martedì 3 giugno 2025

Intervista a Tiziano Mario Pellicanò

 




Buonasera, Tiziano, come nasce il romanzo Trame di polvere?

Buonasera, Fabrizio. Il romanzo nasce da un’idea iniziale che poi, nel corso della scrittura, si è trasformata, cambiando continuamente pelle, fino a quando è stata la scrittura stessa a decidere quella che doveva essere la tematica da trattare e la forma per esprimerla. Sono sempre stato affascinato dai luoghi abbandonati. Quando ne vedo uno mi chiedo sempre quale storia ci sia dietro. È un ‘corpo’ che ha assistito e ospitato storie di persone, con le loro gioie e i loro dolori. Un giorno, durante una vacanza a Ischia, mi imbattei in un vecchio casolare. Sembrava un ex convento. E mi chiesi quale storia celasse, quale eventuale ‘mistero’. Senza scomodare categorie narratologiche o voler fare teoria letteraria a buon mercato, credo che, in ultima analisi, questo sia un meccanismo che scatta nella testa e che accende l’immaginazione di molti scrittori. Si parte con un’idea e poi ci si imbarca verso dove non è sempre dato sapere. Nel corso della scrittura diversi sono stati i ripensamenti, le cancellazioni e le aggiunte. Da uno scheletro iniziale, a mano a mano la creatura ha incominciato a prendere corpo e a dettare le sue leggi. Comunque, alla base della mia scrittura c’è sempre un’idea nascosta, che si rivela in modo graduale. Non mi piace rendere tutto visibile alla prima lettura. Spesso richiedo una collaborazione attiva da parte del lettore. Inoltre, credo sia essenziale una certa dose di mistero nella trama, una ricerca che, prendendo le mosse da una base storica (come nella seconda parte, incentrata sull’ubriacatura delle Comuni autogestite degli anni a ridosso della contestazione giovanile), si addentra poi verso mondi inesplorati, spesso screziati di esoterismo (come accade ad esempio nella prima parte, con la storia del Rettore, figura volutamente anonima e dai tratti inquietanti). Nel romanzo, ad esempio, spesso ci si potrebbe chiedere cosa voglia significare un certo passaggio intricato, una certa sequenza oscura, una storia nella storia... la soluzione è tra le pieghe, negli interstizi del testo: non bisogna andare troppo lontano.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

La ricerca di un filo conduttore che renda ragione delle tre diverse storie che si dipanano attraverso tre distinti periodi temporali. Riprendendo il discorso della prima domanda, al centro del romanzo c’è un vecchio caseggiato che, presente nella prima parte, continuerà a far sentire la sua presenza ‘viva’, come di un organismo nel corso delle altre parti. I diversi personaggi ne subiscono la fascinazione, orientando e influenzando anche le loro esistenze, le loro scelte personali. È come se un testimone invisibile passasse di mano in mano attraverso gli anni e le generazioni. Altra tematica centrale è quella dell’instabilità delle relazioni e della psiche. I vari personaggi sono spesso presenze border-line, in bilico tra ragione e follia, spesso a causa di traumi invisibili e di ferite insanabili.


Puoi citarci qualche scrittore che ti piace e che magari contribuisce alla tua ispirazione?

Questa è la classica domanda alla quale trovo sempre difficile rispondere. Gli autori potrebbero essere tanti e anche molto diversi tra di loro. Penso che la letteratura sia unica, che vada oltre i canoni e i generi. Mi può piacere un autore classico, uno sperimentale, ma anche un affabulatore che scrive storie per semplice intrattenimento. Molta letteratura cosiddetta ‘bassa’, in realtà non ha nulla da invidiare a quella ‘alta’. Nondimeno, sono dell’idea che non si possa prescindere dai grandi classici moderni, che sono alla base del romanzo contemporaneo. Quindi, se proprio devo fare qualche nome, direi innanzitutto i grandi russi, tutti, Gogol, Dostoevskij, Tolstoj, Pushkin, Bulgakov, i francesi, Stendhal, Hugo, Flaubert e il mio amato Proust... e poi Dickens, Edgar Allan Poe, la Woolf, la Carter, Gombrowitz per arrivare fino a De Lillo, Foster Wallace e... Roald Dahl. Senza tralasciare la letteratura cosiddetta ‘gotica’, mia autentica passione, con i suoi classici, da Bram Stoker a Mary Shelley, a Stevenson, a Lovecraft…



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