mercoledì 19 luglio 2023

Intervista a Marco Bertoli

Intervista a Marco Bertoli, vincitore a pari merito del Premio Midgard Narrativa 2023







Buongiorno Marco, parlaci del tuo racconto, come nasce?

Buongiorno a tutte e tutti voi. Il terreno in cui affondano le radici del racconto è formato dalle mie letture di ragazzo che includono molte delle opere di Mark Twain, tra cui “Un americano alla corte di re Artù”, e l’intero corpus di Conan Doyle, in primis le avventure di Sherlock Holmes. Quando ho deciso di cimentarmi con il concorso per l’Antologia Hyperborea 7 mi è venuta l’idea di scrivere una storia in cui si fondessero i filoni del giallo e quello del fantastico in generale. Siccome, però, mi diverte stravolgere i canoni, ho immaginato come investigatore il Dottor Watson e ricostruito un’ambientazione non riconducibile all’idealizzazione operata dal Ciclo arturiano bensì alla concretezza dell’Inghilterra del Quinto e Sesto secolo e alle lotte dei Romano-Britanni contro gli invasori Sassoni. In altre parole, ho preso un tipico rappresentante della società vittoriana, imbevuto d’orgoglio per le proprie origini e l’Impero ‒ vedi “Rule, Britannia!” e simili ‒ e l’ho catapultato in una realtà ben lontana dal mito e dagli ideali dei Cavalieri della Tavola rotonda.



A parte le fonti letterarie su Artù e i romanzi di Conan Doyle, ci sono anche dei film che ti hanno ispirato nella scrittura?

Non film ma una serie televisiva inglese dal titolo “Artù re dei Britanni” (Arthur of the Britons) prodotta dalla Harlech Television e andata in onda per un paio di stagioni dal 1972 al 1973. La vicenda si svolge circa un secolo dopo il ritiro delle legioni romane dalla Gran Bretagna. Artù è rappresentato come un leader di una tribù celtica che riesce a creare un’alleanza tra le varie fazioni per combattere contro gli invasori Sassoni. Negli episodi manca qualsiasi riferimento a Merlino, Ginevra, Lancillotto e gli altri cavalieri.



Il viaggio spazio-temporale è un topos di una certa letteratura, lo hai inserito solamente come espediente letterario oppure lo trovi affascinante al di là dell’utilizzo narrativo?

Trovo l’argomento affascinante in sé stesso tanto che ho divorato tonnellate di libri e guardato miriadi di film e telefilm incentrati sul tema. Aggiungo che sono un appassionato di Storia antica, in particolare dell’Età del Bronzo nel Mediterraneo, e non esiterei a cogliere l’offerta di camminare per le strade di Micene o di Troia all’epoca del loro splendore o di scoprire chi fossero davvero i Popoli del mare.




Ordinabile anche su IBS, Mondadoristore, Amazon, nelle librerie Feltrinelli e nelle librerie indipendenti.





Nessun commento:

Posta un commento