mercoledì 28 novembre 2018

Il ladro di tane

di Mira Susic





Lo scoiattolo salta da ramo in ramo in cerca delle gustose ghiande.
L’animaletto equilibrista vaga per la foresta.
Una donnola nota lo scoiattolo sul ramo dell’albero. “Che cosa fai
amico?” gli chiede incuriosita.
“Sto facendo provviste. Devo fare una scorta di cibo per l’inverno che è già alle porte” spiega lo scoiattolo alla donnola che lo guarda stupita.
“Caspita! Perbacco! La fredda stagione è quasi arrivata nel bosco ed io sono ancora senza casa!” si ricorda la donnola.
La donnola riflette un po’ poi chiede allo scoiattolo: “Ma tu, dove hai la tua tana?”
“Ma è ovvio, sull’albero nel tronco” risponde deciso lo scoiattolo.
“Che disdetta! Io non so né arrampicarmi sugli alberi né saltare di qua e di là sui suoi rami, perciò ahimè non posso dare un’occhiata alla tana dello scoiattolo ed accertarmi se mi va a genio” si rammarica la donnola che non ha nessuna voglia di costruirsi una tana, e perciò si decide di correre ai ripari a modo suo.
Girovagando per il bosco la donnola s’imbatte in una lepre.
“Che cosa fai, amica lepre?” si incuriosisce la donnola vedendo sbucare dal buco nel terreno prima le grandi lunghe orecchie e poi la testolina del roditore che ha un debole per le carote.
“Ma che domande fai amico?!” esclama sbalordita la lepre e aggiunge con puntiglio: “Riordino la mia tana sottoterra e sto scavando un cunicolo con una nuova via di fuga.”
La donnola si avvicina all’entrata del buco, dimora della lepre, sbirciando all’suo interno. “Che peccato! La tana della lepre non fa per me. Lo spazio del cunicolo è troppo angusto per la mia mole” constata delusa. “Ti auguro buon lavoro, amico” lo saluta e se ne va per la sua strada nel bosco.
Dopo un po’ la donnola incontra il riccio appena uscito da un mucchio di foglie secche. “Che cosa stai facendo amico?” ripete la stessa domanda all’animaletto pieno zeppo di aculei.
“Un tronco vuoto e un mucchio di foglie secche mi terranno al calduccio per tutto l’inverno, perciò ne sto cercando uno” risponde il riccio indicando la sua dimora.
“Un tronco vuoto sarebbe una soluzione ideale anche per me durante la rigida stagione invernale” pensa tra sé la donnola, ma dopo un po’ ci ripensa. “Beh, riflettendoci per bene, il lupo e la  volpe stanno alla larga dall’ animaletto, i suoi aculei sono davvero dei micidiali aghi appuntiti che fanno male sul serio, quando pungono, perciò non rischio un incontro ravvicinato con il riccio nella sua tana” conclude allentandosi.
La donnola si spinge fi no a riva del fiume dove incontra la lontra.
“Che cosa fai sulla riva del fiume?” le chiede.
“Sulla riva del fiume c’è la mia tana. Noi lontre costruiamo le nostre dimore lungo i fiumi e i laghi” chiarisce.
“Che umidità c’è qui intorno!” si lamenta ad alta voce la donnola.
Poi pensando tra sé: “Questa tana di sicuro non fa per me.”
La donnola saluta la lontra rimettendosi di buona lena in cerca di una tana adatta alle sue esigenze. Andando a zonzo per il bosco incrocia l’orso intento ad osservare una fessura in una cavità.
“Che cosa stai facendo amico orso?” ripete la solita domanda la donnola.
L’orso si volta e risponde con la sua voce grossa e profonda: “Sto cercando casa, ovvero una cavità di difficile accesso ma anche adatta alle mie enormi dimensioni.”
La donnola osserva la mole dell’enorme bestione.
“Scacciare di casa un gigante del genere per occupare la sua dimora al suo posto è un rischio troppo grande per me, perciò lascio perdere un’impresa di tale portata” decide il prudente animale.
La donnola prosegue la sua ricerca di una tana adatta alle sue pretese ed esigenze.
Un tasso fa la guardia all’ingresso del suo riparo sotterraneo composto da diverse gallerie e camere.
La donnola si ferma riproponendo la solita stessa domanda al tasso: “Che cosa fai, amico?”
“Sto facendo la guardia alla mia casa ed ho appena marcato il mio
territorio attorno alla mia tana” mette le cose in chiaro il tasso, fissando con sguardo sospettoso l’intruso.
L’atteggiamento ostile del tasso mette in allarme l’animale. “Il tipetto non tollera intrusi nei paraggi della sua dimora, me la do a gambe.”
La donnola recede dal tentativo di prendersi la casa del tasso con un’astuta scusa. “Si può trovare di meglio” si consola l’animale.
“Senza fatica non puoi avere un tetto sopra la tua testa, perciò datti da fare e costruisciti una tana una buona volta. Ogni anno è la stessa storia con te, amico. Gironzoli nel bosco e ti infili nelle tane degli altri” lo rimprovera il tasso.
“Che ci posso fare, sono un ladro di tane?” trova una scusa la donnola, che per sua natura non si prende la briga di mettersi all’opera in tempo per costruirsi un riparo. Di solito l’astuto animale trova un nascondiglio a spese degli altri abitanti della foresta.

Mira Susic, Il ladro di tane, Midgard Editrice 2018









mercoledì 21 novembre 2018

Intervista a Leonardo Maggi


Intervista a Leonardo Maggi, autore del romanzo “The New Trilogy”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.





Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce?

Questo mondo in realtà ha avuto una gestazione molto lunga, ciò che si può leggere non è altro che metà del totale. Se si vuole risalire tuttavia ad una data di nascita dell'opera per così come la si può vedere si deve ritornare all'estate di tre anni fa, quando la storia ha preso l'aspetto con cui la si può leggere oggi o per lo meno ha preso una forma simile alla versione finale. Questa però si può anche prendere esclusivamente come nascita simbolica dal momento che, per esempio, i Tre Assi sono presenti nei miei bozzetti fin dalla quinta elementare.

 

Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?

L'universo di Trilogy si snoda in due filoni principali: quello letterario e quello filosofico (metà di cui è presente solo una parte a causa di problemi legati al copyright di alcuni personaggi). La parte letteraria ha in se uno scopo molto ambizioso: in un mondo come il nostro, dominato da Netflix e Internet, ormai i ragazzi, io compreso,  tra lo scegliere se leggere un libro o vedere una serie in streaming scelgono la seconda ed è qui che nasce l'idea, perché non creare una serie scritta? Non un copione o una sceneggiatura, ma un vero e proprio libro impostato come se fosse una serie tv, ed è su questo che si sviluppano i sette capitoli principali di “The New Trilogy”, ognuno impostato come un episodio della “stagione”. La parte filosofica invece si fa carico di una teoria, anche se la maggior parte di ciò è assente, si può comunque leggere un assaggio nelle parti dell'opera in cui appaiono i Tre Assi e il Numero 0.  



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Il rapporto tra la scrittura e il resto della mia vita è senz'altro molto intenso, tanto che chi mi conosce leggendo “The New Trilogy” può risalire a quando ho scritto le varie parti e anche se fatico ad ammetterlo la vita scolastica ha avuto un notevole apporto. In “The Old Trilogy”è presente uno spettacolo teatrale e una love commedy, due moduli che feci con la mia classe al biennio, i primi due anni di classico. La prima parte di “The Philosofic Trilogy”, qui assente, è ambientata nel mondo de “La Dolce Vita”, l'Italia del boom economico, un'esperienza d'alternanza scuola – lavoro. Infine lo spettacolo Shakespeare Mania in “The New Trilogy”, uno dei progetti fatti più recentemente. Quindi possiamo affermare che la mia vita è il mio maggiore spunto di ispirazione.


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Ecco questa è una domanda molto complessa. Infatti se devo parlare di autori che mi hanno ispirato direttamente non posso fare a meno di nominare sir Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, Aghata Christie con Poirot e Ian Fleming con il suo James Bond, ma indirettamente c'è ne sono  altri come Sallustio, Jules Verne e Maurice Leblanc. Tuttavia considerando lo scopo della parte letteraria hanno avuto la loro parte anche seirie tv e film come Steven Universe, Scream Queens, gli horror della vecchia scuola, i Teen Splatter, Until Dawn e i vari tipi di serie gialla o del mistero.


Progetti futuri?
Approfitto di questa domanda per ricordare che comunque l'opera è mutila della maggior parte della storia legata alla filosofia, qui infatti c'è ne solo un accenno quasi confuso e, beh, non si sa mai. Inoltre il mio incontro recente con un nuovo “personaggio” mi ha portato a dedicarmi alla scrittura di una piccola storia intitolata “Trilogy present...L'extraordinaire voyage autour le monde”, un omaggio a Verne, un viaggio in giro per il mondo compiuto in sette giorni dal Leonardo Maggi personaggio e da questa nuova musa ispiratrice e chissà, se “The New Trology” avrà successo in futuro forse questa parte sarà presente in una ristampa. Chi vivrà vedrà.






giovedì 15 novembre 2018

Aneliti di vita

di Erika Kamese




Amami

Amami
amami d’amore puro,
amami come nessuno è capace di amare
amami con ardore e ammirazione,
come solo tu sai amarmi,
amami fino a quando il battito
del tuo cuore avrà vita,
amami come l’aria,
come il mio ultimo respiro,
amami anche quando ti oltraggio,
amami anche se fingo di non amarti
a causa del mio nobile orgoglio
amami perché ti amo
amami per null’altro che per
amore vero.



Soffi

Si respiravano anche a distanza
si abbracciavano di carezze e di baci mancati
si nutrivano di attimi
si vivevano dentro
si appartenevano.



Munnizza

Picciotti a munnizza a canusciti, a viriti?
Semu chini na sta tierra i munnizza…
a munnizza…
chidda ca tutti vuonno
copriri macari puru ca a mierda
ma idda c’è, si viri,
e l’animi buoni a virinu,
un s’attuppanu l’uocchi.
I mierdi un parranu, nuddu viri,
nuddu sienti, nuddu avi curaggiu.
Solu l’animi puliti, sulu iddi,
si schifanu i tutta sta munnizza.
A munnizza rintra a Chiesa,
unni ci sunnu i finti messaggeri i Cristu,
ca si sientunu Cristu na tierra, ma si
cumpuortano comu uomini i mierda,
puru rintra u Vaticanu copruni i cosi chiù
schifosi, chiddu ca fannu a giovani picciuttieddi
tra ricatti, abusi sessuali e silenzi, ma u silenzio
avi un prezzo, u prezzu ra nostra
dignità, u prezzo ra nostra libertà.
Chista è munnizza, maria chi puzza...
stu fetu un ti lassa chiù, e ti fa muoriri
rintra da fetida bocca unni un trasi un alito
d’aria sana.
A munnizza rintra l’ospizi, i manicomi, l’asili,
unni chiddi ca s’avissiru a pighiari cura ri sti cristiani
bisognosi, si cumpuortano comu riavuli supra sta tierra,
pi comu fanno mali a sti poveri esseri indifesi,
ca mancu Dio vuoli ca si tuoccano.
Chista è munnizza, maria chi puzza...
stu fetu un ti lassa chiù, e ti fa muoriri
rintra da fetida bocca unni un trasi un alito
d’aria sana.
A munnizza ca si trova n’capu ai squallidi menzi uomini
o menzi fimmini ca pi fariti travagghiari, ti ricattanu,
ti calpestano, ammazzanu a tia e puru i to sogni.
Chista è munnizza, maria chi puzza…
stu fetu un ti lassa chiù, e ti fa muoriri
rintra da fetida bocca unni un trasi un alito
d’aria sana.
A munnizza ca si truova in capu all’”uomini”,
in capu ai “qua qua ra qua” ca molestano,
violentano, ammazzano e maltrattano
fimmini, picciriddi e puru esseri ca
un si sannu difienniri
Chista è munnizza, maria chi puzza...
stu fetu un ti lassa chiù, e ti fa muoriri
rintra da fetida bocca unni un trasi un alito
d’aria sana.
A munnizza ca si truova rintra i bandi
criminali, chiddi ca annu n’suoccu
vuonno ca violenza, a muorti, i stragi,
Cosa Nostra, cosa vostra, cosa è nostro,
è nostra a libertà i riri ca
aricchi sunnu fatti pi sientiri, a vucca pi parrari
e u curaggiu pi ribellarisi e miettiri
fini a tutta sta muntagna i mierda.
Chista è munnizza, maria chi puzza...
stu fetu un ti lassa chiù, e ti fa muoriri
rintra da fetida bocca unni un trasi un alito
d’aria sana.


Poesie tratte dal volume "Aneliti di vita" di Erika Kamese, Midgard editrice 2018

www.midgard.it/aneliti_di_vita.htm





martedì 6 novembre 2018

I sogni di Luna e altre storie

di Elena Rabini




Una notte la piccola Luna si alzò dal suo lettino ed andò dalla sua mamma e le disse:  “Mammina, non ho più sonno!”.
Allora la mamma la prese in braccio, le diede qualche dolce bacio e le rispose: “Piccolina mia, è ancora ora di nanna! Ora ti riaccompagno nel tuo lettino!”.
“Ma io non ho più sonno”, replicò Luna “Come faccio a dormire se non ho più sonno?”.
Allora la mamma, mentre le rimboccava le coperte, le parlò piano e le disse: “Piccola Luna, ora ti spiego, a volte di notte ci sembra di aver finito la nanna ed invece è solo per un momento, poi ricomincia. In quel momento, per farla riavvicinare a noi dobbiamo fare pensieri belli, rilassanti, immaginare cose che ci piacciono e che ci fanno stare bene! Vediamo un po’, a te che cosa piace tanto tanto?”
“Il giardino di nonna Etta, con tutti i fiori colorati! Lì sto sempre tanto bene!” esclamò Luna.
“Ecco, allora quando di notte il sonno si è allontanato un pochino, tu rimani ad aspettarlo nel tuo lettino ed intanto pensa ai fiori del giardino di nonna Etta. Vedrai che il sonno tornerà presto e tu porterai tutti quei fiori dentro i tuoi sogni!”
“Che bello! Davvero?!” sorrise Luna, “Mi piacerebbe tanto stare nel giardino di nonna Etta anche durante i sogni!”
“Vedrai che ci riuscirai!” la rassicurò la mamma, “Inizia da ora, qual è il fiore che vuoi incontrare per primo?”
“Il lillà!” esclamò Luna “E’ morbido e profumato e sono tanti fiorellini piccoli piccoli uno vicino all’altro!”
“Allora adesso mamma spegne la luce, coniglietto Felice è qui con te, porta anche lui nella passeggiata nel giardino di nonna Etta. Domani mattina mi racconterai com’è andata!”
La mamma le diede un bacino in fronte e le disse piano piano: “Buona nanna amore mio!”.
Il mattino dopo quando Luna si svegliò era contentissima.
Andò dalla sua mamma, le saltò in braccio e le disse: “Mammina, avevi ragione, ho sognato di stare nel giardino di nonna Etta ed ho sognato che mi buttavo sui fiori, ma non li rompevo perché io ero piccolina e loro grandi grandi! Ho giocato sulle foglie dei tulipani come sullo scivolo. Sono salita sulle ortensie e mi buttavo sui fiori che erano così morbidi che potevo rimbalzare. Mi sono divertita tantissimo! Chissà la prossima notte che fiori incontrerò!”
La mamma le rispose: “Me lo saprai dire domani mattina, quando ti sveglierai! Ora sai il segreto per poter riavvicinare il sonno e portare i pensieri belli e dolci dentro i sogni. Lo potrai usare ogni volta che vorrai!”

“Mammina mi hai insegnato una bella magia, ti voglio tanto bene!”.


sabato 3 novembre 2018

Intervista a Margherita Merone


Intervista a Margherita Merone, autrice del libro “Una favola da raccontare”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.



Buongiorno, parlaci della tua nuova opera, come nasce?
Nasce partendo dalla vita reale. L’opera è nata nel momento in cui ho ritrovato un libro nel quale avevo scritto alcune cose, ma non tutto quello che era accaduto. La storia mancava di alcune parti che ho pensato di aggiungere. Volevo scrivere una cosa, ma alla fine sono rimasta coinvolta da una storia che ho scritto tempo fa, già pubblicata, che trattava di alcune profezie fatte ad una donna, alcune delle quali col tempo si sono avverate.


Quali sono le tematiche più importanti di questo libro?
Il tema delle profezie. La protagonista racconta la sua vita reale, ma quando rilegge quanto aveva scritto nel passato, ritorna a quel periodo e se allora tutto le sembrava strano e irrealizzabile, col tempo si rende conto che alcune cose sono accadute, altre stanno accadendo e a quel punto si chiede del futuro. Le cose succedono proprio così come le erano state dette da una donna conosciuta per caso durante l’estate, poi diventata amica carissima.


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Scrivere mi rende felice. Mi piacerebbe farlo tutti i giorni, ma lascio che accada quando lo sento dentro. Lo scrivere è legato ad un episodio doloroso della mia vita. Una penna regalatami da mia sorella più piccola prima di morire mi spinge a farlo, e quando accade, tutto parte da dentro, con una gioia che non so descrivere.


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Tanti sono gli scrittori che mi piacciono, leggo da quando ero piccola, in questo ho preso da mio padre che amava conoscere. Però quello che scrivo io dipende dal mio sentire e vivere la vita quotidiana. La fede cristiana è sempre presente nelle mie opere, sia che si tratti di storie per i bambini sia che si parli di altro, come in quest’ultima pubblicata.  



Progetti futuri?
Dopo aver discusso il dottorato in teologia vorrei iscrivermi a psicologia. Amo tutto quello che faccio e come ho scritto nell’opera in questione considero la mia vita una favola da raccontare. Non smetterò di scrivere primo perché l’ho promesso a mia sorella prima di morire, poi perché, come ogni autore, lancio un messaggio e sono felice.