giovedì 26 giugno 2025

Intervista a Hey Sug Jang

 





Buonasera, come nasce il libro Piccolo lago? 

La storia di Piccolo Lago è nata da un intreccio di memoria e immaginazione, come spesso accade per i racconti che ci abitano più a lungo.
Circa trentacinque anni fa, incontrai una persona che mi ricordava, in modo vago ma indelebile, Suzy, la protagonista del libro. Eppure, il vero seme del racconto fu piantato molto prima, accanto allo stagno dietro la casa dove sono nata.
Durante gli anni dell’università, lontano dal mio villaggio natale, scoprii un’altra piccola oasi d’acqua: un laghetto appartato in una fattoria tranquilla nei dintorni di Suwon. Vi tornavo spesso, in silenzio, con i miei taccuini e i miei colori, e lì, tra i riflessi sull’acqua e il fruscio degli alberi, riaffioravano ricordi sepolti, sogni dimenticati, sussurri dell’anima.
È da quel luogo — reale ma anche profondamente interiore — che ha cominciato a sgorgare la voce di Piccolo Lago. Una voce delicata, che ha trovato la sua forma nel tempo, come l’acqua che scava la pietra.


Quali sono le tematiche principali dell’opera? 

Piccolo Lago affronta i temi della perdita, della rinascita e della salvezza interiore attraverso l’arte.
La protagonista, Suzy, ha percorso per tutta la vita la strada dell’arte. Dopo aver perso i genitori amati e l’uomo che aveva nel cuore, affronta il dolore con dignità e parte per l’Italia, dove completa i suoi studi artistici. Tornata in Corea, si dedica all’insegnamento del disegno ai giovani. Ma anche questa attività viene ostacolata dal suo ex-marito, costringendola a ritirarsi in un piccolo villaggio isolato, dove inizia una nuova vita in solitudine. Eppure, in quella solitudine, Suzy non si arrende. Trasforma ogni dolore, ogni amore, ogni rancore in materia viva per la sua arte. E su quel sentiero interiore, Minho — un amico fedele — le resta accanto. Con lui condivide una vecchiaia serena, fatta di quiete e comprensione.
Ma il loro cammino non si chiude in sé stesso. Alla fine, lasciano la casa in cui hanno vissuto da bambini orfani, donando ciò che resta della loro vita a chi non ha avuto nulla.
In questo gesto silenzioso ma profondo si compie il vero significato del romanzo: la consapevolezza che la vita non è solo il proprio bene, ma anche ciò che si è capaci di offrire agli altri.
È una storia di perdite che si fanno luce, di arte che cura, e di altruismo che dà senso al tempo che ci è dato.


Puoi citarci qualche scrittore che ti piace e che magari contribuisce alla tua ispirazione?

Ultimamente mi capita spesso di leggere romanzi in italiano, anche se molti di essi sono traduzioni da autori stranieri. Curiosamente, trovo queste versioni tradotte più accessibili: il linguaggio, più semplice e diretto, mi permette di entrare nel cuore della storia senza essere distratta da strutture troppo complesse o idiomatiche.
Tra le letture che mi hanno colpito di più ci sono La lettera di Katbryn Hugbes e La ragazza delle arance di Jostein Gaarder.
La lettera è un romanzo ricco di svolte drammatiche, che tiene il lettore col fiato sospeso, con il cuore che batte forte ad ogni pagina.
La ragazza delle arance, invece, racconta la storia delicata di Jan, un uomo sensibile che si innamora perdutamente di una ragazza vista per caso su un tram, mentre stringe in mano alcune arance. La cerca ovunque, fino a ritrovarla: era la sua vicina d’infanzia, che comprava spesso arance per esercitarsi a disegnarle in vista dell’ammissione a una scuola d’arte. I due si amano, si sposano, e nasce il loro figlio Georg. Ma Jan si ammala e, prima di morire, scrive una lunga lettera al figlio raccontando la sua storia d’amore. La rivelazione finale è struggente: dopo la morte di Jan, la “ragazza delle arance” si risposa con un altro uomo e ha una figlia.
Leggo anche, con piacere, romanzi più contemporanei e amati dai giovani, come Come i petali di ciliegio o Tokyo a Mezzanotte di Mia Another. Mi attraggono le descrizioni vive e coinvolgenti delle scene d’amore: toccano corde emotive profonde e rendono la lettura intensa, mai monotona.
Ogni storia, nella sua unicità, mi offre uno sguardo nuovo sull’amore, sull’arte e sull’animo umano — ed è in questa varietà che trovo la mia ispirazione.



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lunedì 16 giugno 2025

Vieni con noi ad Assisi

 di Christian Ferdigg.








Mi piace quando il sole splende

Mi piace quando splende il sole. Sono proprio contento quando sento il suo calore accarezzarmi la vita. E sorrido. Mi occupo di religione e religioni, di poesia, di politica e società, di letteratura e di filosofia. Sono un poeta e lo scrivere poesie mi fa stare bene. Sorrido. Sì, la poesia scava nel mio cuore e accarezza l’anima mia. Sono felice perché credo in Dio. Sono cristiano, un po’ francescano, anzi, parecchio francescano. San Francesco d’Assisi è la colonna portante della mia vita, colui che mi ha fatto e mi fa intravedere e sentire la gioia.



Far conoscere Assisi e la sua spiritualità e cultura, le sue storie e i suoi luoghi sacri, i suoi santi, in primis Francesco e Chiara, ma anche gli altri come il giovane beato Carlo Acutis, è un po’ una mia piccola missione di vita, perché so che attraverso il cuore di san Francesco molti arriveranno a provare quella gioia che è propria del paradiso.



Ama il prossimo tuo come te stesso

Amo la letteratura. La profondità del pensiero. Le melodie e i ritmi delle parole e delle espressioni. Amo la poesia. Il cielo, ecco la poesia è per me il cielo ma anche la terra: stare con i piedi per terra con gli occhi alti nel cielo. Amando il prossimo tuo come te stesso: ecco la regola di vita.



Sono un uomo di pace

Spero che le guerre possano tutte finire presto. Sono un uomo di pace. E mi impegno ad esserlo. Voglio molto bene alle persone. L’umanità è la meraviglia del mondo. Le sento amiche, le persone. E mi sento coccolato nella loro anima. E nel loro cuore fiorisco, sento luce e provo freschezza e grande energia.

Amo molto la natura, mi riempie l’anima di colori e di luce. Fiorisco quando passeggio e cammino in essa. È come una preghiera che mi riempie di spirito divino.

Ho vissuto per cinque anni ad Assisi, dal 2013 al 2018, dove ho studiato teologia. È stato bellissimo frequentare e vivere l’ambiente francescano. Dei miei amici frati mi ha colpito molto la loro umiltà e la gioiosa e amorevole leggerezza dell’essere che si esprimeva e si esprime anche in un umorismo fresco e frizzante.



La mia casa è un Tau

Tutto ha sempre inizio lì
dove sei disposto ad essere nessuno
per essere tutto.



Estratto dal libro "Vieni con noi ad Assisi" di Christian Ferdigg, Midgard Editrice.


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giovedì 12 giugno 2025

Intervista a Mirko Vicari

 




Buonasera Mirko, come nasce il libro Rivoluzione dal cuore?

Rivoluzione dal Cuore nasce da un periodo molto difficile della mia vita. 
La morte di mio padre e il comportamento vergognoso della mia famiglia, sia nei suoi confronti al punto di morte che nei miei, mi hanno portato a prendere la difficile decisione di interrompere definitivamente i rapporti.  
Mi sentivo circondato da persone non positive, un'esperienza che ho poi descritto nel libro.  
Dato che scrivere è sempre stata una mia passione, ho pensato di trasformare questa esperienza in un libro autobiografico.  
Ed è così che è nato Rivoluzione dal Cuore: La storia di Mirko.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

Le tematiche principali di Rivoluzione dal Cuore sono la rinascita, la fiducia nel prossimo (che piano piano sto riconquistando, anche se non ho mai smesso di fare beneficenza perché credo nell'essere umano e odio le ingiustizie), la forza di volontà, ma soprattutto la fede e l'immenso amore che provo per la mia famiglia: mia moglie Elisabetta e i miei tre splendidi figli, Christian, Giovanni e Simone. 
Il libro vuole dimostrare che, come dico sempre, nulla è perduto e che, se nel mondo ci fosse meno indifferenza, si vivrebbe molto più sani e con la pace nel cuore, sapendo di averci provato.  
Proprio per questo ho fondato l'associazione RIVOLUZIONARI90 Onlus, per tutti.


Puoi citarci qualche scrittore che ti piace e che magari contribuisce alla tua ispirazione?

Premetto che non ho uno scrittore a cui mi sono ispirato specificamente per Rivoluzione dal Cuore. 
Mi piacciono molto i libri autobiografici e di viaggio, quelli scorrevoli e intriganti.  Ultimamente, leggendo alcune opere di Paolo Crepet, dottore e psicologo, ho trovato spunti interessanti, e Vittorio Sgarbi con libri fantastici di Intelligenza Culturale.  
Vi ringrazio per l'attenzione che state dando al mio libro.
BUONA VITA.



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martedì 3 giugno 2025

Intervista a Tiziano Mario Pellicanò

 




Buonasera, Tiziano, come nasce il romanzo Trame di polvere?

Buonasera, Fabrizio. Il romanzo nasce da un’idea iniziale che poi, nel corso della scrittura, si è trasformata, cambiando continuamente pelle, fino a quando è stata la scrittura stessa a decidere quella che doveva essere la tematica da trattare e la forma per esprimerla. Sono sempre stato affascinato dai luoghi abbandonati. Quando ne vedo uno mi chiedo sempre quale storia ci sia dietro. È un ‘corpo’ che ha assistito e ospitato storie di persone, con le loro gioie e i loro dolori. Un giorno, durante una vacanza a Ischia, mi imbattei in un vecchio casolare. Sembrava un ex convento. E mi chiesi quale storia celasse, quale eventuale ‘mistero’. Senza scomodare categorie narratologiche o voler fare teoria letteraria a buon mercato, credo che, in ultima analisi, questo sia un meccanismo che scatta nella testa e che accende l’immaginazione di molti scrittori. Si parte con un’idea e poi ci si imbarca verso dove non è sempre dato sapere. Nel corso della scrittura diversi sono stati i ripensamenti, le cancellazioni e le aggiunte. Da uno scheletro iniziale, a mano a mano la creatura ha incominciato a prendere corpo e a dettare le sue leggi. Comunque, alla base della mia scrittura c’è sempre un’idea nascosta, che si rivela in modo graduale. Non mi piace rendere tutto visibile alla prima lettura. Spesso richiedo una collaborazione attiva da parte del lettore. Inoltre, credo sia essenziale una certa dose di mistero nella trama, una ricerca che, prendendo le mosse da una base storica (come nella seconda parte, incentrata sull’ubriacatura delle Comuni autogestite degli anni a ridosso della contestazione giovanile), si addentra poi verso mondi inesplorati, spesso screziati di esoterismo (come accade ad esempio nella prima parte, con la storia del Rettore, figura volutamente anonima e dai tratti inquietanti). Nel romanzo, ad esempio, spesso ci si potrebbe chiedere cosa voglia significare un certo passaggio intricato, una certa sequenza oscura, una storia nella storia... la soluzione è tra le pieghe, negli interstizi del testo: non bisogna andare troppo lontano.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

La ricerca di un filo conduttore che renda ragione delle tre diverse storie che si dipanano attraverso tre distinti periodi temporali. Riprendendo il discorso della prima domanda, al centro del romanzo c’è un vecchio caseggiato che, presente nella prima parte, continuerà a far sentire la sua presenza ‘viva’, come di un organismo nel corso delle altre parti. I diversi personaggi ne subiscono la fascinazione, orientando e influenzando anche le loro esistenze, le loro scelte personali. È come se un testimone invisibile passasse di mano in mano attraverso gli anni e le generazioni. Altra tematica centrale è quella dell’instabilità delle relazioni e della psiche. I vari personaggi sono spesso presenze border-line, in bilico tra ragione e follia, spesso a causa di traumi invisibili e di ferite insanabili.


Puoi citarci qualche scrittore che ti piace e che magari contribuisce alla tua ispirazione?

Questa è la classica domanda alla quale trovo sempre difficile rispondere. Gli autori potrebbero essere tanti e anche molto diversi tra di loro. Penso che la letteratura sia unica, che vada oltre i canoni e i generi. Mi può piacere un autore classico, uno sperimentale, ma anche un affabulatore che scrive storie per semplice intrattenimento. Molta letteratura cosiddetta ‘bassa’, in realtà non ha nulla da invidiare a quella ‘alta’. Nondimeno, sono dell’idea che non si possa prescindere dai grandi classici moderni, che sono alla base del romanzo contemporaneo. Quindi, se proprio devo fare qualche nome, direi innanzitutto i grandi russi, tutti, Gogol, Dostoevskij, Tolstoj, Pushkin, Bulgakov, i francesi, Stendhal, Hugo, Flaubert e il mio amato Proust... e poi Dickens, Edgar Allan Poe, la Woolf, la Carter, Gombrowitz per arrivare fino a De Lillo, Foster Wallace e... Roald Dahl. Senza tralasciare la letteratura cosiddetta ‘gotica’, mia autentica passione, con i suoi classici, da Bram Stoker a Mary Shelley, a Stevenson, a Lovecraft…



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