lunedì 29 ottobre 2018

Gli occhi dei fiori

di Federica Ziarelli





GLICINE

Capelli fluttuanti, insoliti, odorosi/
viola pallido ricordo
di ogni nostalgico bel tempo.


SACRO A MORFEO

Fata di fuoco,
gonnina che langue,
la lingua del prato
è rossa di sangue.

Cuori a milioni
fan viva l'estate,
i bimbi li colgon
tra scherzi
e risate.

A Morfeo
era sacro,
calmava il dolore,
le ferite inferte
dal dardo
d'amore.

Distende gli insonni,
li placa,
li culla,
fiorisce di sogni
la lor terra brulla.


ALBERO DI MELE

Lampo d'intuizione, fuggevole, affascinante
e una verità spirituale,
cosmica balugina davanti a me,
tra la folla dei ranuncoli
nel fervido vestibolo 
dei miei primi anni.
La televisione è accesa,
un brusio celestino dalla finestra.
Estasi pura,
mangerei il tempo,
lo terrei in ammollo
dentro la pozza di questa luna,
o conservato tra le pagine
come una stella alpina,
in un'adolescenza interminabile.
Mia sorella ha detto che
con un bacio e carezze si creano bambini,
che basta amarsi e porcellini metà latte, metà rose
scavalcano il niente per esistere e odorare.
Tra le dita la bellezza.
Noi siamo:
divini/esseri/di vita

Ma Virginia, sola al buio,
un albero di mele
nell'orrore nefasto
di una confidenza tra genitori,
la piccola Virginia
ha visto in un istante
lo schiudersi
della paura, la rivelazione
grigio dolore della realtà.
Un uomo ha deciso,
(incredibile
incredibile
incredibile!)
ha deciso/per se stesso/ la morte.
Con poco si può forgiare bruttezza;
l'albero di mele l'ha accolta e non si è mosso.
Per Virginia Woolf, il grazioso albero
bianco di boccioli in primavera,
fruttato e dolce d'estate/
stecchito, riproporrà
/per lei sola/
nei teneri mattini scrivendo in giardino,
passeggiando sottobraccio a Leonard,
sorseggiando con le amiche il the delle cinque,
tra sbadigli e crinoline/ l'INVERNO.


PETALI CHIARI

Per lui
che ovunque innalza torri
e si pone di vedetta
con gli occhi allertati;
per lui voglio fiori,
canestri di fiori innocenti
e delicati lumi
a carezza
di mattini plumbei
e irrequieti.
Voglio cori,
cori d'uccelli
a ridestargli l'amore
per la musica dei giorni.
Mai nuvole,
mai pietre,
solo parti di luce
dal ventre del buio
e
petali chiari
a ricordargli
la leggerezza delle farfalle
che inseguiva
da bambino.

Poesie tratte dal volume "Gli occhi dei fiori" di Federica Ziarelli (Midgard 2016) , vincitrice del Premio Midgard Poesia 2016


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