lunedì 31 luglio 2023

Intervista a Sebastiano Diciassette

Intervista a Sebastiano Diciassette, terzo classificato al Premio Midgard Narrativa 2023.







Buongiorno Sebastiano, parlaci del tuo racconto, come nasce?

“Riflessi condizionati” è stato concepito tanti anni fa da uno spunto filosofico che mi interessava e mi interessa tuttora: cosa può definirsi libero arbitrio, cosa destino già segnato e se possa inoltre coesistere una zona intermedia. A ciò ho intrecciato un altro tema spesso presente nei miei testi: quello della metanarrazione (questo aspetto è probabilmente riscontrabile solo ad una seconda attenta lettura). Il tutto mescolato ad una buona dose di humour grottesco.    


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?

Mi limito solo al campo fantascientifico altrimenti l’elenco sarebbe troppo lungo e, probabilmente, fuorviante. Essendo io prevalentemente uno scrittore di racconti brevi (se non brevissimi) ho una sconfinata ammirazione per i maestri del genere: Fredric Brown, Richard Matheson, Robert Sheckley... a cui aggiungerei gli autori della new wave, i cosiddetti esploratori dell’inner space, ovvero dello “spazio interno”, come J.G. Ballard, Thomas M. Dish, Norman Spinrad...  
 

Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Senza la letteratura sarei già morto, senza la scrittura sarei impazzito.




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(Immagine: Autoritratto di Sebastiano Diciassette)




martedì 25 luglio 2023

Intervista ad Alexandra Fischer

 Intervista ad Alexandra Fischer, seconda piazzata al Premio Midgard Narrativa 2023






Buongiorno Alexandra, parlaci del tuo racconto, come nasce?

Dall’aver visto un piatto inciso al bulino da un’amica di mia nonna quando ero bambina. 
Quella signora ne parlò come di un’opera giovanile, ma a me parve splendido. 
Era di rame a motivi di frutta. 
A me è dispiaciuto sapere che non avesse creato altro preferendo il mestiere di sarta. 
Da quella vicenda è uscito lo spunto per il racconto.


I personaggi del racconto sono totalmente frutto della tua fantasia oppure no?

Sì, lo immaginati mentre scrivevo la storia, passo dopo passo si sono costruiti da soli. 
Li ho aiutati a evolversi mentre la storia andava avanti immedesimandomi a turno in ognuno di loro. 
Un processo che mi è venuto naturale.


Ci sono degli scrittori o delle scrittrici di letteratura fantastica/fantasy che ti ispirano particolarmente in questo momento? 

Sì, ad, esempio Lovecraft e Ursula Le Guin, ma anche Robert Howard e Marion Zimmer Bradley. 
Sono tutte letture che mi hanno aiutata a livello tecnico, per rendere al meglio il mondo che ho creato.




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venerdì 21 luglio 2023

Intervista a Tommaso Sala

Intervista a Tommaso Sala, vincitore a pari merito del Premio Midgard Narrativa 2023






Buongiorno Tommaso, parlaci del tuo racconto, come nasce?

Il mio racconto, “Re Bove”, segue la storia di Bellisario, un Cacciatore dell’Ignoto, ossia un uomo che si dedica al contrasto di forze soprannaturali, che viene chiamato ad occuparsi di un mostro che sta flagellando una terra, un minotauro. Fin da subito, però, si rende conto che la situazione è diversa da come gli è stata presentata, e che qualcosa gli viene tenuto nascosto.
Questo racconto è vagamente ispirato ad una leggenda del Molise, che riguarda tale Re Bove. La mia storia, ambientata in una versione fittizia e medievale dell’Italia, non ha veri punti in comune con la leggenda originale, fatta eccezione per un amore che, in un modo o in un altro, è ostacolato e richiede impegno per potersi realizzare.


I personaggi sono inventati del tutto oppure no?

Sì, i personaggi sono completamente inventati, ma pur sempre ispirati a figure del folklore nostrano (come janara e maciara, di cui si fa breve accenno nella storia). Non ci sono riferimenti a personaggi storici realmente esistiti.


Ci sono delle fonti letterarie o filmiche che ti hanno ispirato nella scrittura del racconto?

In primo luogo, direi World of Warcraft, un videogame di ambientazione fantasy, con una storia molto ampia e piena di derivazioni, da tanto tempo un elemento fondamentale del mio immaginario personale. Ma una fonte di ispirazione molto importante per questa storia è The Witcher (nonostante io abbia letto soltanto pochi racconti di questa saga), da cui ho avuto l’idea di un protagonista che si dedica alla caccia dei mostri.
In generale, però, mi capita spesso di trarre ispirazione, anche per un semplice dettaglio o nome, da libri e film differenti, non necessariamente legati al genere letterario di cui sto scrivendo.




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mercoledì 19 luglio 2023

Intervista a Marco Bertoli

Intervista a Marco Bertoli, vincitore a pari merito del Premio Midgard Narrativa 2023







Buongiorno Marco, parlaci del tuo racconto, come nasce?

Buongiorno a tutte e tutti voi. Il terreno in cui affondano le radici del racconto è formato dalle mie letture di ragazzo che includono molte delle opere di Mark Twain, tra cui “Un americano alla corte di re Artù”, e l’intero corpus di Conan Doyle, in primis le avventure di Sherlock Holmes. Quando ho deciso di cimentarmi con il concorso per l’Antologia Hyperborea 7 mi è venuta l’idea di scrivere una storia in cui si fondessero i filoni del giallo e quello del fantastico in generale. Siccome, però, mi diverte stravolgere i canoni, ho immaginato come investigatore il Dottor Watson e ricostruito un’ambientazione non riconducibile all’idealizzazione operata dal Ciclo arturiano bensì alla concretezza dell’Inghilterra del Quinto e Sesto secolo e alle lotte dei Romano-Britanni contro gli invasori Sassoni. In altre parole, ho preso un tipico rappresentante della società vittoriana, imbevuto d’orgoglio per le proprie origini e l’Impero ‒ vedi “Rule, Britannia!” e simili ‒ e l’ho catapultato in una realtà ben lontana dal mito e dagli ideali dei Cavalieri della Tavola rotonda.



A parte le fonti letterarie su Artù e i romanzi di Conan Doyle, ci sono anche dei film che ti hanno ispirato nella scrittura?

Non film ma una serie televisiva inglese dal titolo “Artù re dei Britanni” (Arthur of the Britons) prodotta dalla Harlech Television e andata in onda per un paio di stagioni dal 1972 al 1973. La vicenda si svolge circa un secolo dopo il ritiro delle legioni romane dalla Gran Bretagna. Artù è rappresentato come un leader di una tribù celtica che riesce a creare un’alleanza tra le varie fazioni per combattere contro gli invasori Sassoni. Negli episodi manca qualsiasi riferimento a Merlino, Ginevra, Lancillotto e gli altri cavalieri.



Il viaggio spazio-temporale è un topos di una certa letteratura, lo hai inserito solamente come espediente letterario oppure lo trovi affascinante al di là dell’utilizzo narrativo?

Trovo l’argomento affascinante in sé stesso tanto che ho divorato tonnellate di libri e guardato miriadi di film e telefilm incentrati sul tema. Aggiungo che sono un appassionato di Storia antica, in particolare dell’Età del Bronzo nel Mediterraneo, e non esiterei a cogliere l’offerta di camminare per le strade di Micene o di Troia all’epoca del loro splendore o di scoprire chi fossero davvero i Popoli del mare.




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venerdì 7 luglio 2023

Intervista ad Eleonora Nucciarelli








Buongiorno Eleonora, parlaci della tua nuova opera poetica, come nasce?

Vaga stella nasce dall’epiteto formulario utilizzato nell’Iliade per descrivere Astianatte, il figlio di Ettore e Andromaca, definito, appunto, “simile a una vaga stella”. 
Tutta la materia di questa mia opera è ispirata al mito greco, non a caso, il riferimento alle donne leggendarie che incarnano qualità umane sempre attuali, è costante. 
Mi sono servita di queste attinenze e di questi personaggi - rigorosamente donne e presenti nell’Iliade e/o nell’Odissea - per tentare di indagare la complessità delle relazioni e l’intensità di alcune emozioni ma soprattutto dei pensieri che sovente affollano la mente delle persone. 
È nata così questa indagine poetica che non ha la pretesa di essere esaustiva o assoluta, si prefigge anzi di scandagliare, mettendole a confronto, le turbolenze sconvenienti della giovinezza in relazione con le consapevolezze avvedute dell’età adulta in un gioco dicotomico, alla stregua dei personaggi che nell’Odissea ruotano attorno al protagonista in qualità a volte di aiutanti, altre di oppositori, o che rivestono entrambi i ruoli.
Con Vaga stella, perfettamente in linea con la materia ricorrente dell’Iliade, ovvero il duello, ho messo in scena, celata tra le righe, la diatriba tra caos e ragione, offrendola al lettore che, cogliendola, potrà darne una personale interpretazione.


Quali sono le tematiche più importanti del libro?

In generale, nei miei libri scrivo di sensazioni, desideri, pensieri e percezioni alla base delle relazioni umane. 
Le tematiche trattate in Vaga stella sono legate dunque alle emozioni, alle passioni e ai sentimenti. 
In quest’opera ho affidato i miei versi a donne leggendarie come Atena, che alla propensione per la guerra unisce grande saggezza o Circe, la quale, pur avendo inizialmente compiuto un sortilegio ai danni del protagonista (dell’Odissea n.d.r.), alla fine salva Odisseo dal canto ammaliatore delle Sirene. 
Tra le donne e le divinità che hanno evocato le liriche appaiono anche i personaggi di Penelope, Era, Nausicaa, Afrodite, Calipso, Elena, Andromaca, Rea, Ecuba e Teti.


Ci sono dei poeti, antichi o moderni, che hanno ispirato la tua scrittura?

Decisamente sì. 
Leggo molta poesia che, inevitabilmente, è per me fonte inesauribile di ispirazione e arricchimento. 
Tra le citazioni che ho scelto minuziosamente in Vaga stella compaiono poesie tratte da opere eterne di autori come John Keats e Giovanni Pascoli (in esergo), Antonia Pozzi, Charles Baudelaire, Mario Luzi, Sara Teasdale, Saffo, Emily Dickinson, William Blake e Friedrich Nietzsche, ma anche voci fresche e potenti come quelle di Michele Mari, Alessandro Cannavale, Chandra Livia Candiani e Bernardo Zannoni.


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