Intervista
a Virio Cau, autore del romanzo “L’isola che non c’era”, edito nella Collana Narrativa
della Midgard Editrice.
Buongiorno,
parlaci della tua nuova opera, come nasce?
Buongiorno.
Ho voluto scrivere un romanzo che da subito ho definito di fantascienza, genere
a cui sono appassionato fin da ragazzo. È la prima volta che mi cimento in
un’opera così lunga, anche se in realtà avevo già scritto numerosi racconti anche
di genere diverso, e poiché con la fine del periodo lavorativo posso godere di
maggior tempo libero, ho deciso di ampliare una delle mie storie per renderla
più completa e concreta anche con elementi descrittivi che non fossero
essenzialmente di genere ma che potessero riferirsi anche a momenti di
effettiva attualità.
Quali
sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?
Credo
che tra le tante prevalga l’importanza che assegno al rapporto tra le persone, che
i vari personaggi ritengono debba essere puro e privo di pregiudizi; e poi la
cultura, la conoscenza, la libertà di pensiero, elementi senza i quali non
potrà mai esserci un reale progresso civile.
Hai
avuto delle fonti ispirative, dalla letteratura e dal cinema, per quest’opera?
Posso affermare con assoluta certezza che qualsiasi elemento circondi la
nostra esistenza sia un elemento di ispirazione. Non si può prescindere dalla
nostra esistenza se si desidera esternare le proprie fantasie, le proprie idee,
le proprie emozioni. Quindi sì, tutto ciò che leggo, tutto ciò che vedo, tutto
ciò con cui vengo a contatto costituiscono le fonti della mia ispirazione.
Progetti
futuri?
Ho
già iniziato un altro romanzo che conto di terminare entro l’anno.
www.midgard.it/lisola_chenoncera.htm
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