sabato 12 gennaio 2019

Intervista a Elisabetta Trottini


Intervista a Elisabetta Trottini, autrice del romanzo “Nata diversa. La fuga”, edito in ebook nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.






Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce?

L’idea è nata anni fa quando mi sono innamorata del genere distopico, grazie alla professoressa di inglese del liceo. È durante le lezioni scolastiche più noiose che mi sono messa a gettare le fondamenta di questo libro. All’epoca però ero impegnata con la stesura del mio primo libro “Anime di fuoco” (Midgard, 2014), per questo ho accantonato l’idea in quel periodo. Due anni fa, sfogliando il quaderno dove appunto le idee per i libri, l’ho ripresa in mano e ho cominciato a scrivere.



Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?

Senza dubbio la tematica della libertà e della famiglia sono molto importanti in questo romanzo. Per spiegarle meglio addentriamoci nella storia, in particolare nel futuro tetro dove abitano i protagonisti. Essi infatti vivono in quella che viene chiamata Grande Società che controlla i cittadini con regole ferree: le giornate sono scandite in base alle attività, lavoro, scuola, divertimento, con orari prestabiliti; vita e morte sono pianificate e la famiglia viene minuziosamente programmata. Infatti dai 18 ai 22 anni la società assegna dei Fidanzati/a con cui stare per 4 mesi; a 22 anni viene assegnato un Promesso Sposo, scelto in base alla perfetta combinazione dei geni, in modo tale che i figli nascano privi di malattie. I bambini poi vengono concepiti in provette al Centro Nascite.

Un aspetto importante nella vita di queste persone sono le Pillole che sono tenuti ad assumere per la vita. Troviamo la Pillola Rosa o Blu per inibire la procreazione, quella per dormire, per non cadere vittime dell’ansia e la più importante, la Pillola del Mattino. Questa infatti permette di essere più inclini a ciò che la Grande Società impone e permette di non essere mai tristi. Ovviamente senza la tristezza non si può provare neanche la felicità. E infatti tutti vivono in uno stato di apatia permanente, dove emozioni e sentimenti sono completamente banditi. Per fare un esempio amore e amicizia vengono considerati fonte di ansia e frustrazione e per questo nessuno può innamorarsi o avere veri amici.

In questo contesto emergono quattro protagonisti: Lilith, Abigail (sorella minore di Lilith), Raphael e Micol. Questi ragazzi sono persone normali proprio come noi, ma sono errori per la società e per questo devono essere corretti o eliminati. Per loro essere amici, voler bene alla famiglia e desiderare l’amore fa parte della normalità. E ovviamente la Grande Società sta stretta a questi personaggi che cominciano a porsi domande, desiderano un mondo migliore e vogliono vivere. Vogliono essere liberi di poter accarezzare il viso della propria madre (il contatto fisico se non tra amanti o sposi è vietato perché ritenuto una violazione dello spazio personale), stringere la mano di un amico e potersi innamorare di chi vogliono. La loro diventa una ribellione che non significa solo andare fisicamente contro la Grande Società. Soprattutto Lilith inizia una ribellione psicologica conoscendo per la prima volta l’amore e che avrà il coraggio di opporsi realmente alle imposizioni e di affrontare quello che il destino le riserva.



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Scrivere è da sempre la mia passione: da piccola inventavo piccole storie da raccontare alle amiche o scrivevo nel mio diario poesie. Crescendo mi sono dedicata a progetti più impegnativi come il citato “Anime di fuoco” (Midgard, 2014) di cui sono coautrice e “Diario di mia sorella” (Morlacchi, 2016), ma anche al racconto finalista del Premio Midgard Narrativa 2018, “Al fiorire della mimosa”, edito nella raccolta fantasy “Hyperborea 2” (Midgard, 2018).

Scrivere ora fa parte delle mie giornate, quasi fosse un piacevole bisogno, mi rilassa e mi permette di riflettere.



Che scrittori ti piacciono e ti ispirano?

Non ho un autore preferito e raramente leggo tutti i libri di uno stesso scrittore. Gli autori che di più hanno segnato la mia adolescenza sono stati tre: Licia Troisi di cui ho letto molti libri, H. Hesse con il suo “Siddharta” e Pirandello con “Uno, nessuno e centomila”. Gli ultimi due autori mi hanno dato una visione del mondo diversa da quella che avevo, la prima mi ha permesso di conoscere mondi estranei al nostro. Crescendo mi sono interessata anche a libri distopici come “Il mondo nuovo” di A. Huxley, a fiction-storici come “La lunga vita di Marianna Ucria” di D. Maraini, a thriller come “La psichiatra” di W. Dorn e i saggi scientifici come quelli di S.W. Hawking  e di Zichichi. Insomma spazio su molti generi e da tutti traggo insegnamenti che sono importanti sia per la vita che per la scrittura.



Progetti futuri?

Innanzitutto vorrei terminare i miei studi, cioè la Magistrale in Matematica e trovare lavoro, senza però trascurare la scrittura. In cantiere ho tanti libri, molti dei quali sono praticamente pronti. La lista comprende due fantasy, uno che tratterà di creature magiche mitologiche e uno che avrà come protagonisti due ragazzi con doni speciali, un racconto drammatico sul bullismo, uno sulla violenza sulle donne, il continuo di “Anime di fuoco”, il continuo di “Nata diversa. La fuga” e uno sulle problematiche degli adolescenti. 


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