di Stefano Lazzari
Apparve il messaggio ‘mail inviata correttamente’ e Settimio sogghignò. Un fremito di esplosiva vitalità gli correva dentro senza tregua da quando Claudio Maestri gli aveva impiantato il ‘clonatore temporaneo’, cioè ventiquattr’ore prima. Gli procurava un’ ebbrezza vertiginosa la consapevolezza di essere ormai padrone assoluto di sé, non più liberamente intercettabile dalle istituzioni… avrebbe potuto dipingere un quadro, flirtare con una turista, fare surf sulle onde del Pacifico, scrivere un libro, giocare a pallone o fare una cronoscalata dell’ Appennino… e tutto ogni giorno, senza limiti, per vivere infinite meravigliose vite - rabbrividì, nella pur tiepida stanza del medico di guardia.
Fiammetta sbadigliò, distendendo le lunghissime gambe. Era appena tornata dall’ ospedale, giornata senza fine e adesso, alle dieci e mezzo di sera, aveva voglia soltanto di rilassante cazzeggio al computer, Facebook coi suoi bla-bla e giochini vari, mail, video… aveva mangiucchiato appena un panino e un frutto, e forse per questo stava sniffando con voluttà gli irresistibili effluvi della “Coccinella”, la piadineria sottocasa alla quale s’appoggiava spesso per rimediare la cena - poiché, vivendo da sola, l’espressione ‘ fare la spesa ’ di rado e a fatica trovava spazio nelle sue giornate. Sbadigliò ancora e più ampiamente, intanto che entrava nella sua casella di posta elettronica.
Era appena arrivata una mail di Settimio.
Fiammetta dimenticò la stanchezza della giornata, gli effluvi tentatori della “Coccinella”, i cazzeggi su Facebook e con un sorrisino crescente, trasognato e malizioso, lesse compiaciuta e non poco. Quelle poche righe sembravano confermare appieno l’ idea che si era fatta di lui durante la cena di gala al congresso, il sabato precedente: concreto ma sensibile (‘Ferrara dolcemente malinconica’ , quando mai lei ci aveva pensato…), andava dritto al punto ma, al tempo stesso, lasciava intravedere scenari assai più complessi di una semplice avventuretta erotica… per tutta la sera l’ aveva guardata con occhi rapiti e incantati, al contrario dell’ amico suo Fabio, concupiscente allupato, che l’ avrebbe posseduta lì per lì, senza tante storie. E poi, Settimio presentava un incommensurabile vantaggio per lei: non era libero…
Sorrise ancora, la giornata si stava chiudendo con un piacere inatteso, ma prima di calare il sipario voleva rispondergli subito.
Era appena arrivata una mail di Settimio.
Fiammetta dimenticò la stanchezza della giornata, gli effluvi tentatori della “Coccinella”, i cazzeggi su Facebook e con un sorrisino crescente, trasognato e malizioso, lesse compiaciuta e non poco. Quelle poche righe sembravano confermare appieno l’ idea che si era fatta di lui durante la cena di gala al congresso, il sabato precedente: concreto ma sensibile (‘Ferrara dolcemente malinconica’ , quando mai lei ci aveva pensato…), andava dritto al punto ma, al tempo stesso, lasciava intravedere scenari assai più complessi di una semplice avventuretta erotica… per tutta la sera l’ aveva guardata con occhi rapiti e incantati, al contrario dell’ amico suo Fabio, concupiscente allupato, che l’ avrebbe posseduta lì per lì, senza tante storie. E poi, Settimio presentava un incommensurabile vantaggio per lei: non era libero…
Sorrise ancora, la giornata si stava chiudendo con un piacere inatteso, ma prima di calare il sipario voleva rispondergli subito.
Caro Settimio,
mentre tu te ne stai a fare il bravo guardiano, io sono tornata da poco e stavo cercando di rilassarmi… cosa che tu mi hai impedito con la tua mail! Certo non sei uno che si fa crescere l’erba sotto i piedi, direi, e apprezzo questo tuo approccio diretto, senza tanti giri di parole, che già mal sopporto nei rapporti istituzionali, figuriamoci in quelli privati! Io non so se sei mai stato a Ferrara, quindi non ho modo di capire se questo tuo discreto lirismo è dedicato alla città, a me, o in qualche modo fantasioso, ad entrambi, ma penso che lo scoprirò presto, quando verrai, e non solo questo… Sabato sono libera tutto il giorno, fino alle otto di domenica mattina, quando mi comincia il turno di guardia. Dai, fammi sapere al più presto se puoi venire, sono curiosa di rivederti… e che a nessuno venga il mal di cuore stanotte (lo sai quanto siamo spiritosi, noi cardiologi…)
un bacio,
Fiammetta
mentre tu te ne stai a fare il bravo guardiano, io sono tornata da poco e stavo cercando di rilassarmi… cosa che tu mi hai impedito con la tua mail! Certo non sei uno che si fa crescere l’erba sotto i piedi, direi, e apprezzo questo tuo approccio diretto, senza tanti giri di parole, che già mal sopporto nei rapporti istituzionali, figuriamoci in quelli privati! Io non so se sei mai stato a Ferrara, quindi non ho modo di capire se questo tuo discreto lirismo è dedicato alla città, a me, o in qualche modo fantasioso, ad entrambi, ma penso che lo scoprirò presto, quando verrai, e non solo questo… Sabato sono libera tutto il giorno, fino alle otto di domenica mattina, quando mi comincia il turno di guardia. Dai, fammi sapere al più presto se puoi venire, sono curiosa di rivederti… e che a nessuno venga il mal di cuore stanotte (lo sai quanto siamo spiritosi, noi cardiologi…)
un bacio,
Fiammetta
Inviò la mail, poi spense il computer. Non aveva dubbi, Settimio avrebbe corrisposto pienamente le aspettative da lui stesso generate, dalla cena alla mail… ma quello che non poteva sapere era che la sorpresa più grande sarebbe stata proprio lei, a fargliela…
“Non fare tardi proprio oggi che è il compleanno di mamma, mi raccomando” . Serena aprì la porta di casa mentre Settimio, con simulata indifferenza, s’ infilava la giacca.
“Ma certo, si capisce” riuscì a dire, con voce ordinaria. In realtà aveva il cuore in gola, le mani sudate, la bocca secca e un desiderio quasi angoscioso di dileguarsi, prima che la moglie si accorgesse di qualcosa. S’ era svegliato più volte durante la notte, al pensiero meraviglioso e inquietante della mattina, quando avrebbe usato il ‘clonatore temporaneo’ per la prima volta. Maestri gli aveva spiegato, a impianto ultimato, che nel momento della formazione del clone si sarebbe sprigionata una tenue nebbiolina azzurrognola, quasi una dissolvenza cinematografica… perciò, per estrema prudenza, sarebbe stato opportuno dare il via al processo in un luogo al riparo da sguardi indiscreti. Uscendo di casa, quale luogo più sicuro dell’ ascensore?
Un rivoletto di sudore gli scivolò ghiacciato sulla schiena. Stava andando incontro ad una libertà favolosa, pazzesca, appena pudicamente sognata e mai nemmeno sfiorata, da ragazzo - perché, naturalmente, qualcuno che ti cerca al telefonino pregando una tua richiamata lo trovi sempre, col clone invece anche questo fastidio gli sarebbe stato risparmiato… Entrò in ascensore, digitò convulsamente l’ indirizzo di Fiammetta sul display dello pseudo-telefonino e, a salivazione ormai azzerata, schiacciò il tasto verde - una leggera vertigine, nulla più.
Sul display apparve, trionfalmente lampeggiante, la scritta: ‘CLONAZIONE COMPLETATA’ .
Uscì dal portone canticchiando sommessamente le prime note di “Free bird” .
“Ma certo, si capisce” riuscì a dire, con voce ordinaria. In realtà aveva il cuore in gola, le mani sudate, la bocca secca e un desiderio quasi angoscioso di dileguarsi, prima che la moglie si accorgesse di qualcosa. S’ era svegliato più volte durante la notte, al pensiero meraviglioso e inquietante della mattina, quando avrebbe usato il ‘clonatore temporaneo’ per la prima volta. Maestri gli aveva spiegato, a impianto ultimato, che nel momento della formazione del clone si sarebbe sprigionata una tenue nebbiolina azzurrognola, quasi una dissolvenza cinematografica… perciò, per estrema prudenza, sarebbe stato opportuno dare il via al processo in un luogo al riparo da sguardi indiscreti. Uscendo di casa, quale luogo più sicuro dell’ ascensore?
Un rivoletto di sudore gli scivolò ghiacciato sulla schiena. Stava andando incontro ad una libertà favolosa, pazzesca, appena pudicamente sognata e mai nemmeno sfiorata, da ragazzo - perché, naturalmente, qualcuno che ti cerca al telefonino pregando una tua richiamata lo trovi sempre, col clone invece anche questo fastidio gli sarebbe stato risparmiato… Entrò in ascensore, digitò convulsamente l’ indirizzo di Fiammetta sul display dello pseudo-telefonino e, a salivazione ormai azzerata, schiacciò il tasto verde - una leggera vertigine, nulla più.
Sul display apparve, trionfalmente lampeggiante, la scritta: ‘CLONAZIONE COMPLETATA’ .
Uscì dal portone canticchiando sommessamente le prime note di “Free bird” .
www.midgard.it/vite_parallele.htm
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