venerdì 18 gennaio 2019

Vite parallele

di Stefano Lazzari



Apparve  il  messaggio  ‘mail  inviata  correttamente’  e  Settimio  sogghignò.  Un  fremito  di  esplosiva  vitalità  gli  correva  dentro  senza  tregua  da  quando  Claudio  Maestri  gli  aveva  impiantato  il  ‘clonatore  temporaneo’,  cioè  ventiquattr’ore  prima.  Gli  procurava  un’ ebbrezza  vertiginosa  la  consapevolezza  di  essere  ormai  padrone  assoluto  di  sé,  non  più  liberamente  intercettabile  dalle  istituzioni… avrebbe  potuto  dipingere  un  quadro,  flirtare  con  una  turista,  fare  surf  sulle  onde  del  Pacifico,  scrivere  un  libro,  giocare  a  pallone  o  fare  una  cronoscalata  dell’ Appennino… e  tutto  ogni  giorno,  senza  limiti,  per  vivere  infinite  meravigliose  vite  - rabbrividì,  nella  pur  tiepida  stanza  del  medico  di  guardia.
Fiammetta  sbadigliò,  distendendo  le  lunghissime  gambe.  Era  appena  tornata  dall’ ospedale,  giornata  senza  fine  e  adesso,  alle  dieci  e  mezzo  di  sera,  aveva  voglia  soltanto  di  rilassante  cazzeggio  al  computer,  Facebook  coi  suoi  bla-bla  e  giochini  vari,  mail,  video… aveva  mangiucchiato  appena  un  panino  e  un  frutto,  e  forse  per  questo  stava  sniffando  con  voluttà  gli  irresistibili  effluvi  della  “Coccinella”,  la  piadineria  sottocasa  alla  quale  s’appoggiava  spesso  per  rimediare  la  cena  - poiché,  vivendo  da  sola,  l’espressione  ‘ fare  la  spesa ’  di  rado  e  a  fatica  trovava  spazio  nelle  sue  giornate.  Sbadigliò  ancora  e  più  ampiamente,  intanto  che  entrava  nella  sua  casella  di  posta  elettronica.
Era  appena  arrivata  una  mail  di  Settimio.
Fiammetta  dimenticò  la  stanchezza  della  giornata,  gli  effluvi  tentatori  della  “Coccinella”,  i  cazzeggi  su  Facebook  e  con  un  sorrisino  crescente,  trasognato  e  malizioso,  lesse  compiaciuta  e  non  poco.  Quelle  poche  righe  sembravano  confermare  appieno  l’ idea  che  si  era  fatta  di  lui  durante  la  cena  di  gala  al  congresso,  il  sabato  precedente:  concreto  ma  sensibile  (‘Ferrara  dolcemente  malinconica’ ,  quando  mai  lei  ci  aveva  pensato…),  andava  dritto  al  punto  ma,  al  tempo  stesso,  lasciava  intravedere  scenari  assai  più  complessi  di  una  semplice  avventuretta  erotica… per  tutta  la  sera  l’ aveva  guardata  con  occhi  rapiti  e  incantati,  al  contrario  dell’ amico  suo  Fabio,  concupiscente  allupato,  che  l’ avrebbe  posseduta  lì  per  lì,  senza  tante  storie.  E  poi,  Settimio  presentava  un  incommensurabile vantaggio  per  lei:  non  era  libero…
Sorrise  ancora,  la  giornata  si  stava  chiudendo  con  un  piacere  inatteso,  ma  prima  di  calare  il  sipario  voleva  rispondergli  subito.

Caro  Settimio,
mentre  tu  te  ne  stai  a  fare  il  bravo  guardiano,  io  sono  tornata  da  poco  e  stavo  cercando  di  rilassarmi… cosa  che  tu  mi  hai  impedito  con  la  tua  mail!  Certo  non  sei  uno  che  si  fa  crescere  l’erba  sotto  i  piedi,  direi,  e  apprezzo  questo  tuo  approccio  diretto,  senza  tanti  giri  di  parole,  che  già  mal  sopporto  nei  rapporti  istituzionali,  figuriamoci  in  quelli  privati!  Io  non  so  se  sei  mai  stato  a  Ferrara,  quindi  non  ho  modo  di  capire  se  questo  tuo  discreto  lirismo  è  dedicato  alla  città,  a  me,  o  in  qualche  modo  fantasioso,  ad  entrambi,  ma  penso  che  lo  scoprirò  presto,  quando  verrai,  e  non  solo  questo… Sabato  sono  libera  tutto  il  giorno,  fino  alle  otto  di  domenica  mattina,  quando  mi  comincia  il  turno  di  guardia.  Dai,  fammi  sapere  al  più  presto  se  puoi  venire,  sono  curiosa  di  rivederti… e  che  a  nessuno  venga  il  mal  di  cuore  stanotte  (lo  sai  quanto  siamo  spiritosi,  noi  cardiologi…)
un  bacio, 
Fiammetta

Inviò  la  mail,  poi  spense  il  computer.  Non  aveva  dubbi,  Settimio  avrebbe  corrisposto  pienamente  le  aspettative  da  lui  stesso  generate,  dalla  cena  alla  mail… ma  quello  che  non  poteva  sapere  era  che  la  sorpresa  più  grande  sarebbe  stata  proprio  lei,  a  fargliela…   
“Non  fare  tardi  proprio  oggi  che  è  il  compleanno  di  mamma, mi  raccomando” .  Serena  aprì  la  porta  di  casa  mentre  Settimio,  con  simulata  indifferenza,  s’ infilava  la  giacca.
“Ma  certo,  si  capisce”  riuscì  a  dire,  con  voce  ordinaria.  In   realtà  aveva  il  cuore  in  gola,  le  mani  sudate,  la  bocca  secca  e  un  desiderio  quasi  angoscioso  di  dileguarsi,  prima  che  la  moglie  si  accorgesse  di  qualcosa.  S’ era  svegliato  più  volte  durante  la  notte,  al  pensiero  meraviglioso  e  inquietante  della  mattina,  quando  avrebbe  usato  il  ‘clonatore  temporaneo’  per  la  prima  volta.  Maestri  gli  aveva  spiegato, a  impianto  ultimato,  che  nel  momento  della  formazione  del  clone  si  sarebbe  sprigionata  una  tenue  nebbiolina  azzurrognola,  quasi  una  dissolvenza  cinematografica… perciò,  per  estrema  prudenza,  sarebbe  stato  opportuno  dare  il  via  al  processo  in  un  luogo  al  riparo  da  sguardi  indiscreti.  Uscendo  di  casa,  quale  luogo  più  sicuro  dell’ ascensore?
Un  rivoletto  di  sudore  gli  scivolò  ghiacciato  sulla  schiena.  Stava  andando  incontro  ad  una  libertà  favolosa,  pazzesca,  appena  pudicamente  sognata  e  mai  nemmeno  sfiorata,  da  ragazzo  - perché,  naturalmente,  qualcuno  che  ti  cerca  al  telefonino  pregando  una  tua  richiamata  lo  trovi  sempre,  col  clone  invece  anche  questo  fastidio  gli  sarebbe  stato   risparmiato… Entrò  in  ascensore,  digitò  convulsamente  l’ indirizzo  di  Fiammetta  sul  display  dello  pseudo-telefonino  e,  a  salivazione  ormai  azzerata,  schiacciò  il  tasto  verde  - una  leggera  vertigine,  nulla  più.
Sul  display  apparve,  trionfalmente  lampeggiante,  la  scritta:  ‘CLONAZIONE  COMPLETATA’ .
Uscì  dal  portone  canticchiando  sommessamente  le  prime  note  di  “Free bird” .

Estratto da “Vite parallele”, Stefano Lazzari, Midgard Editrice 2018

www.midgard.it/vite_parallele.htm

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