Buongiorno Stefano, parlaci della tua nuova opera, come nasce?
Il libro nasce semplicemente dal desiderio di raccontare storie in un ambito diverso da quelli usuali, ed anche di narrare eventi che deviassero dalla consueta sequenzialità quotidiana, per incanalarli in un percorso decisamente più accidentato e di più complessa elaborazione, quale può essere quello onirico.
Quali sono le tematiche più importanti del libro?
I cinque racconti, pur apparentemente molto diversi fra loro, riconoscono un filo conduttore comune: pervenire a nuove realtà e nuovi modi di essere attraverso i suggerimenti e le suggestioni emanate dai sogni dei protagonisti.
Come mai l’ambientazione nel Baltico? Ispirazione, esigenza letteraria o altro?
Oltre al desiderio di nuove ambientazioni, comunque esotiche e suggestive perché tanto diverse dalle nostre, i racconti vogliono essere una affettuosa dedica alla letteratura tedesca dell’Ottocento, forse la mia preferita in assoluto: e attraverso alcune riflessioni, soprattutto dell’io narrante, si profilano certamente suggestioni tardoromantiche - anche se i protagonisti rimangono sostanzialmente immersi nelle atmosfere del XXI secolo.
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