Intervista a Gianantonio Nuvolone, vincitore del
Premio Midgard Narrativa 2018 con il racconto “Solamente un colpo di spada”,
edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice nell’antologia “Hyperborea
2”.
Buongiorno,
parlaci del tuo racconto, come nasce?
Volevo narrare la storia di un ragazzo che va alla cerca dell’avventura e
che si ritrova in una situazione, pur in un vasto mondo così fantastico e
incredibile, che avrebbe potuto suscitare dal suo animo sensazioni che mai
prima aveva provato e, devo confessare, l’ispirazione è stata “istantanea”:
questo è stato fondamentale per la costruzione di una vicenda di forte
intensità come io la desideravo.
Più di ogni altra cosa, però, sono felice della conquista del primo posto
in un concorso di Midgard, una casa editrice di qualità che dedica grandi cure
e una sincera passione al genere Fantasy.
Il genere del racconto è prettamente Sword and
Sorcery. Ami molto questo genere?
Sì, è un genere che mi ha dato molte emozioni, soprattutto nella sua
variante più “weird” e con ciò intendo ovviamente riferirmi ai precursori dei
primi decenni del secolo scorso del periodo dei “pulp” americani.
Nello Sword and Sorcery si
incontrano poi personaggi affascinanti che conquistano il lettore – in maggior
misura rispetto a altri generi della narrativa di fantasia - e assurgono a veri
e propri culti che, come è ben noto, hanno nei loro esempi più eccellenti
trasposizioni e continuazioni nelle forme del fumetto, del cinema, dei giochi
di ruolo ecc., insomma più in generale si collocano in modo permanente
all’interno di ciò che si suole chiamare “immaginario collettivo”.
Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto
della tua vita?
Io scrivo per diletto;
quando ho l’ispirazione adeguata l’attività dello scrivere mi “distrae” e mi
diverte, per il resto devo confessare che detesto i motivi autobiografici o
anche solo “metamorfizzare” in veste letteraria i banali pretesti offerti dalla
vita di tutti i giorni.
Preferisco inventare
una storia originale che si svolga all’interno di uno spazio creato
dall’immaginazione, poiché, a parer mio, la scrittura è anche liberarsi degli
angusti limiti della colloquialità e della scempiaggine cronachistica, oltre
che dalla prevedibilità delle cose che
fanno parte del solito nostro mondo.
Quali scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Sicuramente, come per molti, in principio fu Lovecraft: lo stile, i temi
e le visioni di Lovecraft sono stati determinanti per far crescere il mio amore
per l’Horror, il Weird, il Fantasy e la Sci-Fi spingendomi a conoscere la vita
e l’opera degli autori suoi contemporanei – alcuni dei quali, com’è noto, anche
suoi corrispondenti epistolari – che erano compartecipi dello stesso
“Zeitgeist” artistico.
Arrivarono così veri maestri, per esempio Howard, Smith, Bloch.
Gli autori che più mi ispirano sono vari e dipendono dal tipo di storia
che mi accingo a scrivere che è sempre in forma di racconto, dato che io sono
un idolatra della (Multi-)Forma del Racconto: per il Fantasy su tutti Clark Ashton Smith che io ammiro molto: mi
piace il suo stile decadente e poetico, raffinato e incantatore; per l’Horror/Weird penso alla produzione più oscura
di Bradbury, alle straordinarie raccolte di Richard Matheson, per me fautore
dello stile più “moderno” nel genere, e al King più “ossessivo”.
Mi piace poi citare l’ottocentesco Villiers de l’Isle-Adam stimolante
fomentatore di Humour Noir.
Progetti
futuri?
Ho terminato da poco un racconto
lungo che potrebbe un giorno aprire una raccolta personale di racconti inediti.
Vorrei proporre una serie di
storie autonome che investighino nelle paure degli uomini e nelle imprevedibili
varianti dell’Inconsueto.
È un proposito impegnativo, ma
che a una persona che considera la scrittura “ludicamente in modo serio” può
sembrare comunque alletante.
Tutto qui.
Grazie a Fabrizio Bandini e a
Midgard editrice per l’opportunità offertami e un buon lavoro a tutti i
collaboratori e agli autori di Midgard.
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