sabato 20 dicembre 2025

Intervista a Simona Cappellini

 





Buonasera, come nasce il romanzo Fino a otto?

Fino a Otto nasce da molti anni di esperienza nel mondo degli affitti brevi di lusso in Toscana. Ho iniziato questo lavoro giovanissima e l’impatto con un universo fatto di ville storiche, famiglie nobili o altolocate, rituali immutabili e gerarchie ancora vive nei primi anni Duemila è stato immediato e straniante. Era come entrare in un mondo parallelo, regolato da codici propri, spesso sospeso nel tempo.
Fin da subito ho avuto la sensazione che le persone che orbitavano attorno a quell’ambiente — proprietari, collaboratori, ospiti di passaggio — fossero già personaggi, parte di un tessuto narrativo che chiedeva solo di essere ascoltato. Per chi, come me, ha sempre amato la scrittura, era impossibile non lasciarsi attraversare da quelle storie. Ci è voluto del tempo per trovare la distanza giusta, ma alla fine ho sentito il bisogno di fissare quell’esperienza sulla pagina, trasformandola in romanzo.


Quali sono le tematiche principali di questa tua opera?

Le tematiche principali di Fino a Otto ruotano attorno alla trasformazione, sia individuale che sociale. Il romanzo attraversa i contrasti generazionali e le fratture tra mondi diversi, mettendo in luce il senso di smarrimento che nasce quando i valori tradizionali si svuotano o si trasformano in pura rappresentazione. Al centro c’è anche la perdita — di riferimenti, di autenticità, di un’idea condivisa di appartenenza — e il tentativo, spesso fragile, di ridefinire sé stessi all’interno di un sistema che cambia rapidamente.

 
Ci sono scrittori o scrittrici che ti ispirano o che ti piace leggere?

Per questo romanzo mi sono ispirata soprattutto alla narrativa sudamericana. In particolare, Roberto Bolaño e Gabriel García Márquez sono stati riferimenti importanti, molto diversi tra loro ma ugualmente capaci di intrecciare dimensione reale e tensione simbolica, quotidiano e mito. Di entrambi mi affascina la capacità di far emergere, attraverso le storie individuali, un immaginario collettivo, e di trasformare luoghi e comunità in veri e propri personaggi.



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