Intervista a Sebastiano Diciassette, terzo classificato al Premio Midgard Narrativa 2023.
Buongiorno Sebastiano, parlaci del tuo racconto, come nasce?
“Riflessi condizionati” è stato concepito tanti anni fa da uno spunto filosofico che mi interessava e mi interessa tuttora: cosa può definirsi libero arbitrio, cosa destino già segnato e se possa inoltre coesistere una zona intermedia. A ciò ho intrecciato un altro tema spesso presente nei miei testi: quello della metanarrazione (questo aspetto è probabilmente riscontrabile solo ad una seconda attenta lettura). Il tutto mescolato ad una buona dose di humour grottesco.
Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Mi limito solo al campo fantascientifico altrimenti l’elenco sarebbe troppo lungo e, probabilmente, fuorviante. Essendo io prevalentemente uno scrittore di racconti brevi (se non brevissimi) ho una sconfinata ammirazione per i maestri del genere: Fredric Brown, Richard Matheson, Robert Sheckley... a cui aggiungerei gli autori della new wave, i cosiddetti esploratori dell’inner space, ovvero dello “spazio interno”, come J.G. Ballard, Thomas M. Dish, Norman Spinrad...
Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Senza la letteratura sarei già morto, senza la scrittura sarei impazzito.
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(Immagine: Autoritratto di Sebastiano Diciassette)