martedì 9 febbraio 2021

Intervista a Fabrizio Bandini

Intervista a Fabrizio Bandini, autore di “L'archetipo della femme fatale e la crisi del patriarcato”, edito nella Collana Saggistica della Midgard Editrice.





Il tuo saggio sulla femme fatale è andato di nuovo esaurito. Come mai una seconda edizione piuttosto che una ristampa?

Innanzitutto sono davvero contento che “L’archetipo della femme fatale e la crisi del patriarcato” abbia così successo e sia finito di nuovo. 

Ho deciso di procedere con una seconda edizione, invece che con una semplice ristampa, per una serie di motivi.

La prima edizione del saggio risale al 2014.

Da allora ho approfondito diverse tematiche di carattere metafisico, simbolico e storico, e sentivo che il saggio necessitava di una ricalibratura.

Negli ultimi mesi del 2020 sono intervenuto quindi sul testo, riscrivendolo in alcuni punti, intervenendo su altri, con alcune correzioni e precisazioni.

Per la nuova edizione ho deciso inoltre di usare una carta diversa, color avorio, piuttosto che la carta plastificata bianca della prima edizione, ho inserito due nuove illustrazioni a colori e ne ho sostituita un’altra.

Cambiamenti importanti, non da poco.



Ci puoi dire di più sui cambiamenti al testo apportati?

Certamente. 

Sono intervenuto principalmente sul primo capitolo del saggio, inquadrando la figura della femme fatale con più precisione nella sua essenza metafisica e nel suo sviluppo storico.

In particolare ho focalizzato lo sviluppo storico non solo sulla contrapposizione fra matriarcato e patriarcato, fra civiltà ginecocratiche e andocratiche, ma soprattutto sulla ciclicità della metafisica della storia, come l’antica tradizione della nostra civiltà indoeuropea insegna, dai Purana a Esiodo. 

Un ciclo che va dall’Età dell’oro a quella oscura, per poi finire e ricominciare.

Ho precisato meglio anche la valenza etica della figura, da una parte una donna di potere che opera entro i limiti dell’ordine, usando lecitamente il suo potere femminile, dall’altro una donna totalmente sovversiva e oscura, che infrange l’ordine e pecca di hybris.

Un’altra riscrittura importante è alla fine del saggio, nel capitolo quinto.

La prima edizione finiva in maniera volutamente provocatoria.

Questa seconda edizione ha un finale più ragionato invece.

Ho apportato inoltre alcune precisazioni anche nelle appendici, soprattutto su quella dedicata all’epica germanica e al mondo celtico.



Ti aspettavi che il saggio andasse di nuovo esaurito? E come spieghi questo interesse verso la figura della femme fatale?

Quando ho editato il testo anni fa immaginavo che potesse avere un buon successo vista la temperie culturale della nostra epoca, ma sinceramente è andato meglio delle mie previsioni e siamo quindi arrivati a questa seconda edizione.

La figura della donna fatale ossessiona gli europei oramai da due secoli buoni, come spiego bene nel saggio.

Cerco anche di illustrare le cause profonde di questa ossessione.

Le appendici inoltre servono ad approfondire l’argomento spostando l’analisi su altri periodi storici, cogliendo la figura della femme fatale nella sua essenza metafisica.



Progetti futuri?

Ho appena mandato in stampa la mia nuova opera, “Tre saggi sulla tradizione nordica”. 

È un’opera a cui tengo molto, raccoglie i saggi che ho scritto negli ultimi tre anni sull’argomento.

L’ultimo è completamente inedito e si sofferma sulla simbologia dei colori nella tradizione indoeuropea e in quella nordica, facendo vedere i vari nessi fra la tradizione più antica e quella più recente.

Da tempo volevo scrivere questo saggio e finalmente l’ho scritto.

Grazie a tutti per l’attenzione.

Buona giornata.










 


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