giovedì 5 ottobre 2023

Intervista a Chiara Scialabba

 




Buongiorno Chiara, dopo l’ottimo successo della prima edizione di (Il) Mondo Dentro, nasce una seconda edizione. Quali sono i motivi che ti hanno spinto a rieditare il libro, piuttosto che a ristamparlo solamente?

Le tante presentazioni nel corso di questi due anni sono state un’ottima occasione di confronto e di riflessione che hanno fatto crescere la storia del libro come scrivo anche nella introduzione della nuova edizione.
“Si pensa che chi scrive un libro conosca tutti i suoi segreti ma non è così o, almeno, non lo è stato per me. Ogni incontro, ogni commento, ogni riflessione sono stati una grande scoperta non solo per gli altri ma anche e, soprattutto, per me. Già nel passaggio dal manoscritto al libro, in un percorso che è durato quasi un anno, mi ero ritrovata a riflettere su ciò che avevo scritto comprendendone meglio il senso. Poi sono arrivate le presentazioni, le interviste, le chiacchierate, i pensieri dei miei alunni e il mio mondo ogni volta incontrava quello degli altri e si arricchiva di nuove esperienze. Ogni evento è stato soprattutto una condivisione e ha il volto delle persone che ho incontrato, ragazzi e adulti, amici e sconosciuti, a cui il mio libro ha dato voce perché quei mesi chiusi in casa hanno lasciato il segno ma non tutti hanno avuto la forza di raccontarli e, soprattutto, di tirar fuori ciò che hanno provato.”
È nata quindi l’esigenza di integrare il diario, che rimane tale e quale, testimonianza storica di un evento unico, con dei capitoli che sono il frutto proprio di quelle riflessioni nate in occasione delle presentazioni. Sempre nello stesso periodo è uscita fuori anche una vena poetica da cui sono nate due poesie, inserite sempre in questa nuova edizione, che introducono due argomenti a me cari: “Padroni del tempo” che affronta il tema della nostra capacità o meno di saper cogliere il bello della vita senza sprecare il tempo che ci viene concesso facendo diventare eterno ciò che nella realtà scorre inesorabilmente; “Potevamo” che nasce dall’amara considerazione di non aver saputo utilizzare quel periodo straordinario per miglioraci. 



La nuova edizione si avvale del contributo del Dott. Franco La Rosa e della prefazione di Mario Azzolini. Come sono nate queste nuove collaborazioni?

Il dott. Franco La Rosa ha partecipato ad uno degli eventi organizzati a Cefalù per presentare il libro a cura dell’Auser che aveva come titolo “Emozioni di una pandemia”. La presenza del dott. La Rosa, neuropsichiatra, è stata molto importante anche per la condivisione di riflessioni personali. Abbiamo quindi pensato che potesse essere utile offrire un contributo tecnico e nello stesso tempo anche molto umano con questa piccola intervista contenuta nel libro.
Con Mario Azzolini, giornalista RAI, in pensione da poco e con cui, soprattutto, condivido le origini di San Mauro Castelverde, l’incontro è stato assolutamente casuale. Ci siamo incontrati durante una festa di quartiere e gli ho proposto di leggere il mio libro anche per avere un giudizio competente visto, tra l’altro, la sua cura delle rubriche culturali del TG3 Sicilia. Lui lo ha trovato interessante così come scrive nella prefazione “Chiara con timidezza mi parlò del suo libro e me ne donò una copia; io che di libri mi occupo da sempre per passione e professione ne fui colpito per il metodo e il merito, frutto di una genesi inconsueta in un momento di straordinaria emergenza per l'umanità intera.”



Progetti futuri?

Purtroppo, come dico sempre, per scrivere ci vuole tempo e la vita frenetica di una mamma lavoratrice non ne ha molto a disposizione. Mi piacere scrivere soprattutto sull’arte da proporre come strumento di riflessione ma, forse, dovrò aspettare la pensione. Per il momento continuerò a dedicarmi alla divulgazione di questa nuova edizione perché rimanga una testimonianza storica e per stimolare i lettori del libro a fare tesoro dell’esperienza drammatica e, nello stesso tempo, straordinaria che abbiamo vissuto.




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