di Rita Morandi.
Scompaiono
All’alba tacevano gli uccelli
Ascoltai la sua agonia
cantò finché ebbe fiato
Poi silenzio
Riprese poi il canto un altro
ma non era il solito canto di ogni alba
E questa terra che geme tremando, buio esce dallo scheletro
del palazzo dalle finestre senza più vetro
come fluido oscuro che avvolge
i fantasmi di questi corpi vuoti le città vuote dietro le porte
Memoria
Ma nulla ho visto né sentito
La luce del mattino grida
potente come raggio precoce
nel vicolo ancora buio
che già tutta la notte ha visto
Fugge una folla di uccelli
in mistico volo
faticano a stare uniti
sbattono contro i muri
si scontrano e non sanno
che là in fondo il Cielo li aspetta
nello splendore mistico del sole
Affondano e periscono
nel buio dell’inferno
Ecco che tutti gli uccelli
se ne vanno per sempre da quei Cieli
Il nibbio dopo che tutto ha visto
accuratamente controllato
appoggiato al palo
Ancora uno sguardo intorno preciso e fondo
Tutto era a posto
Anch’egli se ne va per non più tornare
L’acqua di sotto come il cielo
di verde liquido velenoso
dove l’animale tenta di fuggire
scivola dalle mani ma è ripreso
per la cena serale
Estratto dal volume "L’angelo accorre allo spettacolo" di Rita Morandi, Midgard Editrice.
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