, Edmondo de Amicis (adoro Costantinopoli), Harper Lee, Naghib Mahfuz, Susan Abulhawa, tutta la letteratura russa, Salman Rushdie con cui ho un rapporto contrastato, ma potrei continuare con una lista lunghissima, sempre aperta a nuovi autori. 

Il mondo delle fiabe mi è paradossalmente meno familiare, ma posso elencare alcuni autori per ragazzi che mi hanno fatto scoprire un punto di vista nuovo, come Beatrice Alemagno e il suo Che cos'è un bambino. Cerco di seguire le letture di Elia, che, soprattutto ultimamente, mi consiglia i libri appena letti. Così ho scoperto il fascino della mitologia raccontata da Rick Riordan, l'umanità di R.J. Palacio, Luigi Garlando, Viviana Mazza e ho ripreso tra le mani un insuperabile Gianni Rodari.







sabato 1 maggio 2021

Incontro con lo scoiattolo

 di Corrado Solari e Paola Micoli.





Incontro con lo scoiattolo


Un giorno di quella primavera suonò come al solito la tanto attesa campanella. 

Erano le dieci e quindici. Davanti al portone della scuola, seduto su un panchetto sghimbescio tenuto insieme alla bene e meglio, in giardino, ci attendeva sempre un contadino con una grande cesta, che offriva ai bambini o a chi la volesse una mela rossa e lucida che sembrava nuova. 

Con Miria correvamo a sederci sotto un albero per raccontarci le nostre cose, ingenue e maliziose. 

In un attimo fummo scosse da un clamore concitato proveniente dai bambini della mia classe, che tiravano pietre verso un albero. 

Partii di scatto verso quell’albero. Un brutto presagio mi faceva battere forte il cuore. 

Giunsi sul luogo e vidi che stavano scagliando pietre contro l’albero, dove degli scoiattoli terrorizzati saltavano da un ramo all’altro schivando la sassaiola. 

Erano tre bestiole che nel marasma della corsa sembravano dieci. 

Era tutto uno sfrondare di rametti e foglie, che cadevano fra gli incitamenti e sassate. 

Gli scoiattoli correvano a rifugiarsi sempre più verso la cima dell’albero.

Mi piazzai davanti ai bambini, decisa e minacciosa, gridando: “Smettetela! Smeeettetelaaaa! Cosa vi hanno fatto queste creature? Cosa ci trovate di divertente a colpirli? Perché lo fate? Finitela!” 

Gli gridavo che loro non potevano difendersi. 

“Se siete così stupidi da non poterne fare a meno, tirate a me i sassi e la- sciate in pace loro. Li state terrorizzando! Smettetela, capito?!?” 

Tutti i ragazzini nel parco mi fissavano, avevano smesso di lanciare pietre. 

Qualcuno, mollando la presa, lasciava, non visto, scivolare a terra gli ultimi sassi. 

Notai che la maestra, poco distante, mi soppesava con un lungo sguardo, meravigliato e compiaciuto, nello scoprirmi così battagliera. 

Poi ad alta voce battendo le mani disse: “Pausa finita, in classe!”

Le chiesi il permesso di potermi intrattenere ancora qualche minuto in giardino con Miria, per potermi calmare. 

Me lo concesse, tradendo un sorriso, ed io chiamai Miria, che corse subito da me.

Ci sedemmo sull’erba, proprio sotto quell’albero, e per la tensione mi si sciolsero alcune lacrime, che Miria osservava muta. 

Poi sbottò: “Ora neppure te sopporteranno più e sarai insultata al pari mio.”

Lì per terra, sotto quell’albero, mi strinse in un abbraccio solidale, commosso, da sembrarmi fatto con il suo stesso cuore.

Oddio! Provai stupore, meraviglia, contentezza e, quasi non ce la faccio a raccontarvelo. 

Poco dopo mi trovai a tu per tu con uno degli scoiattoli. 

Mi si appoggiò sul ginocchio e mi fissava, con i suoi occhietti dentro ai miei, Miria immobile, incredula. 

Io e lo scoiattolo fummo attraversati da una sensazione intensa, indefinibile, direi magica. 

Sapevo bene che certi colloqui, diciamo fra diversi, avvengono spesso e che noi non ci accorgiamo di quanto gli animali vivano di noi e in noi, di quanto loro si nutrano delle nostre emozioni e noi delle loro.

Avvertii nella sua visita la minuscola gratitudine di uno scoiattolo che sa avvolgerti tutta. Lo sentivo come affiliato alla mia anima per averli salvati.

Miria immobile stentava qualche sillaba: “Ma... cosa succede, stai bene?” Con voce soffocata ma intensa : “Isabeeeel, fammi capire... perché quello scoiattolo sta da te e ti guarda senza timore?”

In un baleno il piccolo animale saltò elegantemente su uno, due tre rami e sparì confuso fra le foglie.

Miria allora prese coraggio: “Perché vi siete guardati negli occhi, fissi, per tanto tempo? Non capisco, dimmi...”

Simulai distrazione. 

Non le dissi nulla. Soltanto: “Vieni Miria, amica mia, dammi la mano e torniamo in classe.”

Mia madre e pure Eveline si raccomandavano di non raccontare certe cose, certe “intese”, all’ingresso delle anime altrui, viaggi nelle emozioni umane ed animali. 

“Perché non potrebbero capire.” 

Ma Miria è diversa e speciale, e prima di sera qualcosa le racconterò.


Estratto dal romanzo "Isabel" di Corrado Solari e Paola Micoli, Midgard Editrice


Il libro si può ordinare online su Mondadoristore, IBS e sul sito della Midgard Editrice, nelle librerie indipendenti e nelle librerie Feltrinelli.