venerdì 22 febbraio 2019

Intervista a Marco Canonico


Intervista a Marco Canonico, autore del libro “Le rivolte di Amore”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.







Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce?

L’opera “Le rivolte di Amore” è una raccolta di quattro racconti ed è nata in maniera particolare. 
L’intenzione originaria era quella di scrivere, sottoforma di diario personale, la vicenda che mi è capitata e che è narrata fedelmente nel primo racconto intitolato “Resurrezione”. Esso è nato appunto come diario per ricordare un momento particolare e difficile della mia vita. 
All’inizio l’ho scritto solo per dare sollievo alla mia anima;  poi in un secondo momento ho ritenuto giusto far pubblicare l’opera, che contiene altri tre racconti inventati ma ispirati a fatti realmente accaduti, per rendere conto a coloro che mi sono stati vicini e a me stesso di cosa fosse successo in un lasso di tempo assolutamente buio.
Posso dire che l’uscita dal tunnel è iniziata proprio con la scrittura de “Le rivolte di Amore”. Dunque per me la scrittura è stata una sorta di medicina.



Quali sono le tematiche più importanti della tua opera?

Le tematiche dell’opera sono varie: forse il sentimento maggiormente trattato è quello dell’abbandono, presente nel primo e nel quarto racconto, del dolore, della delusione.
Ma “Le rivolte di Amore” non raccontano solo storie tristi, infatti c’è anche speranza, voglia di risollevarsi. 
Ovviamente, come dice il titolo l’amore sta al centro di tutto, tuttavia ho voluto analizzarlo in modo non banale ma nelle sue particolari sfaccettature.
Nell’opera ci sono anche molti riferimenti e richiami musicali di artisti a me cari. Vorrei porre l’attenzione sul fatto che, la vita di ogni persona di qualsiasi età è piena di trappole, di interruzioni, di fregature ma anche di gioie ed è per tale ragione che va vissuta sempre al massimo: tutto ciò rientra nella mia opera che è rivolta a tutti.



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Su questa risposta sarò piuttosto breve.
Ritengo che la scrittura sia un mezzo per comunicare emozioni, un mezzo per gioire e rattristarsi a seconda delle situazioni. È semplicemente una parte di me ed è il modo ideale per far parlare di se stessi anche quando si è assenti.




Che artisti ti piacciono e ti ispirano?

Se devo essere sincero mi ispiro a un numero di artisti enorme, che vanno dalla letteratura, alla musica e all’arte. Se iniziassi a fare l’elenco completo probabilmente verrebbe fuori un nuovo libro. Visto che comunque ho citato la musica, che è uno dei fattori che tanto mi ha ispirato, posso dire che ho rivolto nell’opera la mia attenzione in particolare ad artisti come Zucchero Fornaciari e Nek. Dal punto di vista artistico amo molto le pitture di Caspar David Friedrich e, uno dei suoi capolavori “Il mare di ghiaccio”, che tra le altre cose è una delle opere che più mi emozionano, l’ho scelta proprio come immagine di copertina. Poi ovviamente ce ne sono molti altri: Delacroix, Géricault, Goya, ecc.
Invece per quanto riguarda la letteratura il mio poeta e scrittore preferito è Gabriele D’Annunzio, seguito a ruota dallo scapigliato Ugo Tarchetti di cui amo profondamente “Fosca”. Nel calderone metto anche Dino Campana e il pittore/scrittore Lorenzo Viani. Le loro opere, chi in un modo, chi in un altro mi hanno dato l’ispirazione per il mio libro e sono sicuro che continueranno a darmela anche in futuro.



Progetti futuri?

Il progetto futuro è quello di continuare assolutamente a scrivere. Ho tante idee sparse per la testa e tanti progetti e sono sicuro che da questo groviglio di pensieri uscirà fuori un altro libro: non sono sicuro se racconti o un romanzo.
Qualora scegliessi tale genere sarà un romanzo di tipo breve, in quanto amo essere coinciso e andare dritto al punto della situazione. Preferisco catapultare i lettori direttamente al centro delle questioni trattate, senza troppo preamboli.
Un altro progetto che ho in mente è anche quello di scrivere un saggio o fare un’analisi critica di qualche opera della classicità o della letteratura italiana, due argomenti da cui sono particolarmente attratto.
Come detto ho solo idee e ancora nulla di concreto, però che vi posso dire…
Occhi aperti e orecchie spalancate!


www.midgard.it/lerivolte_diamore.htm

mercoledì 13 febbraio 2019

Intervista a Roberto Tirloni

Intervista a Roberto Tirloni, autore del libro “Omonimo”, edito nella Collana Poesia della Midgard Editrice.




Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce?
Buongiorno a te, e grazie per avermi offerto l'opportunità di concedere questa intervista.
Dunque, premetto che mi risulta ancora difficile focalizzare di esser riuscito ad esordire in ambito letterario.
Soltanto un semestre fa, non avrei minimamente pensato di voler pubblicare questa raccolta
di poesie, che timidamente erano sparse all'interno di vari taccuini; poi, sul finire della scorsa estate, riordinando il materiale, ha cominciato a balenarmi l'idea di rivolgermi ad una
piccola tipografia per far stampare circa trenta copie di un volume, in occasione del mio cinquantesimo compleanno.
In quel periodo, ho ricevuto apprezzamenti da una persona competente, che mi ha suggerito di inviare il materiale a varie case editrici attive nel settore poesia; così, grazie ad una ricerca sul web ho scovato per puro caso il sito della Midgard, che è rimasta soddisfatta del mio lavoro ed ha proposto un contratto editoriale.


Quali sono le tematiche più importanti della tua opera?

Gli scritti inclusi nella raccolta sono puramente autobiografici, ed il tema principale è senza
dubbio l'amore.
Ho voluto mettermi a nudo, raccontando attimi che ho vissuto soprattutto nell'ultimo lustro, e sperando vivamente di poter restituire qualche grammo di passionalità e sentimento all'attuale epoca, che francamente, a mio avviso, risulta essere piuttosto povera in tal senso.
Pare che l'essere umano stia volgendo verso un preoccupante individualismo, perlopiù di stampo autolesionista, dimenticando la propria caratteristica di mammifero sociale.
La mia impressione è che i principali punti di riferimento, famiglia, scuola e lavoro, la banalizzazione della cultura di massa e, specialmente, l'eccessivo utilizzo di strumenti tecnologici come pc e smartphones siano in buona parte veicoli pericolosamente diretti verso il disgregamento di fondamentali valori come socializzazione, amicizia ed appunto,
amore.
Negli ultimi anni, ho conosciuto numerose persone, perlopiù coetanei, che sembrano indifferenti a tutto ciò; parecchi di essi, sono affetti da quella che definirei la “Sindrome regressiva di Peter Pan”, ultraquarantenni che tendono a comportarsi alla stregua di giovani adolescenti, consumando smodatamente bevande alcoliche e cambiando frequentemente amici e partners con disarmante facilità.
La gioia, il privilegio di conoscere una persona, frequentarsi, innamorarsi, costruire un rapporto di amicizia o di coppia concreto e duraturo, è qualcosa di unico ed irripetibile, elemento base della nostra esistenza, e credo nessuna persona dovrebbe ridimensionarne l'importanza, o addirittura rinunciarvi.
Nonostante tutto, spero vivamente che avverrà un cambiamento; nutro fiducia nelle giovani
generazioni, ai quali abbiamo il dovere di trasmettere importanti segnali, lasciare in eredità
il lato più autentico e prezioso dell'esistenza.
Da felice papà quale sono, sento che questo passaggio di testimone sia una vera e propria missione da compiere.


Qual'è il rapporto tra scrittura ed il resto della tua vita?

Per ciò che mi riguarda, scrivere è un atto puramente istintivo, e quando scatta un particolare momento, sento la necessità di annotarlo sui taccuini che, da alcuni anni, mi accompagnano sempre.
Spesso sono idee, schegge, pensieri che successivamente prendono forma; raramente mi riesce di terminare un lavoro senza modifiche più o meno significative, ma quando è accaduto, probabilmente ho realizzato i versi più soddisfacenti.
Tutto è strettamente legato alle fasi esistenziali che sto attraversando.


Che artisti ti piacciono e ti ispirano?

Sono tutt'altro che un fervente lettore e non amo particolarmente la forma romanzo.
In passato, apprezzai alcune opere di Georges Simenon ed Ernest Hemingway; più di recente, oltre a Murakami Haruki, grazie alle mie figlie mi sono appassionato nella lettura di autori come Roald Dahl e J.K. Rowling, ma non ho ancora affrontato i cosiddetti “grandi classici” della narrativa.
Preferisco cimentarmi nelle brevi distanze; in primis, adoro Emily Dickinson e Giuseppe Ungaretti.
Ulteriori punti di riferimento sono Jacques Prevert, Nazim Hikmet e Giacomo Leopardi, così come la poesia viscerale di Pablo Neruda e Federico Garcia Lorca.
Essendo da sempre musicofilo e dilettandomi in pratiche strumentali, credo che i miei scritti
abbiano un legame intimo con il mondo delle sette note.
Purtroppo non sarò mai un valido esecutore o compositore, ma ora non è più certamente un dramma; considero già un enorme traguardo la pubblicazione di questo libro, figuriamoci.


Progetti futuri?

Attualmente sono in fase di “pausa creativa”, dato che mi risulta difficile uscire dalla tipologia di scrittura che ho già sperimentato ed utilizzato.
Vorrei evitare di adagiarmi in ciò che viene definito “esercizio di stile”, ma spesso non è altro che il continuo ripetersi, utilizzare la stessa formula senza tentare percorsi differenti.
Ho ricominciato le mie timide pratiche musicali, che spero di esibire in occasione della presentazione del libro, coadiuvato da persone decisamente più abili in materia.
Mi auguro di riuscire a concretizzare questo connubio tra musica e poesia, brani musicali
intervallati dalla recitazione di alcune pagine tratte da “Omonimo”, più un paio di inediti.
Di certo, la mia vita non cambierà più di tanto; desidero soltanto uscire lievemente allo scoperto e lasciare qualcosa, una minuscola spora che possa nutrire il fertile sottobosco del nostro pianeta.


www.midgard.it/omonimo.htm


sabato 2 febbraio 2019

Intervista ad Alessandro Chiocchia


Intervista ad Alessandro Chiocchia, autore del libro “Emozioni essoteriche”, edito nella Collana Poesia della Midgard Editrice.








Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 
Emozioni essoteriche è la raccolta di alcune poesie, che ho scritto anni fa.



Quali sono le tematiche più importanti della tua opera?

Direi che sono le emozioni, come recita il titolo. Emozioni sia positive sia negative, quelle che ci fanno sentire bene e leggeri come piume e anche quelle che ci fanno stare male e ci lasciano il piombo nello stomaco e nella testa. Le ho chiamate essoteriche perché fin dalla loro nascita le mie poesie sono destinate a un pubblico il più largo possibile (essoterico è il contrario di esoterico), visto che prima di raccoglierle in questa opera le ho pubblicate sul mio blog.



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

La scrittura è un importantissimo strumento che mi consente di dare vita e forma a quello che sento dentro.



Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?

Per quanto riguarda la poesia, i miei autori preferiti sono Majakovskij, Montale e Ungaretti. Per quanto riguarda invece la prosa, il romanzo più importante della mia vita è Il barone rampante di Calvino, e ho amato molto anche Fenoglio e Camilleri.



Progetti futuri?

Scrivere un altro libro.