lunedì 5 dicembre 2022

Il mio lamento in danza

 di Roberto Lazzari.






Il musicista

La celeste armonia 
delle note 
mi ha sempre incantato,
ma ancora di più 
mi ammaliava 
vederla fluire
infinita
da una piccola cassa 
di legno tornito, 
dall’incavo brunito
di una tromba 
d’ottone.
Con ardita speranza,
con profonda emozione 
vi volli scoprire
la traccia
del filo che unisce
la terra col cielo,
la segreta promessa 
che da questa sconnessa
vibrazione terrena
s’alzerà e suonerà 
lungamente
la mia melodia 
trascendente. 


Il fabbro

Un giorno ho scoperto,
con trepidazione, 
di avere la stessa
natura del fuoco,
di esser sul punto
d’illuminare per sempre 
la notte che avevo d’intorno,
con vampa abbagliante
di stella.
Ma la fiamma
che ardeva
è rimasta nascosta 
all’interno di me,
per tutta la vita,
consumandomi piano,
da dentro,
riducendomi cenere spenta,
tizzone annerito
dal tempo.


L’agricoltore

Ho provato 
l’anelito strano
del chicco di grano
che germina e muore
e ancora non sa 
della spiga,
la smania segreta del monte
che spacca i suoi fianchi
per farne sgorgare 
acqua viva, 
che intrida la terra 
e si perda 
lontano.
Con paura, 
impazienza, 
emozione
allora sentivo
che anche il mio cuore
chiedeva di amare
senza alcuna misura, 
speranza, 
ragione,
per essere vivo. 


Il navigante

Quando l’onda profonda 
del tempo
giungerà al limitare 
del nulla,
infrangendosi in gocce
minute
di eterno
e l’eterea sostanza
del mondo
smetterà la sua veste
d’argilla, 
dissolvendosi al soffio
infinito
dell’En Sof,
io saprò con il balzo
più ardito
valicare l’estremo
confine,
per un attimo solo
scrutare
me stesso.
E poi non sarò che un riflesso
di Luce.

Estratto dal volume "Il mio lamento in danza" di Roberto Lazzari, Midgard Editrice 2022


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