mercoledì 17 novembre 2021

Il mistero delle luci dall'oltretomba

 di Oscar Bigarini.







CAPITOLO I
Perugia, Estate 2023.

Erano sei.
Enrico, Rita, Simone, Margherita, Elisa e Paolo, costituivano un gruppo di amici universitari molto affiatato e coeso.
Si erano conosciuti nelle aule dell’ateneo perugino e avevano iniziato a frequentarsi anche fuori dalle lezioni per una pizza, un compleanno, una gita, una marachella.
Enrico Antonelli, perugino, era il più anziano del gruppo con i suoi ventiquattro anni, frequentava l’ultimo anno del corso di Laurea Magistrale di Ingegneria Meccanica all’Università di Perugia. 
Era un vero leader, il gruppo pendeva dalle sue labbra: ogni momento conviviale scaturiva da una sua idea, Enrico amava organizzare scherzi e giochi fantasiosi, a volte anche a sfondo macabro.
Rita Pedini, ventitré anni, la sua fidanzatina, era una bella biondina minuta e dai modi molto graziosi.
La giovane, di Città di Castello, si era trasferita a Perugia per frequentare il corso Universitario Magistrale di Filologia, Letteratura e Storia dell’ Antichità presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.
Rita aveva conosciuto Enrico durante una visita all’ Ipogeo dei Volumni, si erano piaciuti all’istante e dopo una breve frequentazione si erano fidanzati.
Simone Di Pietro ed Elisa Marchetti, perugini, entrambi ventenni, erano i più giovani del gruppo. Simone frequentava il secondo anno della facoltà di Economia Aziendale, mentre Elisa il corso di Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.
Paolo Sala, ventuno anni, era iscritto al secondo anno di filosofia sempre presso la facoltà di Lettere e Filosofia, era un bel ragazzo, idealista e sognatore, con la testa sempre tra le nuvole. 
Perennemente distratto, combinava spesso dei piccoli pasticci, come dimenticarsi più volte le chiavi all’interno della propria abitazione di Corso Bersaglieri per poi chiamare i vigili del fuoco a riaprire la porta.
Il ragazzo, in particolare, amava molto la pittura del Medioevo e del Rinascimento italiano, della quale era un buon conoscitore. 
La famiglia di Paolo era originaria di Milano, si era spostata dal capoluogo lombardo a quello umbro nel 2000, il padre, dirigente Nestlé, era stato trasferito a Perugia per ricoprire un posto apicale nella fabbrica della Perugina, in questa città, nel 2010, era nato Paolo. 
Margherita Giorgini, di Castiglione del Lago, ventitreenne, stava per concludere il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio, molto brava e studiosa aveva quasi terminato la tesi. 
Il gruppo faceva fatica a seguire le sue elucubrazioni scientifiche, la consideravano una vera “mente”, i colleghi del suo corso la interpellavano di sovente per risolvere esercizi particolarmente complicati di matematica e fisica.
Margherita, convinta ecologista, collaborava con varie associazioni ambientaliste per la pulizia e il decoro cittadino, era profondamente amareggiata per la dilagante maleducazione ed inciviltà di molti cittadini. 
Simone, Margherita, Elisa, Paolo, Rita ed Enrico, per i loro giochi amavano spesso frequentare luoghi pieni di mistero, anche tenebrosi, dove l’ignoto e l’oscurità facevano da sottofondo, per passare momenti di suspense e procurarsi scariche di adrenalina.
In questi posti, in genere cimiteri di campagna, chiese sconsacrate, castelli diroccati, vecchie fabbriche in disuso, si sfidavano in giochi carichi di tensione, per vedere chi tra loro era il primo a cedere alla paura e ritirarsi. 
Alcuni mesi prima avevano raggiunto di notte, in barca, l’isola Maggiore del lago Trasimeno, qui si erano addentrati nel castello Guglielmi, abbandonato da tempo, e vi avevano simulato una seduta spiritica.
Poi ad un improvviso sussulto, forse provocato da un gatto, avevano ceduto alla paura, e tornati di corsa alla barca, remando a più non posso, avevano raggiunto Tuoro. 
Un’altra volta avevano acceso dei fuochi dentro il castello di Zocco di Monte del lago per spaventare le auto di passaggio sulla strada adiacente.
Un anziano conducente di una Panda, spaventato, si era distratto alla guida ed era finito in un campo, fortunatamente senza conseguenze né per lui né per l’auto.
E così via, in estate erano numerose le serate e le notti che il gruppo passava con questo genere di passatempi particolari.

Estratto dal romanzo ""Il mistero delle luci dall'oltretomba" di Oscar Bigarini, Midgard Editrice 2021




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