martedì 19 ottobre 2021

Intervista ad Eleonora Nucciarelli

Intervista ad Eleonora Nucciarelli, autrice del saggio “Lo stridente piacere”, edito nella Collana Saggistica della Midgard Editrice.





 
Buongiorno, dopo un saggio sul dolore hai scritto un saggio sul piacere, parlaci della tua nuova opera, come nasce? 

La mia opera, “Lo stridente piacere” nasce come speculare al saggio “Lo squisito dolore”. Si tratta di un continuum, una diretta conseguenza basata sulla convinzione che “il dolore ci serve esattamente come ci serve il piacere”. 
L’idea nasce principalmente dalla rilettura del mito greco di Narciso ed Eco, in cui Narciso, innamorato della propria immagine riflessa su un argenteo specchio d’acqua si strugge dal dolore e al contempo gode del suo tormento, sapendo di non aver tradito se stesso. In questo nuovo lavoro ho dunque rovesciato la prospettiva, analizzandola da un punto di vista nuovo, focalizzandomi sugli aspetti meno indagati del piacere e sulla contemporaneità. Ne è uscito questo saggio che amo definire un Cappuccetto rosso dalla parte del lupo.


Quali sono le tematiche più importanti del tuo saggio?

Le tematiche più importanti scaturiscono da delle domande che mi sono assillantemente posta durante la stesura, ovvero: perché l’edonismo gode di una pessima reputazione? Per quali ragioni il senso comune associa la ricerca del piacere alla perdizione? E perché piacere e dolore sono così lontani eppure così vicini?
Il piacere trattato nel mio libro, dunque segue il sentiero del dolore e passa attraverso la filosofia, le scienze umane, la letteratura e l’arte attraversandole e individuandone gli aspetti salienti legati al piacere. 


Nel titolo si parla di stridente piacere? Come mai il piacere stride?

Il piacere al quale mi rivolgo è stridente in quanto, nonostante le scoperte tecnologiche, astronomiche, astrofisiche, gli sviluppi nel campo della medicina, della ricerca e di quanto più attuale possa essere stato scoperchiato, il retaggio culturale e gli stereotipi sul piacere restano sospesi nel tempo, imprigionati in una dimensione immutabile e immobile e fanno fatica ad ascendere. 
Nello scegliere il titolo ha giocato un ruolo fondamentale il carro che stride nell’idillio La quiete dopo la tempesta di Giacomo Leopardi che ha evocato in me tanta voglia di vivere; a coronare il tutto la scelta dell’opera Upgrade di MaMo che dalla copertina intende effondere bellezza, gioia e felicità ovunque.






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