mercoledì 29 novembre 2023

Guarda avanti

 di Margherita Merone.







Era una domenica pomeriggio di luglio, caldo e afoso. Un leggero venticello soffiava piacevolmente, con la speranza che portasse un po’ di freschezza, in realtà riusciva solamente a spandere nell’aria un soave profumo di fiori. 
Marga fissava il lago seduta sul gradino più alto che conduceva alla porta d’entrata della chiesa del Santuario della Madonna della Sorresca, situato sulla sponda del Lago di Paola, a breve distanza dal mare, a Sabaudia. Per quanto non fosse più una giovane donna era alta, bella, grandi occhi nocciola, un nasino piccolo all’insù, labbra carnose, un viso delicato esaltato da un leggero velo di trucco sugli occhi e di rossetto rosso sulle labbra, un fisico asciutto ben modellato, capelli scuri che le sfioravano appena le spalle, folti e disordinati come piacevano a lei, una frangetta scomposta le copriva le sopracciglia donandole quel tocco di raffinata sensualità che lo scorrere del tempo non aveva attenuato. Non aveva perso quella dolcezza dell’infanzia che rapiva il cuore di chi le stava accanto e quel carattere che con gli anni si era fortificato e che le permetteva di affrontare le intemperie quotidiane. 
Aveva deciso senza ripensamenti di trascorrere a Sabaudia le sue vacanze, un luogo a cui era legata fin da bambina, era fuggita dalla città, dal lavoro, dagli amici, voleva stare da sola e vivere unicamente a contatto con la natura, uscire fuori da quel senso di quotidianità che la stava stravolgendo lentamente togliendole la pace. Non era alla ricerca di se stessa, voleva solo svincolarsi definitivamente dal passato che di tanto in tanto si riproponeva indesiderato costringendola a voltarsi indietro, impedendole di vedere ciò che aveva dinanzi, di vivere il presente e tutte le nuove sorprese della vita. 
Era arrivata da poco, scesa dal pullman non era passata in hotel, si era avviata direttamente al Santuario, aveva con sé una valigia nuova, di color rosso, comprata il giorno prima e il suo vecchio zaino, fedele compagno di tante avventure. Si era portata solo il necessario per poco più di due settimane, era riuscita a farci entrare anche qualche vestito elegante e civettuolo, dei sandali col tacco alto e una borsa da passeggio, non era un caso se aveva optato per una valigia più grande del normale, nello zaino c’erano due libri, la macchina fotografica e le scarpe da ginnastica. 
Quel pomeriggio era impossibile passeggiare, il calore del sole era soffocante, dubitava di poter iniziare la vacanza con qualche escursione, doveva essere prudente con il sole e abituarsi a vivere le giornate indubbiamente con più serenità e meno stress, la sola cosa sensata in quel momento era starsene in quel luogo sacro ammirando le farfalle che le svolazzavano intorno per darle il benvenuto. 
Il caldo si faceva sentire, sentiva le gambe gonfie, le massaggiava cercando sollievo, fortunatamente si era vestita comoda, pantaloni larghi che di solito metteva unicamente in viaggio e una maglietta non troppo accollata con dei graziosi disegni floreali. Si tolse i sandali, una piaga piccola, ma fastidiosa, si era formata vicino al tallone, cercò nello zaino un cerotto, di solito per prudenza ne portava qualcuno che metteva nello scomparto laterale, non era la prima volta che le capitava di ferirsi a causa delle scarpe, ma quel giorno se ne dimenticò. Aveva smesso di fissare il lago, si guardava intorno, smaniava, non le piaceva che non ci fosse nessuno, ma era anche vero che il cancello per accedere al Santuario era stato aperto da poco e che il giardino tutt’intorno, tranne negli spazi in cui c’era riparo tra gli alberi, era totalmente esposto al sole. 

Estratto dal volume "Guarda avanti!" di Margherita Merone, Midgard Editrice 2023.


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