Intervista
a Margherita Merone, autrice del libro “Una favola da raccontare”, edito nella
Collana Narrativa della Midgard Editrice.
Buongiorno,
parlaci della tua nuova opera, come nasce?
Nasce partendo dalla vita reale. L’opera è nata nel
momento in cui ho ritrovato un libro nel quale avevo scritto alcune cose, ma
non tutto quello che era accaduto. La storia mancava di alcune parti che ho
pensato di aggiungere. Volevo scrivere una cosa, ma alla fine sono rimasta
coinvolta da una storia che ho scritto tempo fa, già pubblicata, che trattava
di alcune profezie fatte ad una donna, alcune delle quali col tempo si sono
avverate.
Quali
sono le tematiche più importanti di questo libro?
Il tema delle profezie. La protagonista racconta la
sua vita reale, ma quando rilegge quanto aveva scritto nel passato, ritorna a
quel periodo e se allora tutto le sembrava strano e irrealizzabile, col tempo
si rende conto che alcune cose sono accadute, altre stanno accadendo e a quel
punto si chiede del futuro. Le cose succedono proprio così come le erano state
dette da una donna conosciuta per caso durante l’estate, poi diventata amica
carissima.
Qual
è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Scrivere mi rende felice. Mi piacerebbe farlo tutti
i giorni, ma lascio che accada quando lo sento dentro. Lo scrivere è legato ad
un episodio doloroso della mia vita. Una penna regalatami da mia sorella più
piccola prima di morire mi spinge a farlo, e quando accade, tutto parte da
dentro, con una gioia che non so descrivere.
Che
scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Tanti sono gli scrittori che mi piacciono, leggo da
quando ero piccola, in questo ho preso da mio padre che amava conoscere. Però quello
che scrivo io dipende dal mio sentire e vivere la vita quotidiana. La fede
cristiana è sempre presente nelle mie opere, sia che si tratti di storie per i
bambini sia che si parli di altro, come in quest’ultima pubblicata.
Progetti
futuri?
Dopo aver discusso il dottorato in teologia vorrei
iscrivermi a psicologia. Amo tutto quello che faccio e come ho scritto
nell’opera in questione considero la mia vita una favola da raccontare. Non
smetterò di scrivere primo perché l’ho promesso a mia sorella prima di morire,
poi perché, come ogni autore, lancio un messaggio e sono felice.
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