lunedì 29 settembre 2025

Stato infiammatorio cronico e spopolamento

 di Paolo De Bernardi.








Anche per l'acqua vale il discorso fatto per i cibi; la visione chimica dell'acqua non coglie neppure un decimo delle sue valenze reali. Per comprendere le quali, anche qui, ci dobbiamo rivolgere alle medicine tradizionali, dette anche spregiativamente "popolari", al fine di insinuare la loro superstiziosità e antiscientificità. Senonchè una medicina "popolare" come quella dei Celti aveva una grande stima delle acque, al punto da potersi parlare di vero e proprio culto delle sorgenti, ognuna delle quali veniva riconosciuta nella propria specificità terapeutica: fonti "sacre" che guarivano le nutrici, fonti sacre che giovavano ai lottatori, fonti sacre che guarivano gli scrofolosi, fonti sacre che guarivano la scabbia, fonti sacre, che guarivano il fegato, ecc. Che vuol dire che queste fonti sono "sacre", tali da meritare un culto? L'acqua, come scoprono (ancorchè in ritardo) i paesi occidentali, ha una "memoria", ossia riceve, conserva e trasmette una certa frequenza vibratoria (vedi esperimenti di Masaru Emoto), la cui caratteristica può essere evidenziata da un esperimento cimatico, nel quale si fornisca ad una certa quantità di acqua una vibrazione, che viene subito tradotta in certe increspature che sono dei veri  mandala; ancor meglio la cosa si vede se dopo aver fornito una vibrazione all'acqua la facciamo congelare; le formazioni cristalline sono diverse a seconda della frequenza  ricevuta in precedenza. L'acqua dispone se stessa a secondo della frequenza vibrazionale che le fornite, allo stesso modo di una ballerina che balli e si muova a seconda della musica che viene messa in onda. Questi esperimenti ci fanno capire come l'acqua di ciascuna fonte sia improntata di un marchio energetico che essa riceve dalla terra,  una frequenza vibrazionale, che essa porta con sè quando sgorga dalla roccia. Quando un vivente si bagna in questa acqua sorgente riceve su di sè l'impronta vibrazionale che quell'acqua ha memorizzato e conservato durante il suo percorso per venire fuori dalla terra. L'elemento "sacro" dunque di questa acqua è quella sua frequenza, che trasmessa al vivente, lo guarisce da questa o da quella malattia (perché anche il nostro organismo vibra a certe frequenze, e c'è una frequenza della malattia, che va contrastata e abolita con la frequenza biocompatile, che si chiama guarigione e "miracolo"). Il culto delle fonti "sacre" praticato dalla medicina celtica, e non solo, non ha nulla di superstizioso o di antiscientifico (o di "popolare"). E anche qui siamo vittime di una visione rovesciata della realtà, ossia anche qui siamo stati indotti ad una visione paranoide.
Tutti i templi, chiese e cattedrali della cristianità sono in realtà edifici dedicati al culto delle fonti sacre. Noi siamo abituati e indotti a pensare che la santità del luogo  e dell'edificio  siano dovuti alla presenza del Santo in esso; o perché questi avrebbe in quel luogo operato miracoli, o perché avrebbe in quel luogo ricevuto le stimmate, o perché in quel luogo egli pregava e meditava assiduamente, o perché in quel luogo egli è stato sepolto e sono visibili le sue reliquie, ecc. Quindi crediamo che l'edificio sia stato costruito lì perché il luogo sarebbe stato reso "sacro" dall'operare o dalla presenza del Santo. E invece le cose non stanno così. Questa cui abbiamo accennato è l'opera di occultamento e sostituzione.
 La vera sacralità del luogo è data dalla fonte o dal pozzo contenente delle acque (queste sì) "sacre", la cui sacralità è da sempre consistita nella loro capacità di effettuare "miracoli", ossia guarigioni che avvenivano per trasmissione di una frequenza vibrazionale unica, che solo quell'acqua aveva e che i druidi, e i medici-sacerdoti in generale sapevano decodificare. E' questo fatto primario, anzi originario, che legittimava l'edificazione di un tempio, col quale si doveva innanzitutto sancire pubblicamente la sacralità della sorgente o del pozzo (che noterete non mancano mai in tutti i templi e chiese cristiane) e istituzionalizzare l'utilizzo di quel luogo per finalità terapeutica, come la incubatio in loco. Il tempio, infatti, non solo sanciva e riconosceva la sacralità del luogo, bensì ne amplificava e potenziava le capacità terapeutiche e miracolose, con una edilizia, che oggi diciamo esoterica, ma che in realtà era scientifica, in quanto con le tecniche cimatiche si costruivano rosoni e anche strumenti musicali, quali gli organi, che potenziavano la frequenza vibrazionale di quella fonte sacra, in modo da renderla fruibile a quante più persone possibili si recassero in quel luogo, alla ricerca di quella vibrazione, idonea a quella guarigione specifica. La presenza degli ex voto, sia nei templi cristiani e prima ancora pagani, sono la testimonianza di questa pratica terapeutica, che è poi stata soppiantata e occultata con la pratica religiosa, questa intesa come culto del Santo.



Estratto da Stato infiammatorio cronico e spopolamento, Paolo De Bernardi, Midgard Editrice


(Disponibile sul nostro sito. Ordinabile anche su Amazon, IBS, Unilibro, nelle librerie Feltrinelli e nelle librerie indipendenti.) 



Nessun commento:

Posta un commento