venerdì 28 giugno 2024

Lune sospese

 di Gianluca Ricci.








ACQUAZZONE A SETTEMBRE

Di sicuro c’è la metafora,
di incerto la sua durata,
di probabile l’uggia
che vince nell’attesa,
ma all'acqua che ora cade dal cielo
non importa somigliare
a lacrime d'uomo,
preferisce scivolarci addosso
e consegnarsi alla terra.

23.9.2019 



LACRIME D'ITALIA
(Il fiore)

Ogni fiore è identità nascosta,
con foglie e poi frutti,
punti sospesi su uno scrivere,
muto, ma non cieco.

24.9.2019



CANZONE DELL'ALBERO STRANIERO

Passerà l'inverno
e a primavera torneremo
a dir male dell'ailanto,
a luglio imprecheremo
per la sua devastante vigoria,
incapaci di sottrarci al sole
sotto i suoi rami,
l'unico albero che non ci tradirà
a settembre.

26.9.2019



PARCHE
(Per una donna del destino)

Avrei dovuto immaginarlo
ma ora che la luce
disegna il tuo volto
lama perfetta
tra il giorno e la notte
ora so con certezza
che sei quella che fila,
tesse e spezza per sempre
le vie del mio cuore.

27.9.2019



Estratto da "Lune sospese" di "Gianluca Ricci, Midgard Editrice.




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martedì 25 giugno 2024

I racconti di Arrlonn: Vendette

 di Luca Benedetti.







All’inizio non esisteva nulla; solo un immenso buio.
Questo era il periodo del grande nulla. 
Non esisteva male, bene, dolore, amore, esseri viventi o inanimati. 
In questo buio c’era Silenzio, il re del grande nulla, che odiava la vita ed ogni forma d’esistenza. 
Di esso si pensa avesse enormi corna ricurve all’indietro e che il buio lo ricoprisse interamente. 
Ed egli aveva poteri magici di altissimo livello. 
Nell’altra dimensione, accanto alla dimensione di Silenzio, regnava il grande Maldon, un potentissimo mago che più di ogni altra cosa voleva conquistare tutte le dimensioni esistenti.
Ci fu una grande lotta fra i due contendenti, si disse che durò trenta lunghissimi secoli, in un pianeta chiamato Mabnen. 
La battaglia, visibile dal vicinissimo pianeta Ebran, fu combattuta giorno e notte, senza mai fermarsi né per mangiare, né per dormire. 
Il pianeta Mabnen era nella dimensione di Maldon, il mago che ne uscì vincitore. 
Per lunghissimi anni egli si ritirò nel pianeta Ergamon, dove erano situati i monti più alti della dimensione e la magia era più forte.
Dopo duecento secoli si trasferì nella sua nuova dimensione e lì creò un nuovo ordine di maghi: gli EroMo. 
Ne creò cinquanta i quali diedero vita ad altri maghi i PiccoloMo, i quali dovevano abitare nel pianeta posseduto dal proprio maestro, controllare la situazione del pianeta e tenere informato il maestro.
Tutti i maghi dovevano osservare i regolamenti lasciati da Maldon, i quali erano scritti in pergamene di carta, proveniente dalle Lune di Sidor del pianeta Tzerbitta, il quale era nella dimensione di Maldon, nella galassia di Secron.
Nei regolamenti vi era scritto che i maghi creatori dovevano creare mondi nei quali il male non esisteva e non dovevano creare creature di tipo onnipotente, che potessero sfuggire al controllo dei padroni conquistando l’intera galassia o peggio l’intera dimensione.
Nell’ordine vi era un mago, chiamato Filaamo, il quale non era contento di questo regolamento al punto tale che un giorno disse al suo allievo Eklatos: «Io mi staccherò da quest’ordine, e creerò un mondo tutto mio, con le mie regole; e tu mi aiuterai in questo, giovane Eklatos».
Dopo trent'anni furono convocati tutti i maghi nella casa di Maldon il quale era giunto alla fine della sua vita, ormai arrivata alla notevole età di duecentomila secoli.
Erano stati convocati anche i maghi della prima dimensione posseduta da Maldon, «Mie creature, siete state chiamate perché come sapete io sto per abbandonare la vita, e mi sto dirigendo verso i campi Nolta dove verrò sepolto», i campi Nolta erano campi immensi nei quali venivano sepolti i maghi creatori, «Ora io dono ad uno di voi tutte le mie dimensioni». 
Ci furono borbottii fra i presenti: «Chi sarà? Chi avrà il potere!», oppure, « Sarò io o tu, Laran?», ma poi arrivò Filaamo che, sicuro di sé, disse ad alta voce: «No no, sarò io il “Padrone” di tutto!», i brusii, però, furono interrotti da una flebile voce, «Non sarai tu, Filaamo. Il mio erede sarà…», rispose Maldon, tossendo bruscamente, «…Sarà Sedroul».
Ci furono nuovi borbottii fra la gente. Ma tutti erano d’accordo con la decisione presa da Maldon.
Il vecchio morì prima del calar del sole.
Questo avvenimento è stato ritenuto dai maghi come presagio di sventura, poiché quel giorno tutti i meteoriti e le stelle cadenti di tutte le galassie caddero dal cielo, facendosi vedere da tutti i pianeti.
I Maghi lì presenti, mentre Maldon spirava, si misero a parlottare dell’accaduto come se stesse per finire la vita in tutte le galassie.
 Alla sera ci fu un rito per il morto, che venne messo in una barca guidata da Eklatos il più giovane dei maghi. 
Egli lo accompagnò nell’immenso campo, dove lo seppellì accuratamente scavando una fossa profonda. 
Infine, con un incantesimo, strappò l’anima dal corpo di Maldon in modo da liberarlo dalla morte senza vita.


Estratto da "I racconti di Arrlonn: Vendette" di Luca Benedetti, Midgard Editrice.




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mercoledì 19 giugno 2024

Tesoriere di parole

 di Natalya Letyayeva.







Miraggio

Miraggio alla fine della Via Lattea
Torna lentamente
Siamo degli sciocchi
Crediamo a ciò che crediamo
Sentiamo ciò che vogliamo sentire
Vediamo questo miraggio.


Мираж

В конце Млечного пути мираж
Возвращайся потихоньку.
Мы глупцы:
Верим,в то что верим
Слышим то,что хотим слышать
Видим этот мираж.


Re

Se tu sei un Re
Allora io sono la Regina
Se sei un eroe
Rischia per amore
Cosa mi importa
Cosa c'è e com'è
Ho la mia carne, il mio sangue
E poi ciò che accadrà
è soltanto sconosciuto 
Sono un'aquila libera
Ho bisogno di spazio
Tu eri, e io sono
Se sei con me è scacco matto.


Король

Если ты король,
То я королева!
Если ты герой,
Рискуй за любовь.
Какое мне дело
Что там и как там
У меня своя кровь
Своя плоть.
А что будет потом
Неизвестность и только
Я вольная птица
Мне нужен размах
Ты был,а я есть
Если будешь со мною
Шаху мат


Love story

È solo ed è un cretino
Lei è sola e condannata
Legata a lui.
Il sangue sulla manica,
è lunga la strada!
Colore turchese,
è un falso allarme!
Al settimo anno
Con passo leggero
Si avvicinò un angelo
Con l'andatura di un bambino
Ha convocato i parenti
Ad un grande incontro
E dei doni ha distribuito:
Povero - anello
Dormiente - sogno
Miscredente - fede
Orgoglioso - lotta per buona sorte
E la terra è viva
Rifiorisce di nuovo
Fiumi e campi
Città e villaggi!


Love story

Он один и он дебил
Она одна ,обречена,с ним повязана
Кровь на рукаве-дальняя дорога
Бирюзовый цвет-ложная тревога
На седьмом году
Легкою походкой
Ангел подошёл поступью ребенка
И созвал родных на большую встречу
И раздал дары:
Бедному колечко,спящему мечту
Неверующему веру
Гордому борьбу за благое дело.
И жива земля!
Расцветают снова
Реки и поля,
Города и села!



Estratto da "Tesoriere di parole" di Natalya Letyayeva, Midgard Editrice.


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martedì 11 giugno 2024

Intervista ad Alain Borghini

 




Buongiorno Alain, come nasce questa tua nuova opera?

Dopo un quarto di secolo dedicato alla ricerca ed allo studio della medaglistica d’epoca rivoluzionaria e napoleonica, certi personaggi come Dominique Vivant Denon, sono diventati di casa prendendo un posto, diciamo virtuale, nel mio cuore e nella mia mente. Non poteva quindi, non sorgere spontanea la domanda su come quegli oggetti per me tanto affascinanti, fossero stati progettati e poi realizzati. Trovandomi nella condizione di potermi avvalere solo di una ridottissima serie di fonti indirette dedicate ad illustrare questo tipo di tematica, ho deciso di avviare una ricerca in profondità sfruttando le possibilità fornite dalle moderne tecnologie di digitalizzazione; ho così iniziato a studiare tutte le fonti dirette conservatisi fino ai giorni nostri, in primo luogo l’abbondante carteggio del direttore per ricavarne il materiale necessario per comprendere le effettive modalità di funzionamento della Zecca delle Medaglie di Parigi.


Ci vuoi parlare un po’ di Dominique Vivant Denon? 

A mio avviso è uno dei personaggi più affascinanti della sua epoca ed è davvero assurdo che, nella sua profonda modernità, oggigiorno sia pressoché sconosciuto anche in Francia. Eppure a lui è dedicata una delle due aree in cui è diviso il Louvre.
E’ davvero impossibile tracciarne una biografia sintetica perché è come se avesse vissuto una serie di vite una dietro l’altra.
Ed invece non sono state altro che fasi, la cui intensità e ricchezza è stata tale però da poter dire, senza tema di smentite, che ciascuna di esse sarebbe stata sufficiente per definirlo un uomo dalla vita incredibile.
E’ per questo che il mio prossimo progetto editoriale, sarà dedicato alla narrazione delle sue mille vite.


Sei uno studioso della medaglistica napoleonica e della storia di quel periodo da diversi anni. Da dove nasce questa tua passione?

La passione per la storia è il motore di tutto. per pura casualità, ho fissato la mia attenzione sul periodo storico che va dallo scoppio della rivoluzione francese alla restaurazione e sempre per pura casualità ho scoperto che la storia non è solo quella raccontata dalle pagine dei libri ma può trovare un affascinantissimo modo di esprimersi attraverso delle piccole opere d’arte come le medaglie commemorative.
E’ chiaro poi che l’approfondimento di questa epoca storica me l’ha resa ancora più gradita una volta che ho compreso quanto il nostro mondo moderno le sia debitore. 

 



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Alain Borghini, nato a Siena il 19 ottobre 1974, è laureato in Giurisprudenza ed imprenditore nell’azienda di famiglia.
È membro della delegazione Toscana dell’Associazione culturale internazionale Souvenir Napoléonien, dell’International Napoleonic Society, dell’Associazione internazionale Le Circle Napoléon, e dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici.
È inoltre Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale Collezionisti Storici Aretini e Fondatore e Conservatore del Museo Medagliere dell’Europa Napoleonica.
Relatore in diverse conferenze e convegni di Storia Napoleonica e di Numismatica, dal maggio 2018 è responsabile della rassegna mensile online “Le Storie del Medagliere” a cura del Museo Medagliere dell’Europa Napoleonica.
Ha pubblicato “Le Medaglie Commemorative di Napoleone”, Midgard Editrice (2009) e il romanzo storico “L’ultima notte dell’Imperatore”, Arezzo (2020).




 


martedì 4 giugno 2024

Intervista a Giacomo Villa

 





Buongiorno Giacomo, come nasce questa tua nuova opera?

Tanti anni fa, mio figlio oggi quasi ventiseienne viaggiava ancora sul passeggino, una mia cugina mi invitò a visitare Treviso, luogo dove lei all’epoca lavorava. La città mi piacque molto e da quella visita trassi spunto per quello che possiamo a questo punto considerare qualcosa di più che l’embrione de “Il volo dell’airone”. Solo nei mesi precedenti l’uscita del libro, ho rimesso mano a quello scritto e ne è nato il romanzo che la Midgard ha voluto pubblicare, ampliato di alcuni capitoli e soprattutto nella parte descrittiva della location e dei personaggi. Il forte amore mio e di mia moglie per i viaggi ha fatto il resto colorando il racconto di particolari schizzi descrittivi che mi auguro riescano a raggiungere il cuore del lettore.



Quali sono le tematiche più importanti del volo dell’airone?

Mi è sempre piaciuto raccontare le storie dal di dentro, per così dire, dei personaggi, descrivendone emozioni e sentimenti e lasciando che il loro sentire guidasse lo stesso svolgersi della trama. In questo libro in particolare più che un amore mai ben definito fra i protagonisti della storia, il sentimento cui ho cercato di dare una colorazione particolarmente intensa è il senso della famiglia e degli affetti più immediatamente cari e radicati, senza presunzione gli stessi che la mia famiglia ha trasmesso a me e che io sto cercando di trasmettere a mio figlio.



Somiglianze e differenze con le tue opere precedenti?

Un filo diretto con gli altri miei scritti può essere individuato, come accennavo in riferimento alla domanda precedente, nella ricerca attenta e continua degli stati d’animo dei protagonisti. Amore, gioia e senso di appartenenza sono sentimenti altrettanto riscontrabili come dolore, delusione e frustrazione, quello che io ritengo essere un po’ lo snodo nella strada della vita pilotato dalle sbandate e dalle corse che il destino ci fa incontrare nei nostri personali percorsi. Se posso citare un esempio di similitudine con un altro mio libro, mi viene in mente lo straordinario paesaggio africano che accompagna parte di “All’ombra della Croce del Sud”, figlio anch’esso della mia smisurata passione per i viaggi.



Quali scrittori e artisti annoveri fra i tuoi ispiratori?

Ho da poco varcato la sessantina e di acqua sotto i ponti dei gusti di lettura ne è passata parecchia. Leggere mi è sempre piaciuto, posso aggiungere che fin da ragazzino mi cimentavo in colorati racconti soprattutto western, colpito nel mio immaginario di adolescente dalle rutilanti scene soprattutto hollywoodiane di cavalli al galoppo (il trekking equestre è stata un’altra passione che mi ha accompagnato recentemente) e di praterie e montagne dai policromi colori che si sovrapponevano nella mia fantasia. Gli autori della giovinezza sono stati i classici Alexandre Dumas padre e figlio, Emilio Salgari, Giulio Verne, sostituiti in età più adulta dai mitici Ken Follett, Stephen King, Wilbur Smith e tanti altri. In questi ultimi anni, ho scoperto il grande amore per la storia contemporanea e mi intrattengo ore e ore in compagnia dei saggi dei maggiori storici italiani e non.





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Giacomo Villa è lo pseudonimo di Andrea Cappanna. 
È nato a Umbertide (PG) il 31 Agosto 1963 ove risiede attualmente con la sua famiglia composta dalla moglie Maria Luisa, che si diletta a fargli da agente letterario, e dal figlio Giacomo. 
Sin da piccolo e poi nel suo tempo libero dagli impegni lavorativi, come si racconta lui stesso, si è dedicato alla lettura e alla scrittura. 
Cresciuto in una famiglia formata da genitori entrambi insegnanti, ha ricevuto stimoli e incoraggiamenti a coltivare la propria creatività immergendosi nel mondo della narrazione e, in tempi più recenti, anche della storia. 
Da molti anni si interessa inoltre di musica in maniera amatoriale ed è attualmente componente della banda cittadina dov’è impegnato in qualità di trombettista. 
Ha pubblicato Il Natale di Ermes (2006), Come una foglia al vento (2008), All’ombra della Croce del Sud (2009) e Il paese sulle nuvole (2019). 
Numerosi sono i premi e i riconoscimenti che ha ottenuto nel corso degli anni.