Buongiorno Fausto, come nasce questa tua nuova opera, La storia infinita?
Buongiorno Fabrizio. In realtà già da diverso tempo avevo sentito parlare della parabola buddhista chiamata "Alla Ricerca del Toro" e avevo letto qualcosa riguardante l'argomento su di un testo di Yoga scritto, intorno agli anni '80, da Carlo Patrian, uno tra i più importanti Insegnanti di Yoga di quel periodo. Dopo diversi anni, circa nel 2015, ritrovai un accenno a questa storia, con le indicazioni editoriali del libro con lo stesso titolo in un testo che trattava delle filosofie orientali e quindi mi decisi di acquistare il libro suddetto.
Con grande sorpresa mi trovai tra le mani un libretto nel quale vi erano soltanto delle chiose, molte chiose suddivise in capitoli, collegate a delle immagini di antichi quadri pittorici.
Rimasi quindi abbastanza meravigliato accorgendomi che mai nessuno aveva fatto un commento a questa parabola, perlomeno in tempi recenti, parabola che è ritenuta una tra le più importanti testimonianze collegate al Taoismo e allo Zen.
Ciò che sicuramente mi colpi fu che, tra le chiose e i dipinti, vi fosse un forte legame a testimoniare il fatto che, anticamente, qualcuno aveva avuto l'intuizione di mettere delle immagini che aiutassero l'interpretazione del racconto. Era un po' come se, molti e molti secoli fa, fosse stata scritta una "storia a fumetti", una lunga parabola, evidenziata da splendide immagini, da meravigliosi quadri poi, purtroppo, andati perduti.
Quali sono le tematiche più importanti del libro?
Siccome tra i miei interessi particolari c'è anche una ricerca inerente il Taoismo e lo Zen ed una curiosità spirituale riguardo la lettura e l'interpretazione dell'Oracolo cinese, l'I Ching, mi venne subito l'intuizione di scrivere un libro nel quale, commentando la Ricerca del Toro, avrei potuto inserire conoscenze e orientamenti riguardanti le principali filosofie orientali, dallo Yoga al Taoismo Contemplativo passando per l'Alchimia e lo Zen, senza ovviamente trascurare le mie conoscenze sulle antiche Filosofie dell'India.
Inoltre, facendo riferimento ai miei studi classici, sono ritornato, dopo diversi anni, ripensando al Liceo, a rielaborare più approfonditamente la visione presente nella Filosofia greca in cui, personaggi come: Platone, Eraclito, Democrito, Leucippo ed altri sono stati, non solo dei grandi filosofi ma dei grandi Saggi, dei Risvegliati, degli esseri Illuminati, uomini cioè che, attraverso una "visione apparentemente solo filosofica" ci hanno trasmesso le basi per andare ben oltre le filosofie con l'intento di approdare ad una Conoscenza dell'Essenza della Vita tipica di quella Spiritualità che l'essere umano ricerca da sempre.
E così e stato.
C'è voluto del tempo, chiaramente, per intessere argomenti aventi pari importanza e consistenza, pur provenendo da culture apparentemente diverse, ma sono certo che il lettore riuscirà ad apprezzare questo mio lavoro di sintesi tra le varie visioni riguardanti comunque la millenaria Ricerca della Via e della Verità da parte di ogni essere umano.
Oltre che essere uno scrittore di saggi sulla spiritualità sei anche un insegnante di Yoga da molti anni, ci vuoi parlare di questa tua attività?
Sì, in effetti, ho iniziato la pratica dello Yoga quando avevo solo 19 anni ed ebbi la fortuna di conoscere e seguire gli insegnamenti di Andre Van Lisebeth, il Maestro di Yoga belga che, per primo, intorno agli anni '60 del secolo scorso, introdusse in Europa la teoria e la pratica dello Yoga, dello Hatha Yoga in particolare. Ho conosciuto infatti personalmente i suoi due figli, Francoise Berlette e Willie Van Lisebeth dei quali ho seguito la Scuola per diventare Insegnante ed i loro Seminari di approfondimento.
Poi, insieme ad un gruppo guidato da Giorgio Astolfi, Presidente per diversi anni della Federazione Italiana Yoga, (anche lui uno tra i miei insegnanti), durante uno dei miei viaggi in India, ebbi modo, a Rishikesh, di entrare nei sancta sanctorum dello Yoga, cioè nell'Ashram di Swami Shivananda e poi, a New Delhi, in un altro luogo leggendario il Vishwayatan Yogashram di Dhirendra Brahamachari, il Maestro di Yoga che preparò gli astronauti russi per i viaggi nello spazio.
È importante ricordare che 30/40 anni fa, la pratica dello Yoga, nella sua veste originale ed antica, era molto diffusa anche in Italia, soprattutto a Roma e Milano.
Col passare del tempo pero, tale veste, pur rimanendo fedele a se stessa, ha subito delle variazioni fisiologiche le quali, senza snaturare la disciplina, consentono tuttora di proseguire una pratica corretta seguendo le direttive originali di essa.
Lo Yoga infatti permette, a chi Io pratica, di acquisire una conoscenza e una percezione di sé che va ben oltre il piano fisico elevando gradualmente il praticante verso nuovi orizzonti per acquisire la possibilità di espandere la propria Coscienza verso nuove frequenze e nuove sensazioni interiori.
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