mercoledì 17 luglio 2019

Intervista a Marco Canonico


Intervista a Marco Canonico, autore del racconto “Onar”, terzo classificato al Premio Midgard Narrativa 2019, edito nell’antologia fantasy “Hyperborea 3”, nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.




Buongiorno, parlaci del tuo racconto, come nasce?

Il racconto ha avuto la sua origine nel momento stesso in cui sono venuto a conoscenza del premio “Midgard Narrativa”.
Non avevo mai scritto nulla di fantasy, anche se in passato avevo letto vari libri di questo genere, specialmente nella fase adolescenziale.
“Onar”, che in greco significa “sogno” nasce dal mio desiderio di cimentarmi nei vari generi della prosa.
Il racconto è ambientato in un tempo non dichiarato e i luoghi nominati sono inesistenti.
Ovviamente è facile notare che sono tutti o quasi di matrice greca.
La trama riguarda appunto Onar, un cacciatore di incubi generati da dei klopòneira (esseri quasi intangibili che rubano i bei sogni delle persone per rilasciare poi quelli brutti) che hanno invaso le regioni di Nyx e di Ypnos. Starà a lui tentare di risolvere il problema anche se la sua storia si intreccerà con quella di due giovani abitanti del paesino di Anthos, dove è ambientata tutta la vicenda, ovvero Kleide e Amycus. 


Il tuo racconto è prettamente mitologico. Si nota in particolare l’influenza della mitologia ellenica. Ami molto la Grecia e i suoi miti?

Essendo uno studioso di lettere antiche non posso che non amare la Grecia classica.
Come detto, i nomi dei luoghi e dei personaggi sono greci, eccetto uno, Amycus, di origine volutamente latina.
I miti greci, così come il mondo ellenistico in generale, mi affascinano da sempre: ricordo che uno dei primi libri che mi feci regalare appena iniziai il liceo classico fu l’Odissea e “I miti greci” di Robert Graves.
La mitologia classica, sta alla base della nostra cultura: ricordiamo che ufficialmente la letteratura occidentale nasce con Omero e i suoi epos.
Detto questo, la mia volontà era quella di utilizzare un po’ di questa grecità per creare “Onar”, racconto appunto fantastico ma prettamente mitologico. 



I personaggi di “Onar” sono totalmente fantastici e/o ispirati alla mitologia ellenica o hai messo anche qualcosa di tuo in essi?

I personaggi, a parte Fobetore, uno dei tre mitologici fratelli del sonno, sono quasi tutti inventati. Nella mitologia classica non esistono i klopòneira né tantomeno cacciatori di brutti sogni.
Tuttavia Onar ha qualcosa di prettamente personale; è un personaggio piuttosto ambiguo: non è eticamente eccezionale ma comunque persegue un ideale positivo e compie col proprio lavoro buone azioni.
Caratterialmente è terribile: scontroso, piuttosto irascibile, molto ironico e soprattutto desideroso e deciso a lavorare sempre da solo.
Ecco, in questi ultima coppia di aspetti del personaggio sicuramente vi ho inserito due  elementi molto presenti nel mio carattere, in particolare il concetto di lavorare in singolo.
Su questo ultimo tratto ci sto lavorando per riuscire in futuro anche a creare un’opera a più mani (due/tre persone) che sicuramente metterà a dura prova questo mio limite, ma dall’altra parte mi aiuterà a entrare in un’ottica di collaborazione, spesso necessaria anche nella vita di tutti i giorni.


Progetti futuri?

Non ho progetti futuri attualmente ben definiti: non so se dopo “Le rivolte di Amore”, mia prima pubblicazione, e “Onar” mi prenderò una pausa creativa (conoscendomi no, non riesco a stare fermo), ciononostante l’idea è quella di continuare a scrivere e a cimentarmi anche in altri generi della prosa e magari tentare quello della poesia.
Mi è già stato chiesto se ci sarà un seguito di “Onar”, il cui finale è aperto: a questa domanda rispondo che sì, sicuramente ci sarà, perché non sono solito lasciare lavori incompiuti, ma non so ancora quando.
Nel mentre, in attesa di trovare l’ispirazione per altri lavori, mi godo i racconti dei miei colleghi presenti sia in questa edizione di Hyperborea 3, sia nelle due antologie precedenti.
Un ringraziamento pubblico va a Eleonora che mi supporta sempre, all’editore e ai giudici del premio che hanno permesso la nascita di “Onar”.

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