martedì 14 luglio 2020

Intervista ad Alexandra Fischer

Intervista ad Alexandra Fischer, autrice del racconto “Il deserto delle maschere”, vincitore del Premio Midgard Narrativa 2020, edito nell’antologia fantasy “Hyperborea 4”, nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.





Buongiorno Alexandra, parlaci del tuo racconto, come nasce? 

Da un’idea venutami nel 1988. Ammiravo molto il genere fantasy già allora e a differenza di molti amici lettori appassionati credevo fermamente che non tutto fosse già stato scritto e ideato. E cominciai a buttare giù proprio qualche appunto in merito a questo racconto. È rimasto nascosto per tutto questo tempo perché all’epoca non c’erano le possibilità di oggi per mostrarsi come autori, era un universo che mi metteva molta soggezione. Devo all’avvento della tecnologia informatica, sotto forma di computer e Internet il fatto di aver cominciato a far circolare la mia produzione letteraria. Prima di riprendere in mano Il Deserto delle Maschere, mi sono formata disputando concorsi letterari on line e ho scritto altro, proprio perché ho sempre avuto una grossa insicurezza come autrice (anni di scrittura solitaria non aiutano. Oggi, ci sono concorsi letterari on-line che in questo aiutano parecchio gli autori alle prime armi. Penso alla Tela Nera, Minuti Contati).


Il racconto rientra nel genere Sword and Sorcery. Ti piace molto questo genere letterario?

Sì. Mi ricordo di essermi fermata a leggere il ciclo di Re Kull di Valusia di Robert Howard fino a notte inoltrata e lo stesso fu con le sue storie di Conan il Barbaro. Era l’estate del 1996 o giù di lì e io stavo preparando la tesi sulla poetica di Howard Phillips Lovecraft e leggere l’opera di Robert Howard fu per me una sorta di folgorazione, che mi portò anche a scoprire le storie di Fritz Leiber basate sulle avventure di Fafhrd e il Gray Mouser. Mi ci sono appassionata, certo, ma sempre rielaborandole nella mente (in pratica, immaginavo cosa ne sarebbe venuto fuori modificandole).


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Per me è un interesse spiccato. Ho cominciato a scrivere il primo racconto degno di nota nel 1980 (era un concorso di scrittura creativa bandito dalla mia scuola elementare e arrivai prima). E mi ha sempre tenuto compagnia ai tempi del liceo, dell’università e anche nei ritagli di tempo libero dal lavoro. Scrivo ogni giorno, ma prima leggo, di tutto. Anche in inglese, francese e tedesco.


Che scrittori ti piacciono e ti ispirano? 

Il primo in assoluto per me è Franz Kafka, scoperto nel 1980, poi ho letto di tutto, da Calvino, a Buzzati a Moravia, ma anche Tanizaki, Mishima, Murakami, Edgar Allan Poe, Marguerite Duras, Marguerite Yourcenar, passando anche attraverso Carlos Castaneda, Borges, Miguel De Unamuno, Saramago, ma anche Angela Carter, Marion Zimmer Bradley, Tanith Lee, ma anche Fabrizio Borgio, Ilaria Tuti.  Ho anche letto Grass, Bulgakov, Anatole France e Tommaso Landolfi. Ma apprezzo anche Asimov, Marco Buticchi e Matteo Strukul. E, in generale, tutti gli autori dei concorsi letterari ai quali partecipo, perché hanno il fascino della letteratura del futuro.  

midgard.it/hyperborea4.htm








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