venerdì 8 luglio 2022

Gli eroi di Bellabetulla

 di Carmen Sossi.





Nelle incantate terre del Nord viveva una gigantesca betulla bianca secolare che dava riparo e nutrimento al mitico popolo dei Betulari, graziosi, intelligenti e bravi artigiani, che forgiavano gioielli meravigliosi grazie alle infiorescenze d’oro che la betulla donava loro.
Era il regno di Bellabetulla, dove la vita scorreva serena da sempre, perché i Betulari erano allegri e perché i loro magnifici gioielli erano famosi in tutti i regni.
Un giorno si presentò a corte un misterioso principe, giunto da molto lontano per chiedere in sposa la loro bella Regina. 
A suo favore vantava grandi ricchezze, vittoriose imprese militari e un regno sconfinato, abitato da un popolo laborioso tanto quanto i Betulari, se non di più. 
Ella, però, non fu convinta dalle sue parole e così rifiutò le attenzioni di quell’oscuro corteggiatore, del quale non aveva mai sentito parlare e che si mostrava poco attraente nell’aspetto e nei modi.
Purtroppo, però, il diniego della sovrana scatenò la rabbia del pretendente e la sua vendetta: – Vedrai di cosa sono capace! – minacciò.
Infatti, ben presto, costui si rivelò per quello che era: il malefico mago Fenicùrus.
Egli aveva architettato quello stratagemma con l’intenzione d’impadronirsi del regno di Bellabetulla e costringere i suoi abitanti a lavorare per lui e, rifiutato e offeso, scatenò sulla betulla magica un potente sortilegio. 
Ben presto la grande betulla si ammalò, perse il suo aspetto rigoglioso e divenne molto debole, peggiorando di giorno in giorno, finché smise definitivamente di maturare le sue preziose gemme.
Nulla poterono i saggi e i guaritori del regno che pur si affannavano a trovare e sperimentare le cure più disparate; il regno era in grave pericolo e la Regina era sempre più affranta, mentre il popolo impaurito le chiedeva di trovare presto una soluzione.
Il cuore dei Betulari si oscurava sempre più; era persa ormai la gioia e la spensieratezza di un tempo, poiché tutti già immaginavano l’inevitabile fine: morire di stenti o finire nelle mani del loro nemico. 
Il saggio Linné passava le sue notti insonni nella biblioteca reale consultando antichissimi scritti alla ricerca di una qualsiasi soluzione che salvasse il regno, quando una notte il suo cuore sussultò di fronte ad una pagina ingiallita, consunta e quasi illeggibile. 
Fu pervaso da un grande entusiasmo e, per mostrarle il testo trovato, corse subito dalla Regina, che non dormiva più neanche lei. – Legga Maestà, legga – le disse con grande agitazione.
La Regina, sorpresa e speranzosa, lesse la pagina a fatica: “Ogni male potrai cacciare, se l’antica betulla saprai nutrire con tre spighe del grande sole, che siano colte da mano innocente, nel giardino del buon Gigante.”

Estratto dal volume "Gli eroi di Bellabetulla" di Carmen Sossi (Midgard Editrice 2022)


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