sabato 20 luglio 2024

Il dono speciale

 di Alexandra Fischer.







Selynà si sistemò la sciarpa intorno al collo prima di seguire il suo amico Dilarz lungo il sotterraneo. 
Faceva freddo, e l’umidità aveva scrostato i muri. Dai pannelli delle porte pendevano stoffe lacere, macchiate di umidità.
“Sei sicura di aver visto quella bestia?
“Non la chiamare così.
“Perché no? Dopotutto, fa parte della razza degli artigliati.
Selynà si scostò il ciuffo dalla fronte: “Ti assicuro che ti sbagli. Katyra non è come nelle leggende che ti hanno insegnato.
Dilarz la guardò con un sopracciglio alzato: “E com’è allora? Io so che tende a mentire.
Selynà si mise le mani sui fianchi: “Se ci ha invitati qui, vuol dire che si fida di noi. 
Dilarz sbuffò: “E va bene, come vuoi tu. 
Selynà gli indicò la porta chiusa di fronte a loro: “Credo che faremmo meglio ad affrettarci. Katyra odia aspettare.
Dilarz la seguì, non senza essersi prima sistemato il giaccone dalle molteplici tasche e aver controllato la sacca.
Selynà batté il piede: “Insomma, cosa stai facendo? Non dobbiamo certo portarle delle offerte.
Dilarz le sorrise: “È per il tesoro. Volevo assicurarmi che ci fosse abbastanza posto per tutto.
Selynà alzò gli occhi al soffitto: “Veramente, non si tratta di quello che immagini.
Nella mente di Dilarz oggetti d’oro e gemme si dissolsero come sogni. 
Si incupì. 
“Cosa dovrei aspettarmi?
Selynà aprì la porta.
La tappezzeria era rovinata in più punti, ma si potevano intravedere teste e zampe di gatto. 
L’odore di umidità era tale che Dilarz si volse verso Selynà: “Siamo sicuri di essere nel posto giusto? Qui è tutto decadenza e marciume.
Lei si portò l’indice sul labbro: “Zitto.
Dilarz gliene domandò il motivo.
Selynà socchiuse gli occhi, quasi inebriandosi di quell’odore: “Katyra è da queste parti. Ha voluto darci appuntamento qui per motivi molto gravi.
Dilarz impallidì: “Vorresti dire che sono venuti anche da loro?
Selynà abbassò la voce: “Evita di nominarli, soprattutto in sua presenza. Lei è l’unica in grado di aiutarci e ha rischiato molto per venire qui.
Dilarz mosse la mano nel gesto di tagliare corto: “Senti, ignorerò parecchie cose sulla gente di Felyna, ma so bene perché ci troviamo qui. Il tesoro.
Selynà si morse il labbro. 
Dilarz credeva di poter corrompere i nemici con un forziere pieno di gemme e metalli preziosi. 
Trasse un lungo respiro prima di avvertirlo: “Senti, dietro a quella porta non c’è proprio quello che credi.
Dilarz la fissò basito. Diede un pugno al muro: “Maledizione. E io che credevo di essere sulle tracce di un tesoro.
Selynà gli accarezzò la spalla: “C’è, eccome. Solo che non servirà a corrompere nessuno.
Dilarz la osservò con una smorfia di frustrazione: “Immagino che neppure noi ci guadagneremo nulla.
Selynà allargò le braccia: “Libereremo Lago delle Quattro Delizie dalla sua maledizione”. 
Si tastò la giacca colma di tasche e si guardò i pantaloni che le cascavano addosso da tutte le parti.
“Dubito che i demoni del buio si acquieteranno con le gemme e l’oro. Hanno rovinato il raccolto. 
Selynà tastò la borsa con le provviste: “Queste dovranno bastarci per un bel po’ prima di tornare indietro con il dono di Katyra.
Dilarz alzò un sopracciglio: “Un dono? Perché non un’arma?
Selynà lo fissò gelida: “Non sono servite a nulla contro di loro. Se le sono mangiate, ricordi?
Dilarz la guardò da sotto in su: “Per quel poco che so della razza di Katyra, mi aspettavo qualcosa di micidiale. Sai, un’arma a forma di artiglio, in grado di squarciare le tenebre.
Selynà gli fece segno di seguirlo e aprì la porta: “Avanti, abbiamo chiacchierato fin troppo.
La stanza era arredata con un enorme cuscino sul quale era appoggiata una gatta dal mantello argentato e gli occhi viola.
La tappezzeria alle pareti era in uno stato migliore rispetto a quella che si trovava nelle stanze precedenti: un dettaglio che stupì Dilarz, il quale rimase zitto per evitare figuracce. 
Notò che la gatta stringeva un involto di stoffa colorata fra le zampe e recuperò speranza. 
Di certo doveva contenere qualcosa per il quale era valso il viaggio.
Katyra si leccò il manto azzurro ghiaccio e fissò Dilarz con noncuranza.
Selynà le fece un piccolo inchino: “Scusa se ti abbiamo fatto rischiare tanto, ma è per via della maledizione che affligge il nostro villaggio. Non vorremmo mai che si estendesse qui a Felinia.



Estratto dal racconto "Il dono speciale" di Alexandra Fischer, dal libro "Hyperborea 8",  Midgard Editrice.
Racconto vincitore a parimerito del Premio Midgard Narrativa 2024.


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