mercoledì 3 gennaio 2024

Intervista a Maria Sofia Rebessi

 





Buongiorno, come nasce questa nuova opera?

Buongiorno a te. È nata ormai 5 anni fa, quando ho iniziato a leggere “Il trattato del ribelle” di E. Jünger in data 3 gennaio 2019 e, in un secondo momento, a documentarmi sulla figura di Arminio. 
Progressivamente, ho ritenuto opportuno integrare le riflessioni summenzionate con precedenti scritti del 2018, opportunamente rielaborati. 
Purtroppo, a causa della pandemia, il manoscritto è rimasto nel cassetto per quasi quattro anni. Sono tornata a revisionare le pagine da maggio 2023, integrando anche l’apparato bibliografico e le note. Mi sono servita anche di miei precedenti scritti del novembre 2020.
Sicuramente la stesura definitiva dell’opera è diversa da quella del 2019 e non solo per mere ragioni temporali. 



Con quale criterio hai selezionato i personaggi storici del libro?

Ho pensato fosse buona cosa inserire un personaggio per ogni ruolo, così ho approfondito la figura di un letterato della storia antica, di uno della storia contemporanea, di un dignitario imperiale, di un soldato e di un comandante. 
A mio avviso, sono figure che ci possono aiutare a capire il senso profondo della parola libertà, la quale, nel mondo contemporaneo, viene drammaticamente e vergognosamente travisata.
All’inizio di ogni capitolo il lettore troverà una citazione di una canzone, di un film o di una serie televisiva: mi è sembrato un trait d’union efficace tra gli esempi da me scelti e chi si accinge a ripercorrerne le gesta con cui sono passati alla storia.



Fra di essi, quale ritieni più adatto per il mondo contemporaneo?

Sicuramente Jünger, con il suo “Anarca” e il suo “Trattato del ribelle”. I consigli che ci dà sono tremendamente attuali: mi riferisco alla rielaborazione di R. Paradisi avvenuta nel 2017, non tanto tempo fa. Detto ciò, la persona veramente libera è quella che vive nel mondo senza essere del mondo. 




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