lunedì 10 giugno 2019

L'arte del kintsugi

di Gianluca Ricci





62.

LIBERO ADATTAMENTO DA IGINO
(Astronomica, II, 25)


Lo dice pure l’astronomico Igino
che la Giustizia ebbe natali controversi,
ma fu a capo degli uomini nell’età dell’oro.
vita semplice quella che ella sovrintese:
nessun viaggio per mare e quindi pirateria,
ognuno coltivava il suo orto agevolmente
e perciò nessun bisogno di prestito ed usura,
quindi facile alla Giustizia comandare
e sconosciuta perfin la guerra.


Ma per la legge del progresso che tutto turba
e più o meno armonicamente confonde
e vita e desiderio di morte, di possesso,
di altro infine che si mescola con il fiato stesso,
della gente il male diventò estremo,
l’oro si trasmutò in bronzo e la fanciulla
volò tra le stelle, difendendo l’immacolata
sua verginità, dove ancora resta, lo sguardo
fisso altrove, perché non sia un atto seduttivo
a farla sottomettere all’ultimo retore ribaldo.



120.

SUNT LACRYMAE RERUM
(Sopra una foto di Massimo Bianconi)


Sembrano uomini
quei pini lontani,
sembrano lacrime
queste gocce che cadono,
sembra la fine del mondo
ora che le ore suonano
e tu non sai, non vedi

il campanile dov’è.


151.

I TRENI
(Ancora su un disegno di Vittoria Maltese)

Ci portavano da bambini in stazione
a conoscere i treni di color ruggine perché arrugginiti,
sbuffanti non di vapore, ma di pantografo,
digrignanti, pronti al morso e già stanchi,
neri, lucidi lumaconi, diesel o elettrificati,
giocattoli non in miniatura per noi
che non avevamo neppure un Rivarossi
per la Befana o il compleanno.
Poi siamo diventati adulti e ci siamo saliti
sopra all’alba, di giorno e ci abbiamo dormito
per non perdere neppure un’ora
del breve permesso né un bacio della bella
che ci aspettava a giorni di distanza.
Le ruote al posto delle gambe,
gli occhi appannati come i finestrini.
Dei passeggeri in quelle camere di confessione
poco mi ricordo, solo di uno, piccolino, un niño,
che pulisce il vetro con la manina e grida
alla madre indicando tra le nebbie:
“Mira, mira aqui!”


154.

L’ET(T)ERNO ERRORE

Tra tutte coloro che io amai
e nella mente or tornano or vanno
forse una resta per ferita più aperta
sì che ancor mi pare d’esser con lei
ed ancora discutendo camminare un poco
di dolci parole e roventi baci ancor pascendomi.

Non mi accorgo che invece ognuna di loro
mi nutre il cuore e la volontà d’amare,
ognuna vola intorno alla mia testa
come un pensiero nuovo, anzi antico,
ed una nuova ghirlanda di sospir compone.

Poesie tratte dal volume "L'arte del kintsugi" di Gianluca Ricci, Midgard Editrice 2019



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