mercoledì 2 luglio 2025

Intervista a Roberto Turrisi

 




Buonasera Roberto, come nasce il libro La via della seta?

Si è fatto strada da solo. Non pensavo di pubblicarlo. Sono appunti scritti negli ultimi due anni. Appunti in versi. Nasce, come ogni cosa, dall'esigenza, dall'egoismo, che in questo caso, quando diviene utile a qualcuno, in qualche modo diventa condivisione e crescita. L'esigenza fondamentale è esprimersi: l'unico modo per non deprimersi, in una società così piena, colma, da essere spesso vuota, superficiale, rischiosissima, facile, così colma di stimoli da non dare più stimoli, per me a volte poco stimolanti. Questi versi sono una fuga da tutto questo, ma nello stesso tempo un'immersione totale in ogni cosa che mi circonda, in maniera a volte estrema, sia nell'immersione che nella fuga.


Perché questo titolo? Nel libro non lo spieghi mai.

La via della seta è la più antica via di comunicazione conosciuta. In questo libro questa via non è una strada però: è la pelle, è l'esigenza di sentire di Esistere seriamente.


Quali sono le tematiche principali dell’opera?

Non so rispondere a questa domanda. C'è tutto, come in ogni istante della vita; basta saperlo vedere, Sentire.
 

Come giudichi la letteratura italiana contemporanea? Ti piace qualcuno in particolare?

Mi piacciono diversi autori, ma minori, alcuni pressoché sconosciuti. Il resto è, spesso, marketing. Mi piacciono i dettagli, i particolari, chi sa ascoltare e osservare, chi non si uniforma, chi non diviene marketing del nulla.


Prossimi impegni letterari?

Sto finendo di scrivere Novembre, il mio romanzo, ma quello non lo pubblicherò davvero, almeno non adesso. Forse tra molti anni.




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