martedì 16 febbraio 2021

Intervista a Eleonora Nucciarelli

Intervista a Eleonora Nucciarelli, autrice del saggio “Lo squisito dolore”, edito nella Collana Saggistica della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 

Buongiorno Fabrizio, la mia opera nasce da un sogno nel cassetto che, anche grazie a te e alla Midgard Editrice, sono riuscita a tramutare in realtà. Il tema del dolore mi sta molto a cuore perché tutte le mie grandi rivoluzioni sono nate dal dolore che, fungendo da molla catalizzatrice, mi ha fatta evolvere e fortificare. 

Trovo, inoltre, che il dolore goda davvero di una cattiva reputazione, molto spesso infatti viene associato ad uno stereotipo di matrice negativa, un qualcosa di scomodo, disatteso e sconveniente da cui rifuggire. In realtà tutti noi entriamo in contatto con il dolore sin dalla nascita, dal momento in cui veniamo “gettati” nel mondo e attraverso la mia opera ho tentato di rendergli giustizia, riportando le esperienze di persone straordinarie e illustri che, affrontando e attraversando il loro dolore, hanno regalato al mondo esperienze e opere immortali. In fondo ciò che ci accomuna è il dolore ma ciò che ci distingue è la possibilità di scegliere cosa farne.


Quali sono le tematiche più importanti del tuo saggio?

Le tematiche principali del mio saggio ruotano attorno al dolore, intimamente legato al piacere. Si tratta di un dolore inteso come fonte d’ispirazione che, se canalizzato nella giusta direzione, può contribuire a far emergere lo straordinario e luccicante brillio che è in noi. 

Nel saggio ho analizzato molteplici visioni del dolore: il dolore come ispirazione nella filosofia, nella letteratura, nelle scienze umane, nell’arte, nella musica; il dolore come opportunità per connetterci con noi stessi; il dolore nell’ottica del superamento, della prospettiva, dell’opportunità, dell’occasione di crescita personale. 


Nel sottotitolo dell’opera parli di una prospettiva filantropica, in quale senso? 

La prospettiva filantropica alla quale mi riferisco nel sottotitolo è ispirata dal sentimento di benevolenza e amore verso le persone, soprattutto per le loro ferite interiori. Tale sentimento mi ha spinta a scrivere sull’argomento con l’intento di promuoverne il benessere. 

Con questo libro mi sono messa alla prova nel tentativo ambizioso di rivolgermi non soltanto ai cultori della materia ma ad ogni lettore di media cultura che desideri approfondire ma, soprattutto ai giovani studenti che ho incontrato e continuo ad incontrare nel mio ambito professionale perché se c’è un modo per rendere squisito il dolore è quello di condividerlo, esternarlo e affrontarlo insieme.

Tutti i riferimenti agli autori, alle opere, alle correnti e a tutto ciò che rimanda alla cultura, infatti, sono fortemente voluti e si augurano di essere ispirazione per ulteriori approfondimenti e ricerche.


Nel saggio tratti anche del legame fra dolore e arte, ce ne vuoi parlare?

Certamente.

Il legame fra dolore è arte è indissolubile, esso è di fatto tra i sentimenti più rappresentati nel panorama artistico internazionale. 

Nel saggio mi sono adoperata per produrre degli input attraverso la presentazione di alcune opere che maggiormente incarnano la sofferenza, con la speranza che possano provocare nel lettore l’inizio di un irreversibile processo immersivo nel paese delle meraviglie dell’arte. L’opera d’arte costituisce una costante apertura verso il bello soggettivo e verso il nuovo: che sia musica, pittura, scultura, poesia, fumetto, teatro, cinema, radio, danza, architettura o semplicemente espressione, invero, tutto è arte, cultura, esperienza, crescita, apprendimento e formazione.



1 commento: