lunedì 24 novembre 2025

Intervista a Bruno Basentini

 





Buonasera, come nasce questa tua raccolta poetica?

I versi presenti in questa raccolta sono nati quasi per caso: una sera d’estate ero sul terrazzo ad ammirare il sorgere della luna pensando alle persone e agli eventi che avevano lasciato un segno profondo nella mia infanzia e nella mia adolescenza. Proprio in quel momento ho iniziato a mettere nero su bianco tutti i miei pensieri attraverso la poesia.



Quali sono le tematiche principali delle tue poesie?

Nelle mie poesie affronto tematiche come la memoria, l’amicizia, la sofferenza, la malinconia e l’amore. In ogni verso si intrecciano tutti questi sentimenti, proprio come accade nella vita di ognuno di noi. Così le mie emozioni diventano le emozioni del lettore.



Ci sono poeti che ti ispirano o che ti piace leggere?

Uno dei principali poeti a cui mi ispiro è Raffaele Carrieri per il suo stile molto versatile e la sua grande sensibilità, in particolare mi piace molto la poesia “Il verme e il frutto”. Poi sono un ammiratore di Giuseppe Ungaretti, infatti il mio stile si rifà molto al suo riguardo l’assenza totale della punteggiatura. Infine, William Shakespeare è uno dei primi poeti che ho letto e ammirato fin da subito e il suo sonetto più famoso, che si intitola “My mistress eyes  are nothing like the sun”, è uno dei miei componimenti preferiti in assoluto.




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venerdì 21 novembre 2025

Intervista a Chiara Cenci

 






Buonasera Chiara, come nasce il romanzo Il mistero dell’orafo Luigi?

La mia passione per il genere giallo ha da sempre alimentato il desiderio di mettere alla prova le mie capacità logiche, di osservare personaggi spesso imprevedibili, di soffermarmi sugli indizi e di formulare ipotesi. In sostanza, il mistero ha costantemente stimolato la mia curiosità. Per tale ragione ho, infine, deciso di dar vita a un romanzo in cui emergono personaggi tormentati da un passato complesso, coinvolti in una vicenda dai contorni oscuri e inquietanti.



Quali sono le tematiche principali dell’opera?

La tematica principale è, ovviamente, il crimine da risolvere, il mistero da svelare, ma ad occupare una parte rilevante del romanzo è l’analisi psicologica dei personaggi, alcuni dei quali nascondono delle verità, indossando maschere che il lettore dovrà decifrare.  Una delle caratteristiche più interessanti risiede nella varietà dei rapporti tra i personaggi. Le relazioni che si instaurano spesso emergono in contesti di forte tensione e mistero, rivelando lati inaspettati della personalità di ciascuno. In altri casi, legami significativi nascono tra individui profondamente diversi per temperamento e valori.


 
Ci sono scrittori che ti hanno ispirato nello scrivere o che ti piace leggere?

Certamente, Agatha Christie, in primis, la più grande tessitrice di trame avvincenti, un’autrice capace di penetrare nella psicologia umana fino a dar vita a personaggi e intrecci indimenticabili. La sua scrittura mantiene costantemente viva l’attenzione del lettore, grazie a una suspense sapientemente calibrata e all’immancabile colpo di scena finale. Tra i protagonisti dei suoi romanzi spicca Hercule Poirot, investigatore iconico, elegante e teatrale nei gesti, dotato di un intuito infallibile e di una straordinaria capacità di cogliere anche i più minuti dettagli, quelli che agli occhi degli altri sembrerebbero insignificanti.





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mercoledì 5 novembre 2025

La setta del drago

 di Stefano Lazzari.







L’uomo alto scese rapido le scalette viscide all’estremità meridionale del porto, si strinse ancora di più nel lungo soprabito grigio, e senza guardarsi intorno si avviò a passo svelto verso il molo, una propaggine di pietra dilatata su quel braccio solare del Mediterraneo e luogo di elezione per le meditazioni adolescenziali di Guglielmo. 
Da lì, nelle giornate chiarissime solcate dal vento dell’entroterra, emergevano nette le coste dell’Africa, un incastro mirabile dell’orizzonte schiacciato fra l’azzurro tenue del cielo del sud e il verde blu del mare. Tuttavia, in quell’alba livida e ventosa che stentava a farsi giorno, quelle
immagini rimasero lontane da lui e oscurate da una malinconia che fluiva lenta e dolorosa, come un rito dell’anima da esaurire senza opposizione per rinascere più forte e consapevole di sé; ed essere lì in quel momento non significava altro per Guglielmo, altro che non fosse offrire al dolore tutto lo spazio di sé, perché defluisse come un’infezione uccisa dalla sua stessa violenza… 
Si mantenne al centro del molo per schivare gli spruzzi delle onde sulla doppia fila di scogli parallela al lato sinistro ed evitare di avventurarsi lungo il lato opposto, irregolare e scivoloso come lui ricordava da sempre.
Potrebbero pure dargliela, una sistemata, pensò oziosamente, respirando a pieni polmoni le folate oblique ed irregolari che ora più intenso rimandavano l’odore del mare imbronciato. Dopo qualche minuto Guglielmo giunse finalmente a ridosso dell’estremità del molo e si sedette su una panchina di pietra, sbreccata e grigia come il cielo confuso su di lui, sul lato destro. Era sorprendentemente asciutta, il vento intanto era girato di colpo e ora, lui seduto, soffiava direttamente alle sue spalle. 
Accese una sigaretta, e con lo sguardo sballottato fra le onde ancora alte e l’orizzonte frastagliato nel suo ruvido chiaroscuro si permise di rivivere il tormento degli ultimi sette giorni.
Sua madre era morta il mercoledì precedente. 
In quell’ultimo anno Guglielmo aveva fatto la spola fra Roma e Sciacca per assisterla, sacrificando molti fine settimana, chiedendo ferie e cambi di turni di guardia in ospedale senza concedersi pause e sperando, pur medico lui stesso, in chissà quale evento miracoloso… 
E dopo tutto questo nemmeno sono riuscito ad arrivare in tempo perché morisse con me vicino, pensò amaramente tirando con forza la sigaretta celata dalle mani a coppa. 
La zia Elsa l’aveva avvertito il martedì mattina che la mamma era improvvisamente peggiorata durante la notte precedente, ma lui non ce l’aveva fatta a trovare un imbarco per quel giorno stesso e così era partito con il primo volo della mattina successiva. 
Poco dopo le nove a Punta Raisi e poi, correndo come un pazzo, alle dieci e venti era arrivato a Sciacca soltanto per scoprire che sua madre aveva resistito fino alle otto e quaranta, quando lui ancora sorvolava il Tirreno. Essere giunto troppo tardi e subire il tormento di vedere il volto di lei così fine e delicato devastato dalla malattia non fu tuttavia per lui la peggiore delle prove. 



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giovedì 30 ottobre 2025

Intervista a Rachele Sabbadin

 





Buonasera, come nasce il romanzo La via Dell’Anima?

Sono sempre stata affascinata e allo stesso tempo contrariata dalla dicotomia dell’essere umano: bontà e cattiveria, gratitudine e ingratitudine, stima ed invidia. Ho sempre pensato che ogni individuo abbia una propria luce, una propria anima, intarsiata dalle cicatrici del percorso della vita. Così, un grigio giorno di ottobre, proprio come ora, guardando il mondo moderno fuori dalla finestra, nasce un’idea, un progetto ambizioso che non sapevo dove mi avrebbe condotta. Desideravo scrivere una storia avvincente, ma allo stesso tempo con una narrazione che sfumasse su concetti come il senso del sacrificio, l’altruismo, i valori, i principi, le emozioni, i sentimenti e la costante battaglia tra bene e male, tra bontà e cattiveria ed il desiderio di prediligere la realtà piuttosto che le finte apparenze. La storia si tesse nei confini della concretezza e si fonde con la fantasia, su chiave romantica.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

Una vita qualunque, una ragazza qualunque. Eppure un giorno tutto cambia, il destino tesse le fila ad una storia che valica i confini dell’universo dove due giovani sconosciuti collegati da un filo invisibile della stessa sostanza delle stelle, si trovano ad essere connessi dentro lo stesso disegno di vita, intrecciati tra apparenza ed inganno. Lui, dall’animo freddo e risoluto, rispecchia la concretezza; Lei, sognatrice piena di sentimenti, coraggio e redenzione. Poi la Luna, che resta l’ancora tra sogno e realtà. 


Ci sono scrittori o scrittrici che ti hanno ispirato nello scrivere o che ti piace leggere?

Mi piace molto leggere, spazio di libro in libro, i miei romanzi preferiti sono Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, per poi arrivare alla bellissima frase tratta dal romanzo di Emily Brontë “Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa” in Cime Tempestose. Mi affascina l’epoca vittoriana, l’ottocento, intervallando l’arte poetica con Giovanni Pascoli, le sue poesie, alcune a memoria riecheggiano nella mia mente come X agosto, dedicata alla notte di San Lorenzo, o L’assiuolo, “Dov’era la luna? chè il cielo, notava in un’alba di perla”, e tutta la raccolta Myricae. Passando poi a Gabriele d’Annunzio tra Decadentismo e l’Estetismo.


Progetti futuri?

Sicuramente il libro avrà una continuazione, il seguito è nel cassetto pronto per essere terminato. Oltre alla scrittura continuerò con la formazione in ambito grafico pubblicitario, materie inerenti al mio lavoro di marketing manager, per potenziale ulteriormente le mie conoscenze e capacità. Mi piace pensare che non si finisca mai di imparare e migliorarsi, dopotutto non è tanto quanto la meta ma il percorso a dare le vere soddisfazioni. 



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mercoledì 29 ottobre 2025

Intervista a Giuseppe Gherardelli

 




Buonasera, come nasce il romanzo Il Disconoscimento?

Arrivato ad una età avanzata, ho avvertito in me il desiderio di cimentarmi nella scrittura di romanzi.  Il primo “ Silvia e Giovanni”, pur non potendolo definire autobiografico, fa  tesoro di sensazioni e di situazioni sa me vissute, che rielaborate attraverso la fantasia hanno contribuito a costruire una storia, che di sviluppa dall'adolescenza fino all’età matura dei protagonisti in una successione di eventi non sempre prevedibili.

In questo secondo romanzo “ Il Disconoscimento”, ho elaborato con la fantasia una storia in cui di susseguono eventi facilmente riscontrabili nella vita reale con riferimenti a luoghi e ad avvenimenti realmente accaduti in periodi storici passati e contemporanei inoltre le competenze e le esperienze  professionali mi sono state di aiuto nel trattare le vicende di ordine giudiziario presenti nello sviluppo della narrazione.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

Aleggia in tutto il romanzo l’amore  nelle sue diverse sfaccettature: quello ballerino,  tipico dell’ età giovanile, e quello più profondo per il partner , per i familiari e per i  veri amici.

Alla pluralità dei protagonisti si affianca la pluralità di  periodi storici  con la descrizione degli aspetti più salienti che li hanno caratterizzati.

Emergono così figure positive e negative,  anche estremamente negative, che finiscono per interagire condizionandosi a vicenda.

Lungo la trama del libro è  presente il  senso  profondo della giustizia,  perseguito fino in fondo con determinazione,  non tenendo conto dei rischi e delle conseguenze  in divenire.

La casuale scoperta delle radici familiari innesta in uno dei protagonisti un forte desiderio  di giustizia e la  ferrea volontà di riparare delle colpe, anche se colpe della famiglia. 

Il romanzo vuole essere un riconoscimento alla volontà e  alla tenacia di perseguire il  bene, capaci di trasformare, anche se con sacrificio e rimpianto, una situazione negativa, e avviarla in un percorso  positivo, pieno di amore e di gioia .

Si vuole così significare che  anche in un buio profondo non deve mancare  la fiamma della speranza e dell’ottimismo, grazie ai quali si può sfidare ogni contrarietà fino al raggiungimento di validi traguardi.


Ci sono scrittori che ti hanno ispirato nello scrivere o che ti piace leggere?

Il mio romanzo non  è ispirato a nessuno scrittore, come il primo è frutto di un parto spontaneo, che può essere influenzato dalla mia passione, maturata  in gioventù, per il genere neorealista. Ho piacevolmente letto opere di  scrittori come Moravia, Cassola, Pratolini.


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martedì 21 ottobre 2025

Intervista a Oscar Bigarini

 





Buonasera, come nasce Il Bosco dell’Alce?

Devo fare una breve premessa: il Bosco dell’Alce” è il mio sesto libro. 
I precedenti quattro sono romanzi di fantasia che si sviluppano su base storica reale, cioè su episodi realmente accaduti, oppure narrano vicende immaginarie che si svolgono su luoghi e/o monumenti realmente esistenti. 
Il quinto “la soluzione estrema”, è di fantascienza pura su base ecologista.
 Dopo questi romanzi è nato in me, lettore anche di opere ambientate nel Nord Europa, a sfondo inquietante, che tengono il lettore con il fiato sospeso, il desiderio di cimentarmi su una tematica estremante diversa dalle precedenti quale è appunto il genere thriller, e quindi è nato “Il Bosco dell’Alce.” 



Quali sono le tematiche principali dell’opera?

“Il Bosco dell’Alce”, come sopra detto è del genere thriller, ma con alcune sue peculiarità. 
Innanzitutto, come nelle mie opere precedenti, non manca un pizzico di scienza e tecnologia, di facile comprensione a chiunque, poi ho provato a narrare una storia alla portata di tutte le età, nel senso che, pur non mancando in essa suspence e brivido, non vi sono presenti situazioni atte a nuocere la sensibilità dei più giovani. 
Altra tematica importante è l’ottimismo che deve deriva nel credere in sé stessi, nel non arrendersi alle prime difficoltà della vita, argomento che trova la sua collocazione in alcune figure positive del romanzo.

 
Progetti futuri?

Di recente mi sono iscritto alla Facoltà di Fisica. 
Ho fatto questo passo per il desiderio di aggiornarmi sulle frontiere di questa scienza, in particolare la rivelazione delle onde gravitazionali e gli ultimi sviluppi della meccanica quantistica. 
Ho in mente di scrivere una storia che racconti le vicende umane, come aspettative, timori, delusioni ed esaltazioni, di personaggi impegnati nello studio e la ricerca nei nuovi orizzonti di conoscenza che si stanno aprendo nei nostri giorni.



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lunedì 20 ottobre 2025

Intervista a Bianca Nannini

 




Buongiorno, come nasce Assenze?

Assenze è nato dal desiderio di onorare la famiglia di mio padre, di cui ho sempre sentito parlare più attraverso giudizi che ricordi. Quelle voci, spesso filtrate da sguardi severi o mezze frasi, mi hanno accompagnata a lungo, lasciando un vuoto e al tempo stesso una curiosità profonda. Ho sentito il bisogno di guardare oltre le etichette e restituire umanità a quelle figure. Scrivere questo libro è stato un modo per dare dignità e voce a chi non ha potuto raccontarsi da sé e per intrecciare la mia storia con la loro.



Quali sono le tematiche principali dell’opera?

Le tematiche centrali di Assenze ruotano attorno alla memoria familiare, a ciò che si tramanda attraverso racconti, silenzi e sguardi. Il libro è anche un viaggio nelle radici, nella ricerca di un’identità che si costruisce non solo attraverso ciò che ricordiamo, ma anche attraverso ciò che ci manca e continua, in qualche modo, a parlarci.



Ci sono scrittori o scrittrici che ti hanno ispirato nello scrivere o che ti piace leggere?

Non mi sono ispirata a nessun scrittore o scrittrice consapevolmente, però sicuramente mi è affine quella narrazione intima e psicologica, diretta e densa che vuole trasformare una memoria intima in racconto universale: Natalia Ginzburg, Annie Ernaux.




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