martedì 26 marzo 2024

Intervista a Natalya Letyayeva

 




Buongiorno Natalya, come nasce questa tua opera poetica?

Ho iniziato a scrivere poesie a diciassette anni, quando mi sono innamorata per la prima volta.
Con il tempo, nel ciclo della vita, la poesia si è allontanata un po' da me, si è messa in secondo piano, senza precludermi di conoscere il mondo, vivere, sposarmi, partorire, lavorare, viaggiare, cadere e rialzarmi.
Ed ecco un giorno che la musa dell'ispirazione mi ha visitata di nuovo, avendo capito che ne avevo bisogno, e spero che non mi abbondonerà mai più.
Così è nata questa mia raccolta di poesie in italiano e in russo.



Quali sono le tematiche più importanti del libro?

In questo libro non c'è un tema definito.
Ho voluto solo trasmettere i miei sentimenti e le mie emozioni, che sono miei ma sono anche universali, in modo che ogni lettore possa trovare nelle mie liriche qualcosa di importante per sé.



Ci sono dei poeti che ti ispirano nella tua scrittura?
 
Mi ispirano soprattutto alcuni poeti russi: Aleksandr Pushkin, Marina Cvetaeva, Sergei Esenin e Aleksandr Blok.
Grazie molto per l'intervista.





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lunedì 11 marzo 2024

Intervista a Riccardo Tennenini

 





Buongiorno Riccardo, come nasce questa tua nuova opera?

L'intento di questo saggio nasce dal voler esprimere solidarietà ed essere una “voce fuori dal coro”, in un’epoca in cui l’uomo è quella categoria sociale più attaccata dalle femministe e dalla cultura woke. Nell’uomo vedono il capro espiatorio perfetto come se lui fosse la causa scatenante di tutti i mali della modernità. In quanto maschio è causa del sessismo, in quanto bianco del razzismo e in quanto eterosessuale dell’omofobia, transfobia, etc. Questo è kafkiano se ci pensiamo perché la società da un lato ci dice che bisogna amare e rispettare tutti e non discriminare nessuno in base alla razza, sesso e genere poi dall’altro lato odiare l’uomo bianco eterosessuale e solo quello diventa l’unica forma di “discriminazione positiva” accettata da tutti, anche da chi, dice di volersi opporre  a questa forma mentis.  


Quali sono le tematiche più importanti del libro?

Le tematiche principali affrontate sono quelle di analizzare i rapporti tra i due sessi in maniera ontologica e deontologica. Partendo dalla divisione dell’androgino platonico come forma archetipica dei due sessi prima della loro separazione. Poi sviluppando dall’apparizione dei due sessi nel mondo che, percependosi diversi in base alla differenza dei rispettivi organi riproduttivi sono in perenne conflitto, avendo perso e dimenticato quell’unità androgina archetipica. Questo conflitto si svolge nella contrapposizione di due modelli sociali propri dei due sessi: il patriarcato e il matriarcato. Evidenziando tanto quanto nell’antichità che nei giorni nostri quando prevale il primo modello sociale c’è la centralità del maschio in ogni aspetto della società. Viceversa quando prevale il secondo c’è la centralità della femmina. Il potere dei due modelli finisce quando; nel primo caso la donna attacca l’uomo, mentre nel secondo caso quando l’uomo attacca la donna. E non solo fisicamente, ma anche culturalmente, spiritualmente, politicamente etc. Questo evidenzia che oggi viviamo nel secondo modello sociale del matriarcato e non come ci vogliono far credere le femministe e la cultura woke. La prova è dettata proprio dalla reazione maschile nei confronti del potere femminile. 



Come tratti la questione della teoria Redpill?

L’intera questione Redpill come ogni questione maschile oggi se ne parla sempre di più in maniera estremamente negativa. Definendola una teoria misogina nata da un gruppo di uomini, soli e frustrati che non riescono ad avere nessun rapporto con l’altro sesso (Incel). In  realtà la questione è molto più complessa di così. Io la definisco come la risposta radicale alla misandria femminile. Sono sicuro che una simile teoria al tempo dei nostri genitori o vent’anni fa non sarebbe mai potuta esistere proprio perché i rapporti dei sessi erano molto più tranquilli e tradizionali. Oggi se è diventata così “famosa” soprattutto tra i giovani uomini è dettato dal fatto che nel “mondo rosa di Barbie” a Sanremo davanti a milioni di telespettatori di tutto il mondo si utilizza il palco dell’Ariston per veicolare una litania misandriaca carica di odio e rancore contro un intero genere sessuale arrivando a dire: “Le formiche tagliafoglie fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente. Noi facciamo agricoltura solo da 10 mila anni e abbiamo sfinito il pianeta”. E prosegue: “La regina madre sceglie il sesso dei nascituri e fa solo femmine, i maschi solo una volta all’anno per la riproduzione della loro specie, non gli fanno neanche buttare la spazzatura. Hanno il solo compito di fornire gli spermatozoi. Il loro compito è il volo nuziale, si accoppiano e dopo muoiono perché non servono più. Ma quanto sono avanti! Non hanno problemi a gestire gli ex e i maschi felici, perché la loro vita è un’unica grande sc***ta”.
I risultati di tale atteggiamento oggi sono sotto gli occhi di tutti.  




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