lunedì 22 settembre 2025

Intervista a Emma Mariani

 





Buongiorno, come nasce Memorie di una MILF?

Nasce da un desiderio molto semplice: raccontare la vita di una donna over 40 senza veli e senza cliché. Volevo dare voce a quella zona grigia in cui non sei più una ragazza, ma neppure una “signora” pronta a spegnersi con la tisana e i calzini di lana. La MILF del mio romanzo non è un’etichetta volgare, ma un modo ironico e sincero per esplorare le contraddizioni, le paure e le rinascite di una donna che decide di non smettere di sentirsi viva. È un libro che nasce dal bisogno di ridere di sé stesse, di riconoscersi, ma anche di riflettere sul desiderio, sull’identità e sulla libertà.



Quali sono le tematiche principali del romanzo?

Le tematiche centrali sono il corpo, il tempo e la ricerca di autenticità. Attraverso Elisa, la protagonista, ho voluto raccontare cosa significhi sentirsi osservata come “MILF” e trasformare questa definizione in una forza, non in un limite. Il romanzo parla di amore e sesso, certo, ma soprattutto di amicizia femminile, resilienza, autoironia e del coraggio di reinventarsi anche quando sembra troppo tardi.
Il messaggio del libro è semplice e diretto: non c’è un’età per sentirsi vive, desiderabili e libere. Essere una MILF non è un insulto, ma un superpotere: la capacità di accettare le rughe senza rinunciare al desiderio, di ridere delle proprie cadute e rialzarsi più forti.
Il romanzo è pensato per tutte le donne che hanno superato i quaranta e si riconoscono nelle fatiche quotidiane, ma anche per le più giovani, perché possano guardare a questa fase della vita senza paura e con più ironia. È un libro che parla alle lettrici, ma può divertire anche i lettori uomini, soprattutto quelli che vogliono capire meglio cosa si nasconde dietro l’etichetta “MILF”.



Ci sono degli scrittori o delle scrittrici che ti ispirano e che ami leggere?

Sì, moltissimi, perché credo che la lettura sia la vera linfa di chi scrive. Amo scrittrici che sanno mescolare ironia e profondità come Helen Fielding, con Il diario di Bridget Jones, e Nora Ephron, che con il suo sguardo pungente ha firmato pagine indimenticabili oltre a film iconici come When Harry Met Sally.
Tra le grandi voci internazionali, Isabel Allende è per me un punto di riferimento: da La casa degli spiriti a Violeta, ha saputo dare voce a generazioni di donne con forza e poesia. Margaret Atwood, con Il racconto dell’ancella e I testamenti, ha dimostrato come il romanzo possa essere insieme visione politica e letteratura di altissimo livello. Adoro anche Elizabeth Strout, capace con Olive Kitteridge e Mi chiamo Lucy Barton di raccontare le relazioni e le fragilità umane con una delicatezza unica.
Mi ispirano poi autori come Nick Hornby (Alta fedeltà, Un ragazzo), maestro dell’umorismo intelligente, e David Nicholls, che con Un giorno ha creato una delle storie d’amore più amate degli ultimi decenni. Infine, apprezzo molto Joël Dicker, che con La verità sul caso Harry Quebert ha dimostrato come un romanzo possa tenere insieme intrigo, emozione e successo internazionale.
In generale, mi guidano le voci che sanno far ridere e riflettere, che raccontano la vita nelle sue contraddizioni senza rinunciare all’ironia e all’intensità.




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