di Gino Celoria.
L’INDOMANI
In un inoltrato e caldo pomeriggio di agosto un uomo e una donna si scambiarono un laconico saluto, salirono su una macchina e si sedettero, lui al volante e lei al suo fianco.
Lui avviò il motore, manovrò sul cambio, lanciò un’occhiata all’orologio sul cruscotto e partì.
Lei, che indossava un vestito giallo di cotone, reclinò lo schienale del sedile e vi si allungò sopra, mentre lui abbassò il finestrino e offrì il collo all’aria che entrava.
Lui aveva quarant’anni e una discreta voglia di essere altrove. Poi, per un attimo, si lasciò conquistare dalle gambe magre e levigate di lei, osservò parte delle sue cosce abbronzate, risalì con lo sguardo fino al viso e notò che una macchia di luce metteva in evidenza delle impercettibili rughe ai lati degli occhi.
Lei aveva trent’anni e sopracciglia ben curate, iridi verdi e capelli scuri, lisci e sottili, che le lambivano le spalle.
Il volto era di un ovale pressoché perfetto, le labbra morbide e velate da un leggero strato di rossetto cremisi e il naso piccolo e regolare.
Era una donna bella e quel pomeriggio la sua pelle profumava di verbena.
Lui si ricordò che la sera prima lei aveva riso per gran parte del tempo e aveva fumato molte sigarette. Quando le si era avvicinato lei si stava versando del vino bianco in un bicchiere.
Aveva scambiato con lei qualche parola e lei lo aveva ringraziato perché, disse, lui le aveva toccato le corde del cuore. Era sicuramente ubriaca, oltre che dispensatrice di
una calda sensualità e di sguardi al topazio. Si erano accordati per l’indomani intrecciandosi in un fugace abbraccio.
Ora lei si accese una sigaretta, tracciò con un dito un disegno invisibile sul finestrino per metà abbassato e chiese:
- Dove si va? -
- Da qualche parte - rispose lui.
- Non siamo obbligati a parlare - aggiunse lei.
Lui annuì e continuò a guardare dritto davanti a sé.
Estratto dal libro Sisifo felice di Gino Celoria, Midgard Editrice.
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