Intervista a Elisabetta Trottini, autrice del racconto “Amore e sacrificio”, terzo classificato al Premio Midgard Narrativa 2019, edito nell’antologia fantasy “Hyperborea 3”, nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.
Buongiorno, parlaci del tuo racconto, come nasce?
L’idea di questo racconto è nata da una domanda semplice e allo stesso tempo immensamente complessa: cosa siamo disposti a perdere per le persone che amiamo?
Ci verrebbe spontaneo rispondere tutto, niente o storcere la bocca a quella domanda scomoda. Ebbene ho voluto far riflettere su un sacrificio estremo di chi è disposto a perdere ogni cosa, a cambiare se stesso fino a non riconoscersi e ad andare via, percorrendo una strada diversa da quella calpestata fino in quel momento. Tutto pur di non far del male alle persone amate.
La protagonista, Mia, nel corso del racconto diventerà una mezza sirena. Una creatura tenebrosa e leggendaria, preda di istinti animaleschi: una predatrice marina.
In questa figura ho voluto racchiudere due tradizioni: quella greca che la vuole come donna dal corpo e ali da uccello, incantatrici di sventurati marinai e quella del folclore europeo con la coda di pesce, associata a tempeste.
Rispetto al racconto “Al fiorire della Mimosa”, edito nella prima antologia “Hyperborea 2” hai cambiato genere. Sei passata dal distopico ad un fantasy con elementi mitologici. Come mai?
La verità è che mi piace spaziare e sperimentare. Non prediligo un genere fisso, ho già scritto un fantasy, un distopico e un drammatico e in cantiere ho un libro di formazione e uno di avventure.
La mitologia mi ha sempre affascinata, fin da bambina quando leggevo di leggende e miti. Per questo ho posto le basi di “Amore e sacrificio” tra le onde e i misteri del mare. Ad esso sono collegati così tanti racconti che è difficile conoscerli tutti.
I personaggi di “Amore e sacrificio” sono frutto della tua fantasia o ti sei ispirata a qualche fonte letteraria o filmica?
Sì, sono frutto della mia fantasia. Ho modellato Mia come un personaggio che all’inizio è incosciente e fin troppo superficiale. Quando poi si rende conto di quello che accade si sente persa e dilaniata: non sa più chi è e come tornare ad essere la ragazzina spensierata dell’ultimo anno delle superiori.
I personaggi secondari, in particolare il padre di Mia e la migliore amica della ragazza, incarnano le preoccupazioni umane davanti a qualcosa di ultraterreno, lo stupore e la curiosità che ne deriva.
Progetti futuri?
Ne ho forse fin troppi! Prima di tutto vorrei pubblicare le saghe di Nata diversa e di Iridens (quattro libri fantasy distopici) e il romanzo di formazione, poi terminare il libro sul bullismo e quello sulla violenza sulle donne – che sono due temi terribilmente attuali – e successivamente completare la nuova saga fantasy, iniziata pochi mesi fa. In tutto ciò vorrei completare gli studi della Magistrale in Matematica.
www.midgard.it/hyperborea3.htm