di Roberto Lazzari.
Il musicista
La celeste armonia
delle note
mi ha sempre incantato,
ma ancora di più
mi ammaliava
vederla fluire
infinita
da una piccola cassa
di legno tornito,
dall’incavo brunito
di una tromba
d’ottone.
Con ardita speranza,
con profonda emozione
vi volli scoprire
la traccia
del filo che unisce
la terra col cielo,
la segreta promessa
che da questa sconnessa
vibrazione terrena
s’alzerà e suonerà
lungamente
la mia melodia
trascendente.
Il fabbro
Un giorno ho scoperto,
con trepidazione,
di avere la stessa
natura del fuoco,
di esser sul punto
d’illuminare per sempre
la notte che avevo d’intorno,
con vampa abbagliante
di stella.
Ma la fiamma
che ardeva
è rimasta nascosta
all’interno di me,
per tutta la vita,
consumandomi piano,
da dentro,
riducendomi cenere spenta,
tizzone annerito
dal tempo.
L’agricoltore
Ho provato
l’anelito strano
del chicco di grano
che germina e muore
e ancora non sa
della spiga,
la smania segreta del monte
che spacca i suoi fianchi
per farne sgorgare
acqua viva,
che intrida la terra
e si perda
lontano.
Con paura,
impazienza,
emozione
allora sentivo
che anche il mio cuore
chiedeva di amare
senza alcuna misura,
speranza,
ragione,
per essere vivo.
Il navigante
Quando l’onda profonda
del tempo
giungerà al limitare
del nulla,
infrangendosi in gocce
minute
di eterno
e l’eterea sostanza
del mondo
smetterà la sua veste
d’argilla,
dissolvendosi al soffio
infinito
dell’En Sof,
io saprò con il balzo
più ardito
valicare l’estremo
confine,
per un attimo solo
scrutare
me stesso.
E poi non sarò che un riflesso
di Luce.
Estratto dal volume "Il mio lamento in danza" di Roberto Lazzari, Midgard Editrice 2022
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