Intervista a Giuseppe Moscati, autore del
racconto illustrato “La lumaca Maggiolina”, edito nella Collana Fiabe della
Midgard Editrice.
Buongiorno,
parlaci della tua opera, come nasce?
Ciao, il libello fresco
di stampa per i brillanti tipi di Midgard Editrice ha un sottotitolo che credo
dica molto: Fiaba per i piccoli, ma anche
un po’ per i cosiddetti grandi. Magari è un sottotitolo un po’ lungo, ma è
una precisazione cui tengo molto perché suggerisce un paio di considerazioni:
che magari dobbiamo esercitarci a far intersecare di più e meglio questi due
mondi – piccoli e cosiddetti grandi – che troppo spesso teniamo separati; e che
non si finisce mai di apprendere, specie quando di mezzo c’è un incontro. Ecco, la mia operetta nasce e
cresce attorno all’idea della ‘bellezza’ relazionale di un incontro.
Com’è
stata la collaborazione con l’illustratrice Monica Bracciantini?
Monica è riuscita non
solo a leggere in profondità la mia storia, ma anche a proporre una narrazione
figurativa molto avvolgente, artigianale ed insieme raffinata, a mio avviso. La
sua capacità creativa, che trova espressione in una sapiente tecnica mista, ha
dato vita a una serie di tracce di eleganza che prendono per mano la storia e
la portano lontano.
Qual
è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?
Spero non risulti
retorico quello che sto per dire, ma da un po’ di tempo comincio ad associare
al termine scrittura quello di ossessione e – perché no? – anche quello di
possessione. Non esito a dire che, al pari della lettura, la scrittura
rappresenta una modalità erotica di relazionarsi con il libro e con i
mondi-orizzonti che esso apre. Un mio caro, vecchio professore di ginnasio
amava ripetere in questi termini un invito cui teneva molto: «Scrivete, scrivete,
scrivete ovunque e comunque, anche sulla carta del pesce!». Ecco, magari su quella non
proprio, ma a me piace scrivere su ogni tipologia di cartaceo. Poi qualcosa di
quegli appunti prende la forma di libro e inizia una nuova storia.
Che
scrittori ti piacciono e ti ispirano?
Da come conosco chi
pone la domanda, ho la presunzione di credere che possa piacergli una risposta
univoca e, in questo caso, non potrei che rispondere: Kafka. E tuttavia,
volendo ampliare la cerchia, sul mio tavolo e sul mio comodino non mancano mai
Aldo Capitini, Ludwig Feuerbach, Sandro Penna, Simone de Beauvoir…
Progetti
futuri?
In cantiere – o forse
meglio nel cassetto – ho diversi libri e libelli, ma la prossima nuova riguarda
un terreno particolare: un libro di versi (degli anni universitari) e scatti
fotografici, pur non considerandomi io né un poeta né un fotografo. Sai, le
strade della scrittura sono infinite! E a seguire una raccolta di racconti
brevi e brevissimi cui sono molto affezionato. Cito sempre molto volentieri
Tolstoj: «oggi devo scriverti una lettera lunga perché non ho il tempo di
scrivertela breve». Eccezionale!
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