di Gianluca Ricci.
30.
ALMOST BLUE
Ci sono poesie che non durano una vita,
ma un’ora, un giorno, un mese soltanto
e poi fi niscono tra fuoco e fiamme
o compostate nella raccolta differenziata,
parole che il loro autore assembla
per distillare stati d’animo, vedute notturne,
paesaggi, avances e dichiarazioni,
ricordi di vita, desideri, in breve,
parole che sul momento non trovano
un fulcro, l’equilibrio del discorso,
ma lo danno come inteso, l’abbracciano
ed intorno tentano ancora una danza.
Hanno vissuto solo un po’, un’ora,
un giorno, un mese nel limbo dei poeti.
32.
ISSIONE
E per fortuna che la ruota, la volvente ruota
di Issione, Ermes l’appese nel cielo di notte,
la parte oscura del tempo concessoci
quando da sotto le pietre escono
le bestie più innominabili per torturarci
durante il sonno senza il nostro consenso.
Incubi o succubi basterebbe rialzarsi
dal giaciglio ed accendere un lume,
bere un po’ d’acqua gelata a smorzare
la febbre indotta dai propri desideri.
Di giorno nessuna ruota sarebbe visibile
dalla terra per via dell’accecante
vampa del sole. E nella frenesia della vita
nessuno si accorgerebbe di quanto
la tua misura sia eccessiva, quanto
poco sia presente in te e nelle tue azioni
il senso della decenza e dell’opportunità.
62.
LIBERO ADATTAMENTO DA IGINO
(Astronomica, II, 25)
Lo dice pure l’astronomico Igino
che la Giustizia ebbe natali controversi,
ma fu a capo degli uomini nell’età dell’oro.
vita semplice quella che ella sovrintese:
nessun viaggio per mare e quindi pirateria,
ognuno coltivava il suo orto agevolmente
e perciò nessun bisogno di prestito ed usura,
quindi facile alla Giustizia comandare
e sconosciuta perfin la guerra.
Ma per la legge del progresso che tutto turba
e più o meno armonicamente confonde
e vita e desiderio di morte, di possesso,
di altro infi ne che si mescola con il fiato stesso,
della gente il male diventò estremo,
l’oro si trasmutò in bronzo e la fanciulla
volò tra le stelle, difendendo l’immacolata
sua verginità, dove ancora resta, lo sguardo
fisso altrove, perché non sia un atto seduttivo
a farla sottomettere all’ultimo retore ribaldo.
70.
NOTTURNI
Talvolta tu dici il mare
ed invece è la notte,
tu dici il rilucere delle onde
ed invece sono le stelle,
confondi quella che cade adesso
con il lampo del faro al promontorio.
In ogni caso te ne resti così
a bocca aperta, perché proprio
non sai in quale infinito scendere.
140.
IL BAGATTO
Virtù del mondo,
se non la condisci con un po’ di follia
non sai quanto triste sia.
156.
CARMEN
(Habanera)
Dunque, ti avrei seguito ovunque
in ogni luogo che il tuo capriccio
avesse nominato. A quei tempi
mi bastava il suono della tua voce
per intrecciare i miei pensieri ai tuoi
come le dita della mano che stringevo
nel buio di una sala cinematografica
o a letto dopo aver celebrato l’amore.
Ma l’amore è un uccello ribelle
che vola sempre sul ramo più leggiadro
mentre i nostri pensieri, con arcigna emozione,
lui attendono e gli fanno varco.
L’amore, il più crudele dei modi di vivere,
l’amore, inizio e fine, saldatura del cerchio,
parola che sfuma parola. Ripetimela.
Estratto dall'ebook "L'arte del kintsugi" di Gianluca Ricci, Midgard Editrice 2021
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