Intervista
a Fabrizio Bandini, autore di “Saghe del tempo antico”, edito nella Collana Narrativa
della Midgard Editrice.
Buongiorno,
parlaci della tua opera, come nasce?
È
un lavoro che parte da molto lontano, dal 2006 direi, quando ho pubblicato la
prima edizione de “Il Canto di Midgard”. In quel libro erano racchiuse le prime
quattro saghe sulla nostra stirpe. Poi l’anno dopo, il 2007, ho pubblicato “La
Saga degli Alburni”. Un altro tassello importante. In questi anni sono uscite
varie edizioni del “Canto di Midgard”, ma soprattutto ho scritto altre saghe,
ed eccole finalmente tutte insieme in questo volume.
Sono dodici saghe in tutto. Un numero simbolico e pregnante. Un’opera
finalmente completa ed esaustiva. La ritengo l’opera più importante che abbia pubblicato.
Perché
questo titolo: “Saghe del tempo antico?”
Ho
riflettuto molto sul titolo da dare a questa raccolta di saghe. Il titolo di
un’opera è sempre una cosa molto importante, da non sottovalutare mai. Alla
fine la scelta è caduta su “Saghe del tempo antico”, che è davvero un titolo
perfetto per questo libro. Da un lato è una esplicita dedica alle Fornaldalsogur,
le antiche saghe nordiche, dall’altro esprime perfettamente ciò che trovate
dentro, ovvero una storia, fantastica, romanzata, ma assolutamente verosimile,
della nostra stirpe, la stirpe europea. Si parte dalla prima saga “Il Canto di
Midgard”, che è ambientata nell’età più antica, l’Età della Pietra, l’Età
dell’Oro, per poi venire avanti con saghe ambientate nell’Età dell’Argento, del
Bronzo e del Ferro, sino all’ultima saga, che si svolge in Scandinavia, dopo
l’anno mille, al tempo della caduta dell’ultimo santuario pagano, a Gamla
Uppsala. Chi conosce la dottrina delle quattro età, che è parte integrante e
fondamentale della tradizione sapienziale europea, chiamata anche indoeuropea, che
si è distesa dall’Islanda all’India in tempi antichi, sa bene di cosa parlo.
Esiodo è molto esplicito a riguardo. Nei Purana si ritrova la stessa sapienza e
così in altri testi della nostra tradizione.
Quali
sono le tematiche più importanti dell'opera?
La
tematica del tempo, del nascere e del morire delle civiltà, che ho appena
citato è sicuramente fondamentale. La sapienza europea arcaica ci parla di un
tempo che è circolare, non lineare come nel cristianesimo e nei monoteismi
della nostra epoca. Un tempo fatto di vari cicli cosmici. Ogni ciclo inizia con
una Età dell’Oro, un’epoca luminosa, per poi decadere nelle età successive,
sino all’ultima, l’Età del Ferro, il Kali yuga della dottrina vedica, l’Età del
Lupo dell’Edda. Chiuso il ciclo ne inizia un altro.
Un’altra
tematica importante è quella del Destino, del Wyrd, come è chiamato nella
tradizione nordica. Tutto l’antico paganesimo europeo ne è impregnato, da
quello germanico a quello romano, da quello ellenico a quello vedico. Mi
sento molto legato all’antica tradizione pagana europea, la sento visceralmente
mia.
Quali
sono i personaggi principali delle saghe?
Le
prime saghe, “Il Canto di Midgard”, “Il Canto di Iperborea” e “La Caduta di
Atlantide”, non hanno personaggi precisi, ma sono storie di dinastie regnanti e
di stirpi. Questo denota la loro arcaicità, la loro antichità. Poi si entra
nell’Età del Bronzo e nell’Età del Ferro, nella storia. I nomi dei popoli si
fanno noti, Italici, Goti, Longobardi, Svevi, Sassoni, narro di re e di regine
conosciute e di re e di regine fantastiche, ma verosimili ripeto. Storie
parallele alla vera storia. Alcuni personaggi sono luminosi e positivi, altri
oscuri e negativi, come nella realtà accade. A parte questo tutto lo sforzo che
ho fatto è stato teso ad evocare un intero mondo, quello dei nostri padri, dei
nostri antenati.
Quali
sono le fonti principali dell’opera?
Praticamente
tutti gli scritti sapienziali ed epici dell’antica Europa pagana, incluso il
suo ramo orientale, asiatico, da Esiodo ai Veda, dall’Edda a Platone, dalle
saghe nordiche all’Iliade, dall’Eneide alla Volsunga Saga. Mi hanno ispirato
anche alcune cronache storiche. Ho scritto queste saghe ascoltando i Wardruna e
gli album “nordici” dei Bathory. Sono saghe dedicate a chi siede ancora davanti
al fuoco della nostra tradizione, nonostante il buio della notte. Spero che vi
piaceranno.
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