Lo scoiattolo salta da ramo in ramo in cerca delle gustose ghiande.
L’animaletto equilibrista vaga per la foresta.
Una donnola nota lo scoiattolo sul ramo dell’albero. “Che cosa fai
amico?” gli chiede incuriosita.
“Sto facendo provviste. Devo fare una scorta di cibo per l’inverno che è già alle porte” spiega lo scoiattolo alla donnola che lo guarda stupita.
“Caspita! Perbacco! La fredda stagione è quasi arrivata nel bosco ed io sono ancora senza casa!” si ricorda la donnola.
La donnola riflette un po’ poi chiede allo scoiattolo: “Ma tu, dove hai la tua tana?”
“Ma è ovvio, sull’albero nel tronco” risponde deciso lo scoiattolo.
“Che disdetta! Io non so né arrampicarmi sugli alberi né saltare di qua e di là sui suoi rami, perciò ahimè non posso dare un’occhiata alla tana dello scoiattolo ed accertarmi se mi va a genio” si rammarica la donnola che non ha nessuna voglia di costruirsi una tana, e perciò si decide di correre ai ripari a modo suo.
Girovagando per il bosco la donnola s’imbatte in una lepre.
“Che cosa fai, amica lepre?” si incuriosisce la donnola vedendo sbucare dal buco nel terreno prima le grandi lunghe orecchie e poi la testolina del roditore che ha un debole per le carote.
“Ma che domande fai amico?!” esclama sbalordita la lepre e aggiunge con puntiglio: “Riordino la mia tana sottoterra e sto scavando un cunicolo con una nuova via di fuga.”
La donnola si avvicina all’entrata del buco, dimora della lepre, sbirciando all’suo interno. “Che peccato! La tana della lepre non fa per me. Lo spazio del cunicolo è troppo angusto per la mia mole” constata delusa. “Ti auguro buon lavoro, amico” lo saluta e se ne va per la sua strada nel bosco.
Dopo un po’ la donnola incontra il riccio appena uscito da un mucchio di foglie secche. “Che cosa stai facendo amico?” ripete la stessa domanda all’animaletto pieno zeppo di aculei.
“Un tronco vuoto e un mucchio di foglie secche mi terranno al calduccio per tutto l’inverno, perciò ne sto cercando uno” risponde il riccio indicando la sua dimora.
“Un tronco vuoto sarebbe una soluzione ideale anche per me durante la rigida stagione invernale” pensa tra sé la donnola, ma dopo un po’ ci ripensa. “Beh, riflettendoci per bene, il lupo e la volpe stanno alla larga dall’ animaletto, i suoi aculei sono davvero dei micidiali aghi appuntiti che fanno male sul serio, quando pungono, perciò non rischio un incontro ravvicinato con il riccio nella sua tana” conclude allentandosi.
La donnola si spinge fi no a riva del fiume dove incontra la lontra.
“Che cosa fai sulla riva del fiume?” le chiede.
“Sulla riva del fiume c’è la mia tana. Noi lontre costruiamo le nostre dimore lungo i fiumi e i laghi” chiarisce.
“Che umidità c’è qui intorno!” si lamenta ad alta voce la donnola.
Poi pensando tra sé: “Questa tana di sicuro non fa per me.”
La donnola saluta la lontra rimettendosi di buona lena in cerca di una tana adatta alle sue esigenze. Andando a zonzo per il bosco incrocia l’orso intento ad osservare una fessura in una cavità.
“Che cosa stai facendo amico orso?” ripete la solita domanda la donnola.
L’orso si volta e risponde con la sua voce grossa e profonda: “Sto cercando casa, ovvero una cavità di difficile accesso ma anche adatta alle mie enormi dimensioni.”
La donnola osserva la mole dell’enorme bestione.
“Scacciare di casa un gigante del genere per occupare la sua dimora al suo posto è un rischio troppo grande per me, perciò lascio perdere un’impresa di tale portata” decide il prudente animale.
La donnola prosegue la sua ricerca di una tana adatta alle sue pretese ed esigenze.
Un tasso fa la guardia all’ingresso del suo riparo sotterraneo composto da diverse gallerie e camere.
La donnola si ferma riproponendo la solita stessa domanda al tasso: “Che cosa fai, amico?”
“Sto facendo la guardia alla mia casa ed ho appena marcato il mio
territorio attorno alla mia tana” mette le cose in chiaro il tasso, fissando con sguardo sospettoso l’intruso.
L’atteggiamento ostile del tasso mette in allarme l’animale. “Il tipetto non tollera intrusi nei paraggi della sua dimora, me la do a gambe.”
La donnola recede dal tentativo di prendersi la casa del tasso con un’astuta scusa. “Si può trovare di meglio” si consola l’animale.
“Senza fatica non puoi avere un tetto sopra la tua testa, perciò datti da fare e costruisciti una tana una buona volta. Ogni anno è la stessa storia con te, amico. Gironzoli nel bosco e ti infili nelle tane degli altri” lo rimprovera il tasso.
“Che ci posso fare, sono un ladro di tane?” trova una scusa la donnola, che per sua natura non si prende la briga di mettersi all’opera in tempo per costruirsi un riparo. Di solito l’astuto animale trova un nascondiglio a spese degli altri abitanti della foresta.
Mira Susic, Il ladro di tane, Midgard Editrice 2018
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