lunedì 6 dicembre 2021

Thor e la riconquista del martello

 di Marco Alimandi.






CAPITOLO III - Alvíssmál 

Si è scelto di tradurre ed analizzare quattro strofe tratte dall’Alvíssmál (i.e. “Racconto di Alvíss”, poema della Sæmundar-Edda (i.e. Edda poetica) che narra di una discussione fra l’Ase Þórr ed il nano Alvíss sulle differenze di vedute proprie dei nove mondi retti dall’asse cosmico Yggdrasill) in quanto esse mostrano le differenze radicali nel modo di intendere da parte degli abitanti di tutti e nove i regni quei fenomeni naturali che sono propri di quest’ultimi. Queste differenze sono visibili nell’etimologia dei nomi con cui questi fenomeni vengono identificati rispettivamente dagli uomini, dagli Æsir, dai Vanir, dai giganti, dagli elfi e dai nani. Dall’etimologia è infatti possibile scorgere come i fenomeni naturali vengano percepiti dagli abitanti dei nove regni e come la stessa loro percezione del vivere e del tutto sia assolutamente diseguale e spesso antitetica.
Traspare soprattutto una disparità abissale fra la percezione umana del tutto e quella che ne hanno gli Æsir e su questa ci soffermeremo. È questa una disparità che mette in luce l’assoluta supremazia della sfrenata dinamicità propria del modo che hanno gli Aesir di concepire la realtà, modo che se posto a confronto con quello degli uomini ne rivela la calma e la limitatezza a cui questi sono costretti dalla caducità della loro vita su Miðgarðr.
Basti pensare al caso della bonaccia (i.e. logn) che per gli uomini è detta Calma (i.e. logn) mentre è dagli Æsir detta Inerzia (i.e. lægi) o a quello dell’Oceano, distesa d’acqua che nell’immaginario dell’uomo è da sempre epitome di pericolo, di movimento e di tempesta ma che per gli Æsir invece non è altro che un Mare calmo (i.e. sílægja).


III.1 Traduzione e commento.

Strofe 21

Þórr kvað[1]:
"Segðu[2] mér þat[3], Alvíss, - öll of rök fira[4]
vörumk[5], dvergr, at vitir[6] - :
hvé þat logn heitir, er liggja skal[7],
heimi hverjum[8] í?"

 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 21

Þórr disse:
Dimmi tu questo, Alvíss, dacché ogni cosa degli uomini,
o nano, io presumo tu conosca:
come si chiama quella bonaccia, che ad adagiarsi va,
in ciascun regno?

 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 22

Alvíss kvað:
"Logn heitir með mönnum[9], en lægi með goðum, 
kalla[10] vindslot vanir, ofhlý[11] jötnar,
alfar dagsefa, kalla dvergar dags veru[12]."L
 
III.1 Traduzione e commento.

Strofe 22

Alvíss disse:
Calma è detta dagli uomini, ed Inerzia dagli Dei,
i Vanir la chiamano Crollo del vento, i giganti Placidità,
gli elfi Sollievo del giorno, i nani la chiamano Rifugio del giorno.


Estratto dal saggio "Þórr e la riconquista del martello.Traduzione e analisi filologica di due brani dell'Edda Poetica" di Marco Alimandi, Midgard Editrice 2021.



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