venerdì 29 agosto 2025

Case chiuse

 di Marco Bertoli.






Roma, 20 febbraio 1958.

Attraverso le lenti degli occhiali di celluloide l’onorevole deputato esaminò il foglio che gli era stato appena porto da un commesso. Nello scorrere il paio di righe, corrugò i baffetti nella larva di un sorriso. Schiarì la gola e assunse un’espressione ieratica. Sollevò la testa e scandì dall’alto del pulpito: «Presenti alla votazione: cinquecento. Votanti cinquecento, astenuti nessuno. Favorevoli trecentottantacinque, contrari centoquindici. La Camera approva.»
Nel frastuono degli applausi si dissolse l’“Addio Wanda” con cui salutò la fine di un’epoca.


Padova, gennaio 1959.

Il gelo della notte si solidifica nei granellini di nevischio che graffiano le guance. Rincantucciata nel cono di luce proiettato dal lampione, Federica affonda le mani nelle tasche del cappottino. Il pensiero vola a ‘Le delizie di Madame Le petit chaton’. Il rimpianto per il calduccio dell’alcova in cui esercitava è una nuvoletta di fiato attorno al naso. Si dissipa in un attimo. Nonostante le comodità, eri comunque una schiava commenta fra sé mentre batte sul marciapiede i piedi intorpiditi. Allora come adesso.
Una coppia di fanali che affetta la nebbia tronca la parentesi filosofica. Nonostante la tragicità della propria situazione, si augura che segnalino l’arrivo del primo cliente. Il borbottio del motore di una Fiat 1100 che procede con lentezza prima di accostare e fermarsi concretizza l’auspicio. Al suo sbottonare il paltò corrisponde il cigolio di un finestrino che viene abbassato a trequarti.
«Quanto?» domanda un volto smunto da ragioniere.
«Sono millecinquecento lire» risponde Federica. Scorge l’indecisione ondeggiare nelle pupille dell’uomo. Timido o spilorcio? Agita ciò che è trattenuto a fatica dalla scollatura. «Una quinta non è da tutte, bello mio.» Il dondolio dell’esca ottiene lo scopo.
«Monta.»
Nell’aprire lo sportello, la giovane non s’accorge del ghigno da squalo che deforma la bocca dell’uomo.


Estratto dall'antologia Hyperborea 9, Midgard Editrice.


(Disponibile sul nostro sito. Ordinabile anche su Amazon, IBS, Unilibro, nelle librerie Feltrinelli e nelle librerie indipendenti.) 




martedì 26 agosto 2025

Intervista a Giulio Togni

 




Buongiorno Giulio, come nasce la tua nuova opera L’uomo galleggiante?

Buongiorno, desideravo tanto scrivere un libro sul nuoto che è il mio sport preferito e che pratico personalmente. Mi piaceva l’idea di scrivere una trama originale che parlasse di un grande nuotatore, seppur inventato. E mi interessava mischiare toni epici alla ironia che sempre è presente nei miei libri.
 
 
Quali sono le tematiche principali del libro?
 
Il libro affronta la tematica del campione che capisce di essere ad un passo dal suo declino ma che grazie a doti importanti come la forza di volontà, la determinazione e la grande motivazione a non mollare mai riesce a superare i propri limiti fisici e a vincere, nonostante altri atleti più prestanti e giovani. È un inno alla forza interiore.


Il nuoto ti piace molto come sport e come pratica?

Da molto anni ormai pratico il nuoto costantemente e sono riuscito ad ottenere piccole grandi soddisfazioni personali come per esempio le traversate dello Stretto di Messina e quella da Ponza al Circeo a squadre. Nuotare in mare aperto è per me sinonimo di grande libertà.



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sabato 23 agosto 2025

Mefisto

 di Massimo Giachino.





Era quasi l’una di notte quando mi misi in auto per tornare a casa e, seppure non si potesse dire che fossi ubriaco, una leggera nota di insicurezza nei passi mi rese dubbioso se mettermi alla guida oppure no.
Optai per il sì. Dopo aver salutato tutti, mi sistemai alla guida, ed al secondo tentativo riuscii ad infilare la chiave e partire. Per fortuna ero stato tra gli ultimi ad arrivare alla festa per cui la mia auto era parcheggiata lontano, e senza altre auto troppo vicine che avessero potuto rischiare la propria incolumità durante la mia manovra. Giurai di non bere più alla prossima festa, bastava poco per perdere le redini, e non era mia abitudine. Prima di partire mi sfilai il giubbotto, anche se eravamo ai primi di febbraio e l’aria era gelida. Avevo la fronte perlata ed ero accaldato. Dopo qualche attimo immobile e con gli occhi chiusi, mi ripresi ed accesi il motore. Ora mi sentivo più lucido. Ingranai la retromarcia e mi immisi nella strada principale. A quell’ora non è che vi fosse un grande traffico, ma mi sollevò realizzare che la partenza fu più facile del previsto. Dopo pochi metri iniziò a piovere, e la strada cominciò ad essere viscida e la visibilità non ottimale. Casa mia distava pochi chilometri dal luogo della festa e la strada era tranquilla, solo gli ultimi 300 metri mi preoccupavano. La carreggiata si restringeva in modo netto per raggiungere una piccola frazione, costeggiando campi e frutteti. Una volta svoltato a destra, mi infilai in quella strada tanto temuta, con la consapevolezza di essere ormai quasi arrivato, mancava poco.
Lo scrosciare della pioggia aumentò senza preavviso, in lontananza cominciava a fare capolino anche qualche fulmine. “Maledizione”! – pensai. “Mi toccherà bagnarmi, non ho preso l’ombrello”. Girai lo sguardo per controllare se fossi così fortunato da averne uno sul sedile posteriore, ma la dea bendata non era dalla mia parte. Decisamente no. Quando mi voltai nuovamente per guardare la strada davanti a me, vidi solo una sfuggente ombra scura attraversarmi la strada. Preso dallo spavento, inchiodai premendo con quanta forza avessi in corpo sul pedale del freno. L’effetto che ne derivò fu esattamente quello opposto alla mia volontà. L’auto perse aderenza con il terreno, acquistando addirittura velocità e travolgendo quella scura sagoma nella strada, qualunque cosa ella fosse. 
L’auto sobbalzò nel contraccolpo, ed io colpì con la parte superiore del capo il tettuccio interno dell’auto. Qualche decina di metri più avanti riuscii finalmente a fermarmi, con il cuore che batteva all’impazzata ed incapace di qualsiasi movimento. Rimasi immobile alcuni secondi, che sembrarono un’eternità, riuscendo solo a guardare il display dell’auto: segnava le 01:11. Inconsciamente mi concentrai su quei numeri, evitando così di dover guardare nello specchietto retrovisore. Il terrore mi avvolse, raggelando le mie vene. Non avevo il coraggio di guardare chi o cosa avessi incautamente travolto. E se fosse stata una persona? Vedevo già materializzate nella mia mente una moltitudine di auto della polizia, la mia foto segnaletica e la vergogna mediatica che mi avrebbe sotterrato.
Ma ancora più di questo, il dubbio di non sapere cosa fosse successo, mi assillava. Trovai il coraggio e, tremando come una foglia, alzai gli occhi per guardare. Le condizioni meteo non mi permettevano di avere una chiara visione, cercai di dribblare le gocce di pioggia scrosciante socchiudendo gli occhi. Nulla. Avrei dovuto scendere dall’auto per assicurarmi di cosa fosse successo. Mi infilai il giubbotto ed estrassi il cappuccio, unica difesa tra me e il maltempo. Aprii la portiera, e per un attimo pensai di richiuderla e partire, facendo finta che non fosse successo nulla. Finalmente mi decisi a scendere.

 


Racconto vincitore del Premio Midgard Narrativa 2025

          Estratto dall'antologia Hyperborea 9, Midgard Editrice.

         https://midgard.it/product/hyperborea-9/

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mercoledì 20 agosto 2025

Intervista a Tersilio Filippi Coccetta

 





Buonasera Tersilio, come nasce la tua nuova opera Chi sbaglia un rigore non è un calciatore?

Questo è un libro all’apparenza semplice, ma che in realtà vuole mettere in luce una verità sacrosanta che nella vita non siamo tutti uguali e soprattutto la vita non è uguale per tutti. 
Ci sono persone che possono sbagliare le proprie occasioni come niente fosse e persone che invece non possono sbagliare il gesto quotidiano più semplice. 
Inoltre alcune situazioni logiche e chiare da vedere vengono offuscate e nascoste solo per il consueto modo di pensare che poi ha un nome codificato e impossibile da rimuovere: ipocrisia.
Certe volte sapendo che il pensiero comune non è quello giusto viene voglia di confutarlo e in nome della libertà di espressione, esprimere la propria versione e in piena onestà motivarla e renderla nota. 
È un gesto di saggezza, forse di coraggio ma soprattutto di raggiunta libertà individuale.



Quali sono le tematiche principali del libro?

Come dicevo le tematiche principali  vertono sulle occasioni della vita, soprattutto sull’occasione unica che va presa al volo che non si può sbagliare.
È il famoso treno che passa una volta sola, che solo in pochi casi rari si può rincorrere e prendere una seconda volta. 
Il libro lascia comunque la libertà di pensare e giudicare ad ognuno
quali siano le occasioni più importanti e farne una propria graduatoria.
 
 

Cosa ti piace leggere? Quali sono le tue fonti ispirative?

Di solito leggo dei saggi o dei libri di poesie che amo ugualmente scrivere, ma come fonti ispirative c’è sempre l’osservazione della realtà  che ci circonda e soprattutto della natura. 
Osservazioni semplici di vita quotidiana.




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venerdì 1 agosto 2025

Intervista a Massimo Giachino

 




Buonasera Massimo, con il racconto Mefisto hai vinto il Premio Midgard Narrativa 2025, complimenti. Ce ne vuoi parlare? Come nasce?

Intanto grazie per aver apprezzato e premiato il mio racconto, per me motivo di vanto ed orgoglio!
Il genere in cui più mi trovo a mio agio è il Weird/Horror, e “Mefisto” rientra in questa categoria. Il protagonista è un gatto nero, animale misterioso per eccellenza, che non è nuovo a questo tipo di racconti. Essendo un animale che mi ha sempre affascinato, ho pensato che fosse il protagonista perfetto per una storia dai contorni sovrannaturali. Ma questo non significa che debba per forza essere un’entità malevola!


Quali sono gli scrittori che ti piacciono e ti ispirano particolarmente?

Prediligendo il genere che ho indicato nella risposta precedente, prediligo sia i classici del genere (Lovecraft in primis) sia gli scrittori contemporanei, come il maestro King. Oltre a questi cerco spesso opere minori magari di scrittori esordienti come il sottoscritto, che spesso hanno molto da dire e raccontare, pur non avendo magari possibilità di raggiungere la grande distribuzione.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Nel 2023 ho pubblicato il mio primo romanzo, e ho parecchie idee per scriverne un secondo (ovviamente Weird!), che al momento sono però solo una bozza. Quando sarò pienamente soddisfatto del risultato io per primo, valuterò come procedere per condividerlo con chi avrà voglia e curiosità di leggerlo!
Grazie ancora per l’opportunità che mi è stata data da Fabrizio e dalla Midgard, sicuramente parteciperò ancora ai prossimi concorsi letterari, buone letture a tutti!



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