Buongiorno, parlaci della tua nuova opera, come nasce?
Salve, direi che questa nuova opera rappresenta un po’ il seguito del mio primo libro “D tutto n po’ …e n po’ scomposto / Di tutto un po’….e un po’ scomposto”.
Sintetizza in maniera semplice, ironica, sarcastica e scherzosa storielle del vecchio mondo contadino e di paese e argomenti di piena attualità.
La logica è sempre quella di non dimenticare un segno del passato che ci ha traghettato al nostro tempo e di far riflettere sulle problematiche di oggi che rendono il “mondo trubblo e pieno de tribbli”.
Io cerco di parlarne in maniera sintetica ma incisiva, con un obiettivo e una prospettiva positiva di fiducia e di incitamento non tanto per piangersi addosso o lamentarsi, ma anzi, come presa di coscienza per reagire con forza e determinazione e capire che è ora di rendere migliore questo mondo.
Quali sono le tematiche più importanti di questo nuovo libro?
Mettere a confronto la semplicità e, se vogliamo, l’ingenuità di un tempo con la complessità, il nervosismo, la fretta e la velocità del nostro tempo.
Argomenti forti (droga, bullismo, degrado, ecc.) e frivoli (come le simpatiche storielle del mondo contadino) si rincorrono e si danno il cambio affinché la lettura sia piacevole, scorrevole, incisiva –da qui il titolo del libro “Ride e armugina/Ridi e rifletti”-
Qualcuno, come commento al mio precedente libro, dice: la scelta di impostazione a singoli racconti/poesie o flash è ottima perché lo alleggerisce e dà quasi l’idea di un collage, di un album dei fatti della vita, un racconto non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Questo è proprio il mio obiettivo anche per questa opera.
Anche Ride e armugina, come la tua prima opera, è stato edito in doppia lingua, perugino e italiano. Sei soddisfatto di questa scelta?
Sì, sono molto soddisfatto di questa scelta.
Il dialetto (che poi è quello contadino) rende, a mio avviso, più simpatica e armoniosa la lettura degli argomenti trattati e poi è un patrimonio culturale che non va dimenticato.
L’italiano per una più semplice comprensione a chi il dialetto non lo conosce o lo ha dimenticato e comunque per rendere l’“opera” fruibile a tutti.
Progetti futuri?
Io non sono uno scrittore, mi diverto.
Questo libro, come il precedente, l’ho scritto in poco più di un mese, perché scrivere per me deve essere un piacere e un passatempo, non un impegno.
Spero di cogliere l’attimo, se si presenterà, per scrivere ancora dritto dritto quello che mi vien pensato con il mio stile che non è certo armonioso e delicato come quello di uno scrittore blasonato.
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