giovedì 10 dicembre 2020

Intervista ad Alberto Conti

Intervista ad Alberto Conti, autore dell'opera "Dopo l'inverno", edita nella Collana Poesia della Midgard Editrice.






Buongiorno, come nasce la sua opera?

Premesso che sia convinto che la quasi totalità degli adolescenti, me compreso, abbia composto almeno una "poesia",  nell'ormai lontanissimo 1958, in occasione della mia prima mostra di quadri in Spoleto, una amica di Roma mi regalò "I quaderni di Malte Laurids Brigg " di Rilke. A quella " folgorazione" segui la scoperta  della sua poetica "Poesie sparse ed ultime" della Vallecchi (per inciso in edizione numerata) che diede il colpo di grazia all'innamoramento. Da lì tutto inizia, anche se, come notato dalla curatrice della mia precedente raccolta dell 2010  A. Leonardi "versi  leopardiani e foscolani... erano rimasti nell'orecchio interno come imprinting incancellabile e irrinunciabile...". Così ho continuato a scrivere e pubblicare nel 1988-2003-2010 ed oggi.


Quali sono le tematiche più importanti nella sua poesia?

Via via, negli anni, da temi generali,  sulla condizione umana ed anche politici (fra le liriche non pubblicate " Le due torri-Beslan-Lo tsunami") c'è stato un ripiegamento o una riscoperta dell'indagine su me stesso, su i miei scopi esistenziali, sulla casualità o misterica necessità della mia esistenza. In questi ultimi scritti molto verte sull'amore di coppia, ormai in vista di un addio ineluttabile. Insegnava Kierkegaard che "la sofferenza spinge un uomo a guardarsi dentro".


Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della sua vita?

Non è diventato mai un obbligo. Tutto si accumula nel tempo dentro fino a raggiungere un punto di rottura di cui non ho mai concepito le conseguenze perché ho avuto la possibilità di servirmi dello scrivere come una valvola di sfogo che mi permettesse di continuare in una esistenza, in qualche modo, accettabile, sopportabile. 


Che scrittori le piacciono e la ispirano?

Sono sempre stato un lettore onnivoro e, talvolta, compulsivo. Ho dimestichezza con i più vari stili di scrittura ed ogni libro diviene per me un regalo ed in ogni autore trovo qualcosa che mi affascina. In questo ultimo negativo anno ho letto e riletto: Sepulveda,  Hannah Arendt, Odifreddi, Mancuso, Galimberti ma anche Don Milani, Machiavelli e Papa Francesco. Sono facile agli "innamoramenti" e tutti lasciano un sedimento che può riaffiorare e riflettersi sulle mie cose.


http://midgard.it/dopo_linverno.htm









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