martedì 28 dicembre 2021

Intervista ad Angelo Cravero

Intervista ad Angelo Cravero, autore del romanzo “Il Diario del Viaggiatore”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, quali sono le tematiche principali del tuo romanzo?

Nel mio libro descrivo delle cose fondamentali per me, voglio mostrare quanto siano importanti l'amore e l’amicizia.
Il protagonista cerca nell'altro sesso la combinazione armonica, sente che senza la compagna le cose non sono le stesse e che è importante averla vicina.
Nell'amicizia le cose sono un po’ diverse, ogni persona la vive in modo diverso. Penso comunque sia un sentimento molto importante, trovare un amico equivale a trovare un tesoro.
In tutto il romanzo appaiono questi sentimenti, l’amore  e l’amicizia. Anche nelle situazioni più difficili e controverse i protagonisti trovano sempre un angolo in cui rintanarsi e l’amicizia fra di loro rinsalda i rapporti.
Condividere, vuol dire dividere, se doni a qualcuno con amore il tuo animo sicuramente sarai reputato un amico.



Nel romanzo è descritto un lungo viaggio. Ami particolarmente viaggiare?

Non amo viaggiare così tanto. Preferisco viaggiare leggendo dei libri, mi affascina di più. Posso visitare qualsiasi luogo, descrivere ogni aspetto delle situazioni che immagino. Preferisco stare a casa a scrivere al computer e lasciare la mia fantasia spaziare.



Ci sono degli scrittori o delle scrittrici che ami particolarmente e che possono averti ispirato nella scrittura di questa opera?

Uno dei miei scrittori più amati è Ken Follett, con lui ho scoperto l'Inghilterra, dall'anno mille all'anno millenovecento, ho imparato tantissimo. I suoi libri sono stati di ispirazione per le mie opere. Wilbur Smith è un altro autore che mi ha aperto la mente, insieme a Stephen King.
Trovo che la lettura sia molto importante e può cambiarti il modo di vivere.
Sono un grande lettore, leggo la media di venti libri al mese, mi tengo molto aggiornato.
Un bel libro è un'ebrezza che ti sfiora i sensi, un'armonia di parole, ti dà una sensazione di pace.



 
(Il volume è ordinabile sul sito della Midgard, su IBS, Mondadoristore, Amazon, Unilibro, nelle librerie indipendenti e nelle librerie Feltrinelli in tutto il territorio nazionale).



venerdì 17 dicembre 2021

Intervista a Diana Duca

Intervista a Diana Duca, autrice del libro “L’albero immaginario”, edito nella Collana Fiabe della Midgard Editrice.






Buongiorno Diana, tu sei una delle autrici de "L’albero immaginario", ci vuoi parlare di come è nata l’opera? 

Sì, il progetto nasce dall’idea di una delle partecipanti al laboratorio “Cambiare in 15 minuti”. Maria Grazia dice: mi è molto interessato e servito il lavoro di crescita personale. Ora mi piacerebbe qualcosa di collettivo. Bene, le rispondo: scrivi le regole e proponi. Maria Grazia ha scritto in paio di possibili scenari e ha lanciato la sfida. Chi l’ha colta ha scelto le regole più intriganti. Con alcuni dubbi e parecchi timori abbiamo portato avanti l’impegno preso. Non posso svelare tutti i dettagli ma dico che per scoprire l’opera abbiamo dovuto riunirci in un secondo momento


Quali sono le tematiche più importanti del vostro racconto?

I temi sono quelli già affrontati nel percorso “Cambiare in 15 minuti” e cioè il cambiamento, la fiducia, il gruppo, le relazioni sociali, le potenzialità umane nascoste.


Come è stata la collaborazione fra di voi e con le illustratrici del libro?

Collaborazione ottima. Le illustratrici sono giovani e tecnologiche, hanno trasformato le nostre idee in sogni a occhi aperti. La nostra esperienza le ha aiutate a rispettare i tempi che ci eravamo dati. Ci tenevamo a che fosse il regalo di Natale per i nostri nipotini.


Che scrittori o scrittrici vi hanno ispirato, se ci sono?

Forse ti deluderò, nessuno. L’albero immaginario è il risultato di creatività personale e di una energia di gruppo che esiste e che poche volte abbiamo presente. Affrontassimo le difficoltà della vita come abbiamo fatto con L’albero immaginario avremmo davvero vinto alla lotteria. Sicuramente ha giocato a nostro favore l’idea che non avevamo niente da perdere ma solo da guadagnare. Anche questo aspetto ci può tornare utile: le aspettative possono giocare brutti scherzi.


AA.VV., L'albero immaginario, Midgard Editrice 2021, p. 44
Gli autori: Maria Grazia Meloni, Diana Duca, Morena Cherubini Chiodi, Maurizio Simonetti.
La voce narrante: Valeria Cacace.
Illustrazioni di: Beatrice Giuliani, Miriam Felcher.


(Il volume è ordinabile sul sito della Midgard, su IBS, Mondadoristore, Amazon, Unilibro, nelle librerie indipendenti e nelle librerie Feltrinelli in tutto il territorio nazionale).





lunedì 6 dicembre 2021

Thor e la riconquista del martello

 di Marco Alimandi.






CAPITOLO III - Alvíssmál 

Si è scelto di tradurre ed analizzare quattro strofe tratte dall’Alvíssmál (i.e. “Racconto di Alvíss”, poema della Sæmundar-Edda (i.e. Edda poetica) che narra di una discussione fra l’Ase Þórr ed il nano Alvíss sulle differenze di vedute proprie dei nove mondi retti dall’asse cosmico Yggdrasill) in quanto esse mostrano le differenze radicali nel modo di intendere da parte degli abitanti di tutti e nove i regni quei fenomeni naturali che sono propri di quest’ultimi. Queste differenze sono visibili nell’etimologia dei nomi con cui questi fenomeni vengono identificati rispettivamente dagli uomini, dagli Æsir, dai Vanir, dai giganti, dagli elfi e dai nani. Dall’etimologia è infatti possibile scorgere come i fenomeni naturali vengano percepiti dagli abitanti dei nove regni e come la stessa loro percezione del vivere e del tutto sia assolutamente diseguale e spesso antitetica.
Traspare soprattutto una disparità abissale fra la percezione umana del tutto e quella che ne hanno gli Æsir e su questa ci soffermeremo. È questa una disparità che mette in luce l’assoluta supremazia della sfrenata dinamicità propria del modo che hanno gli Aesir di concepire la realtà, modo che se posto a confronto con quello degli uomini ne rivela la calma e la limitatezza a cui questi sono costretti dalla caducità della loro vita su Miðgarðr.
Basti pensare al caso della bonaccia (i.e. logn) che per gli uomini è detta Calma (i.e. logn) mentre è dagli Æsir detta Inerzia (i.e. lægi) o a quello dell’Oceano, distesa d’acqua che nell’immaginario dell’uomo è da sempre epitome di pericolo, di movimento e di tempesta ma che per gli Æsir invece non è altro che un Mare calmo (i.e. sílægja).


III.1 Traduzione e commento.

Strofe 21

Þórr kvað[1]:
"Segðu[2] mér þat[3], Alvíss, - öll of rök fira[4]
vörumk[5], dvergr, at vitir[6] - :
hvé þat logn heitir, er liggja skal[7],
heimi hverjum[8] í?"

 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 21

Þórr disse:
Dimmi tu questo, Alvíss, dacché ogni cosa degli uomini,
o nano, io presumo tu conosca:
come si chiama quella bonaccia, che ad adagiarsi va,
in ciascun regno?

 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 22

Alvíss kvað:
"Logn heitir með mönnum[9], en lægi með goðum, 
kalla[10] vindslot vanir, ofhlý[11] jötnar,
alfar dagsefa, kalla dvergar dags veru[12]."L
 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 22

Alvíss disse:
Calma è detta dagli uomini, ed Inerzia dagli Dei,
i Vanir la chiamano Crollo del vento, i giganti Placidità,
gli elfi Sollievo del giorno, i nani la chiamano Rifugio del giorno.


Estratto dal saggio "Þórr e la riconquista del martello.Traduzione e analisi filologica di due brani dell'Edda Poetica" di Marco Alimandi, Midgard Editrice 2021.



Ordinabile anche nelle librerie Feltrinelli, su IBS, Mondadoristore e Amazon.